Il tempo invecchia in fretta

''Il tempo invecchia in fretta' 'di A. Tabucchi. Si potrebbe dire che un flash fotografico dia l'input ai racconti dell'autore, i quali iniziano con la descrizione di una scena di vita quotidiana che poi si sviluppa in una trama di vicende che accadono successivamente come effetto ed insieme causa di quella scena iniziale, quasi fossero onde sonore che si creano per un qualsiasi accidente. Racconti che sono storie, pezzi di vita reale quando ''il reale supera l'immaginario' '-lo afferma l'autore-, storie non proprio concluse, in cui il lettore può ritrovare se stesso anche perché viene coinvolto da una affabulazione brillante e travolgente, storie che richiedono peraltro un'interpretazione; si direbbe con un finale aperto ad ogni suggestione.

Sono storie in cui il filo principale e' il tempo trascorso, vissuto che, mentre a qualcuno presenta il conto aspro di una stagione di illusoria grandezza, ad altri permette di confrontarsi con le propri ossessioni per scoprire, non e' mai troppo tardi, la bellezza dell'esistere. Un Tabucchi poco lucido per una raccolta che, al di là del gioiellino "Nuvole", non mi ha stupito come mi aspettavo.

Nove racconti, ognuno con una fine. Queste storie non hanno in comune il protagonista, ma il tema: il tempo. Il tempo che si snoda in modo lineare, circolare, il tempo del ricordo, del passato. E non solo il tempo personale o famigliare, ma anche spirituale, fatto di rimpianti e malinconie. Ma la cosa che mi è piaciuta di più è la copertina: un uomo sui trampoli in cima ad una montagna che cerca un punto di vista diverso, per andare oltre le linee dello spazio e del tempo.

Antonio Tabucchi grazie ad uno stile narrativo particolarissimo e intraprendente, è stato in grado di di farmi appassionare e riflettere in un modo completamente nuovo. La cosa bella è che tutti questi racconti hanno come tema comune il tempo: il tempo che prende, che regala ma che alla fine invecchia comunque, indipendentemente da chi siamo e dove vogliamo arrivare. Da leggere tutto d'un fiato!

Un libro sul passare del tempo, un tempo che è "aria" lasciata "esalare da un forellino minuscolo" senza che ce ne rendiamo conto. Nove racconti e nove personaggi che si raccontanno attraverso il loro passato. Ma il passato altro non è che una faccia del presente, così carico delle conseguenze degli avvenimenti narrati. Perché ciò che si è è cosa si è stati, in una linearità, quella della vita umana, che non lascia spazio a redenzioni. E il risultato delle nostre azioni sarà il punto di inizio delle generazioni a venire. Molti dei racconti di questo libro non raccontano, infatti, solo storie individuali, ma anche collettive, di un popolo, di un paese. La linearità cede il passo alla ciclicità del tempo naturale, e tutto diviene "déjà vu", "controtempo", dove sempre ci sarà qualcuno venuto a "darci il cambio".

Antonio Tabucchi in gran forma, che dà il meglio di sè in questi racconti talvolta enigmatici, sempre interessanti, legati alla Storia e agli eventi drammatici che l'hanno caratterizzata negli ultimi anni. Consigliato perchè è un libro che sa farsi spazio nella memoria.