Tecnica del colpo di Stato di Curzio Malaparte edito da Adelphi
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Tecnica del colpo di Stato

Editore:

Adelphi

Data di Pubblicazione:
12 ottobre 2011
EAN:

9788845926327

ISBN:

884592632X

Pagine:
270
Formato:
brossura
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Descrizione Tecnica del colpo di Stato

Uscito per la prima volta in Francia nel 1931 grazie alla mediazione di Daniel Halévy (e in Italia solo nel 1948), immediatamente commentato da Trockij, bruciato dai nazisti sulla piazza di Lipsia e costato al suo autore l'arresto e il confino a Lipari per "manifestazioni di antifascismo compiute all'estero", "Tecnica del colpo di Stato", spieiata dissezione delle varie tipologie di golpe e delle loro costanti, viene subito avversato da tutti. Sta di fatto che ancor oggi lo si legge d'un fiato: non solo per l'"attualità" della sua analisi di ingegneria politica, ma soprattutto per lo stile, insieme icastico e concitato, geometrico e visionario, dove Malaparte sembra assumere le cadenze di un allievo di Tacito. Stile che risalta in tutte le sequenze su trionfi e fallimenti del golpismo classico, a partire dalla violenta "campagna di stampa" con cui Cicerone smaschera la congiura di Catilina, ma che tocca l'acme nelle ricostruzioni dei colpi di Stato dei primi decenni del secolo scorso, come nelle pagine sulla imminente rivoluzione a Pietrogrado, con le "dense nuvole nere sulle officine di Putilow" cui si contrappone la nebbia rossastra del sobborgo di Wiborg dove si nasconde Lenin. E nella parte finale spiccano, ritratti con rara vividezza, i volti e le psicologie degli autocrati a capo dei vari totalitarismi: Stalin, Mussolini e Hitler.

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2 di 5 su 1 recensione

Datato, ma almeno quattro risate le fa fareDi L. Carlo-20 aprile 2012

Inutile, antichissimo, questo libro trova qualche motivo di lettura in certi capitoli finali un po' più sentiti, e diventa addirittura umoristico per gli argomenti bislacchi che Malaparte tira fuori nel mentre della polemica sul suo libro. Due per tutti: il parallelo fra le caratteristiche virili di Mussolini, paragonate a quelle femminee (e perciò inferiori) di Hitler; e la seguente, emblematica, frase: "L'Italia è piena di salvatori della patria: ciò che, al principio, era una missione, è divenuto quasi una professione ufficiale".