Il tempo invecchia in fretta di Antonio Tabucchi edito da Feltrinelli

Il tempo invecchia in fretta

Editore:

Feltrinelli

Data di Pubblicazione:
6 luglio 2011
EAN:

9788807722677

ISBN:

8807722674

Pagine:
171
Formato:
brossura
Argomento:
Racconti
Acquistabile con la

Trama Il tempo invecchia in fretta

Tutti i personaggi di questo libro sembrano impegnati a confrontarsi col tempo: il tempo delle vicende che hanno vissuto o stanno vivendo e quello della memoria o della coscienza. Ma è come se nelle loro clessidre si fosse alzata una tempesta di sabbia: il tempo fugge e si ferma, gira su se stesso, si nasconde, riappare a chiedere i conti. Dal passato emergono fantasmi beffardi, le cose prima nettamente distinte ora si assomigliano, le certezze implodono, le versioni ufficiali e i destini individuali non coincidono. Un ex agente della defunta Repubblica Democratica Tedesca, che per anni ha spiato Bertolt Brecht, deambula senza meta a Berlino fino a raggiungere la tomba dello scrittore per confidargli un segreto. In una località di vacanze un ufficiale italiano che in Kosovo ha subito le radiazioni dell'uranio impoverito insegna a una ragazzina l'arte di leggere il futuro nelle nuvole. Un uomo che inganna la propria solitudine raccontando storie a se stesso diventa protagonista di una vicenda che si era inventato in una notte d'insonnia. I personaggi di questo libro disegnano l'ineffabile volto di una stagione. È la nostra epoca impietosa e futile, fatta di un tempo anfibio che non scandisce più la vita e del quale ci sentiamo ospiti estranei. Storie straordinarie che entrano in modo indelebile nel nostro immaginario, anche se non appartengono al piano dell'immaginario ma a una realtà di cui forse abbiamo perso il codice.

Recensioni degli utenti

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4 di 5 su 4 recensioni

Il tempo che fuDi L. Michele-29 marzo 2012

Sono racconti brevissimi in cui il filo conduttore e' il tempo passato, vissuto che, mentre a qualcuno presenta il conto cupo di una stagione di effimera grandezza, ad altri permette di relazionarsi con i propri fantasmi per cogliere, non e' mai troppo tardi, la bellezza della vita. Forse le mie speranze erano un po' alte ma onestamente non mi e' piaciuto così tanto.

Il tempo invecchiaDi C. Adele Maria Rosa-22 marzo 2012

Un titolo che mi è piaciuto da subito, che propone una riflessione e un'immagine in un libro di racconti emozionante, perfetto nella forma, mai banale nella scelta della parola, nella definizione del periodo. Storie malinconiche, vere, perfette come appunto il titolo che le descrive molto bene. Tabucchi si conferma un ottimo narratore italiano.

Il tempo invecchia in frettaDi c. Giovanni-28 settembre 2011

L'ultima raccolta pubblicata da Tabucchi, seppur i racconti ivi contenuti appartengano a diversi periodi della sua storia letteraria, nove perle scritte nel suo linguaggio, al tempo stesso, chiaro ed elaborato, con una fluidità di parola che conquista nella costruzione di storie tanto diverse per ambientazione, quanto accomunate dallo stesso denominatore: il tempo. Il tempo della grande storia. Ma anche il tempo della microstoria. Il passato, il presente e il futuro. Forte il valore metaforico delle vicende narrate, pur in presenza di una dimensione quotidiana fin nei dettagli. In un afflato poetico che si impone come senso ultimo - e sorprendente - della diegesi. Su tutto una maestria affabulatoria che restiuisce alla forma breve del racconto la sua forza gravitazionale più antica. Per chi ama il genere: un capolavoro. Per chi è un fedele lettore di Tabucchi: una conferma per averci creduto in tutti questi anni. Da non perdere.

Il tempo invecchia in fretta Di S. Armando-19 luglio 2011

Con questa serie di racconti brevi l'autore un po' mi ha deluso, non é che si sforzi troppo, per fortuna per si ferma (quasi) sempre un attimo prima di far prevalere la maniera o la tentazione dellarchetipo, del raccontino morale, per cui in molte di queste pagine vi é una qualit lieve che rende sostanzialmente gradevole la lettura, seppure a volte vi sia la sensazione di "non andare da nessuna parte" - ma forse era un efetto voluto dallo scrittore