Tedeschi in fuga. L'odissea di milioni di civili cacciati dai territori occupati dall'Armata Rossa alla fine della Seconda guerra mondiale di Guido Knopp edito da TEA

Tedeschi in fuga. L'odissea di milioni di civili cacciati dai territori occupati dall'Armata Rossa alla fine della Seconda guerra mondiale

Editore:

TEA

Collana:
TEA storica
Traduttore:
Gandini U.
Data di Pubblicazione:
28 settembre 2006
EAN:

9788850210695

ISBN:

8850210698

Pagine:
356
Formato:
brossura
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Descrizione Tedeschi in fuga. L'odissea di milioni di civili cacciati dai territori occupati dall'Armata Rossa alla fine della Seconda guerra mondiale

Nel gennaio 1945 l'Armata Rossa combatte ormai in territorio tedesco, e centinaia di migliaia di persone, soprattutto donne, vecchi e bambini, si danno a una fuga precipitosa. A piedi e su carri o slitte, in un clima polare, si avventurano lungo strade secondarie, esposti agli attacchi dei sovietici. Una tragedia che si protrae ben oltre la fine della guerra: in totale saranno quindici milioni i tedeschi scacciati o deportati dai territori orientali della Germania e più di due milioni non sopravviveranno all'esodo. Frutto di un lavoro di ricerca negli archivi e di raccolta di centinaia di testimonianze, il libro di Guido Knopp è una ricostruzione storica in cui, accanto all'esposizione oggettiva dei fatti, emergono vicende personali e familiari, affiorano sentimenti e emozioni di persone che senza volerlo si trovarono scaraventate nel vortice della Storia.

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L'altro Olocausto.Di c. monica-22 dicembre 2010

Quello della popolazione civile tedesca. La cacciata di popolazioni civili era iniziata anni prima della cacciata dei civili tedeschi dalla Prussia orientale, Hitler e i suoi sgherri cacciarono i polacchi da queste terre tentando di concretizzare la follia dello spazio vitale ad est per il grande popolo tedesco. Furono cacciati o deportati dall'Armata Rossa circa 13 milioni di civili tedeschi di cui circa 2 milioni morirono, per il polacchi e per i russi era arrivata l'ora della vendetta. Le truppe di Hitler avevano attraversato il territorio russo trucidando tutti quelli che trovarono sul loro cammino, bruciarono villaggi rubarono tutto cio' che poterono stuprarono. Ora l'Armata Rossa stava facendo altrettanto attraversando la zona polacca popolata dai tedeschi. Hitler aveva imposto che gli ebrei fossero immediatamente riconoscibili obbligandoli ad indossare la stella gialla, ora i tedeschi dovevano indossare la fascia bianca sul braccio. Cosi' come colonne enormi di tedeschi in fuga per paura di vendette attraverso ghiaccio e neve (tanti dei quali non sopravvissero alle marce della morte) e vennero accolte in occidente con odio ed ostilita' , cosi' come innumerevoli profughi perseguitati dai nazisti quando vennero accolti dai territori in cui si rifugiarono, vennero accolti con la stessa ostilita' . Cosi' come per Hitler bastava essere nato ebreo o polacco oppure bastava un qualsiasi sospetto per essere considerato un sub-umano e quindi deportato nei suoi Lager, per Stalin bastava la certezza che l'individuo uomo donna o bambino fosse nato tedesco per essere scacciato e derubato oppure deportato nei suoi Lager in Siberia. Cosi' come prima i nazisti riempivano vagoni merce di esseri umani in condizioni tali che tanti di loro morirono durante il trasporto, ora Stalin riepiva vagoni merce di tedeschi diretti ai lavori forzati (tanti dei quali non sopravvissero al massacrante viaggio) . Quanti deportati sopravvissero ai Lager nazisti e quanti ai lager di Stalin? Quanti bambini resi orfani o dispersi da Hitler e quanti da Stalin? Una domanda immediata puo' nascere spontanea: " perche' darsi tanto rammarico per milioni di tedeschi morti quanto i tedeschi ne uccisero mille e mille volte di piu' ? " La risposta deve essere che anche questa feroce vendetta nei confronti di civili tedeschi e' un crimine contro l'umanita' , crimine poco conosciuto o deliberatamente dimenticato. Annoverare l'ipotesi che questa vendetta sia stata giusta, vuol solo dar credito all'inumana ed incivile legge del taglione.