Tapis roulant

Quanti adolescenti leggono le loro storie scritte da adulti? Da Federico Moccia a Margareth Mahy, passando per J.K. Rowling, ogni anno, da sempre, le vite degli adolescenti vengono viste dagli occhi di non più adolescenti, che cercano di mettersi nei loro panni. Spesso molto bene, niente in contrario, ma sarebbe interessante vedere cosa ne pensano davvero i protagonisti di questi libri. Sarebbe bello poter dare la libertà ai giovani di potersi esprimere, di far capire a genitori e professori quello che sentono, come li vedono, perchè si comportano così... Sarebbe bello per i giovani dimostrare che sanno scrivere, che non è vero che non sanno parlare l'italiano o che non studiano più o che i loro sentimenti non sono veri perchè sono troppo giovani. Questo libro ha dato la possibilità a quattordici studenti di un liceo di esprimersi, di raccontare la loro vita o di spiegare come vedono ciò che li circonda. Attraverso racconti, diari, poesie, canzoni hanno finalmente avuto la possibilità di raccontarsi in prima persona, senza doversi nascondere dietro l'ombra di un adulto professionista. Per i genitori, per capire un po' di più i figli... Per i professori, affinchè ogni tanto capiscano che non c'è solo trucco e moda dietro i banchi di scuola... Per gli adolescenti, perchè trovino la forza di raccontare loro stessi quello che succede in quell'età difficile. Per gli autori, perchè non abbiano la delusione di un progetto fallito e perchè possano continuare a dare la forza ad altri ragazzi di esporsi e di dimostrare la vera forza di questa generazione. Perchè la generazione è il tema fondamentale di questo libro.