La disciplina del licenziamento individuale negli ordinamenti italiano e spagnolo di Fabio Romano

La disciplina del licenziamento individuale negli ordinamenti italiano e spagnolo

Tipologia:

Tesi di Laurea di primo livello

Anno accademico:

2010/2011

Relatore:
Vincenzo Bavaro
Corso:

Scienze politiche e delle relazioni internazionali

Cattedra:

Diritto del lavoro

Lingua:
Italiano
Pagine:
138
Formato:
Pdf
Protezione:
DRM Adobe
Dimensione:
1.02 Mb

Descrizione La disciplina del licenziamento individuale negli ordinamenti italiano e spagnolo

Il presente elaborato si pone l'obiettivo di realizzare un approfondimento relativo alle discipline dei licenziamenti individuali negli ordinamenti italiano e spagnolo, al fine di giungere a un raffronto tra i due, imperniato soprattutto sugli strumenti di tutela che i due ordinamenti hanno impostato per i licenziamenti viziati, sia per mancanza o insufficienza dei requisiti formali sia per mancanza di un motivo legittimo di giustificazione. Il fine, dunque, è quello di indagare le legislazioni lavoristiche dei due ordinamenti nell'ambito dei licenziamenti individuali, in modo da cogliere gli aspetti che le accomunano e le caratteristiche specifiche di un Paese che non trovano analogie nell'altro, sebbene, a causa della corposità della materia in esame, si sia reso necessario comprimere la trattazione alle fondamentali linee guida. Per un più corretto approccio alla rilevazione, oggetto del presente elaborato, è sembrato appropriato dare luogo a un breve incipit storico-politico del Diritto del Lavoro del XX secolo e di questo primo decennio del XXI dei due Paesi in questione. Non a caso, si è scelto di partire da due momenti storici molto vicini tra loro sia dal punto di vista cronologico che politico, ossia, gli Anni Venti del Novecento, caratterizzati, in entrambi gli ordinamenti, da un'architettura giuridico-politica autoritaria e corporativista che nei due Paesi avrà sorti diverse nel corso dei decenni successivi. Il corporativismo fascista italiano, dopo il dramma della II Guerra Mondiale, lascerà strada alla Costituzione repubblicana, al protagonismo nella fondazione della Comunità Economica Europea e alla legislazione di attuazione dei principi costituzionali, che troverà uno dei suoi primi punti di svolta con l'emanazione della Legge 20 maggio 1970 n. 300, meglio nota come Statuto dei Lavoratori. In Spagna, invece, le dittature di Primo de Rivera e di Francisco Franco protrarranno la struttura autoritaria e dei Sindicados Verticales fino alla prima metà degli Anni Settanta. Già a partire dagli Anni Cinquanta, però, il mutato scenario economico e sociale porterà a una timida tolleranza dei nascenti fenomeni collettivi ma senza mai accettare la libertà sindacale, nonostante, a metà Anni Sessanta, la nuova stagione dell'era franchista porterà con sé la depenalizzazione dello sciopero. La fine del franchismo e la seguente transizione politica riallineeranno il neonato Regno di Spagna alle democrazie europee, in un processo che la Spagna inizierà nel 1980 con l'Estatuto de los Trabajadores e terminerà con l'adesione nel 1986 alla CEE, che, con i suoi regolamenti e le progressive revisioni dei trattati, darà il suo contributo allo sviluppo delle politiche lavoristiche, soprattutto in termini di diritto alla libera circolazione dei lavoratori su tutto il territorio comunitario. Nei decenni più recenti, entrambe le legislazioni cercheranno di rispondere alle emergenze economiche e d'impiego attraverso strumenti, spesso controversi, di flessibilizzazione del mercato del lavoro, con l'obiettivo di contenere i costi del lavoro e mantenere competitive le imprese sui vari strati del mercato, da quello nazionale a quello globale. L'incertezza del periodo in parola apparirà confermata dai diversi interventi di politica economica realizzati dai governi di entrambi i Paesi ma, soprattutto, di quelli spagnoli, ove la minore esperienza democratica porterà con sé pesanti eredità. Nel capitolo successivo verrà, quindi, affrontato il tema specifico del presente lavoro, ossia la disciplina italiana e spagnola dei licenziamenti individuali, con approfondimenti sulle rispettive posizioni delle parti protagoniste del contratto di lavoro rispetto all'estinzione del rapporto per volontà datoriale, sulla qualificazione dei licenziamenti disciplinari e oggettivi, sulla necessità della giusta causa e del giustificato motivo e sui requisiti formali e procedurali del provvedimento in questione. Verranno, inoltre, affrontati i temi relativi alle tutele che i due ordinamenti hanno costruito attorno al licenziamento quando questo è manchevole dei requisiti di forma e procedura o delle necessarie giustificazioni. Una volta studiate le ipotesi di qualificazione della illegittimità del licenziamento e le condizioni per l'applicazione delle diverse tutele stabilite dalle due legislazioni, saranno evidenziate le eventuali conseguenze di censura dell'estinzione unilaterale del rapporto di lavoro da parte del datore e le condanne al reintegro o alla riassunzione del lavoratore illegittimamente licenziato. Nelle conclusioni saranno evidenziati, prima, i punti normativi procedurali e garantistici in comune tra le due legislazioni, poi quelli che, risultando essere specifici per ogni ordinamento, daranno, invece, il quadro della distanza, in termini giuridici, tra le discipline giuslavoristiche dei due Paesi.

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