Terrore ad Harlem di Umberto Lenzi edito da Coniglio Editore

Terrore ad Harlem

Data di Pubblicazione:
1 gennaio 2009
EAN:

9788860632029

ISBN:

8860632021

Pagine:
207
Formato:
brossura
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Descrizione Terrore ad Harlem

Dicembre 1942, XX dell'Era Fascista e terzo inverno di guerra. Mentre la dittatura di Mussolini si avvia ingloriosamente verso la fine, l'investigatore privato Bruno Astolfi, un ex commissario di polizia radiato dal ruolo per le sue simpatie antifasciste, è coinvolto in un'indagine che, ancora una volta, lo porta a ficcare il naso negli studi di Cinecittà. L'occasione è rappresentata dalla lavorazione di Harlem, una pellicola diretta da Carmine Gallone fortemente voluta dal regime per scopi propagandistici. Chiamato a garantire la sicurezza sul set del film, che utilizza come comparse oltre centocinquanta prigionieri di guerra, Astolfi trova ben presto pane per i suoi denti di investigatore. Durante le riprese di Harlem, Tony Mannello, un pugile italo-americano assoldato dal regista Carmine Gallone come consulente sportivo, viene trovato impiccato nel suo appartamento. Una carta dei Tarocchi, trovata accanto al corpo, collega la morte del boxeur a quella di Giuditta Comodi, una cartomante dalla dubbia reputazione. Ma la serie di omicidi, scandita con macabra puntualità, sembra non interrompersi. Un sergente americano, comparsa nel film di Gallone, e una giovane prostituta cadono a loro volta sotto i colpi del misterioso assassino dei Tarocchi. Prima di smascherare il colpevole, Astolfi avrà modo di conoscere il regista-scrittore Mario Soldati e il giornalista Indro Montanelli, e di assistere alle esilaranti esibizioni di Aldo Fabrizi e dei fratelli De Filippo.

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4 di 5 su 1 recensione

Terrore ad HarlemDi D. ivan-25 febbraio 2011

Ho avuto questo libro in regalo per il mio compleanno. E' un paradosso, ma - come sanno tutti i fan dei film di Lenzi - una delle peculiarità di questo toscano doc, tanto quanto il suo detective Astolfi, è quella di essere tra i maggiori interpreti (e conoscitori) della Roma del Novecento. Tra un inseguimento e l'altro i suoi polizieschi ci trasferivano da un capo all'altro della capitale, di volta in volta trasformando il paesaggio urbano da scenografia in coprotagonista del plot. Nei suoi romanzi l'ambientazione si arricchisce della componente storica, giacché il tempo della narrazione è collocato negli anni Quaranta e dunque lo spazio si riempie di riferimenti alla vita quotidiana di allora: programmi radiofonici, canzoni, marche di sigarette, cibarie e aperitivi, ecc. A Lenzi poi piace assecondare il gusto dei cinéphile, centrando le sue storie nel mondo di Cinecittà e introducendo come guest star i divi di allora, da Nazzari alla Magnani, da Girotti alla Cegani, ecc. - senza trascurare altri cammei, quali Soldati o Montanelli, conformi all'historical metafiction. Fin qui tutto bene. Tuttavia i suoi plot sulla carta non differiscono poi tanto da quelli già realizzati su pellicola, cosicché - a dispetto di quel che ignorano i suoi seguaci, in primis Tarantino - è proprio la struttura thriller che non funziona così bene e a un certo punto, anziché appassionare, finisce per annoiare un po' il lettore. Cui la ricostruzione storica - pur senza eccedere nel collezionismo alla Eco - non dispiace, anzi. Mentre - per quel che riguarda i tempi e i modi del moderno thriller non c'è che da contentarsi di una ricetta fin troppo conosciuta e quindi non del tutto soddisfacente.