La talpa. La verità rivelata

Ho appena finito di leggere La Talpa La Verità Rivelata, un libro che avevo acquistato per via della sua copertina intrigante. All'inizio ero preparata al giallo, ma ho trovato solo una storia divertente. Più tardi, invece, ho pensato al testo appena terminato come a qualcosa di così drammatico da poter toccare il fondo della malinconia. Si tratta di un soggetto carico d'ironia ma anche grondante tristezza, in parte nascosta fra le righe e in parte fin troppo evidente. Mi sono chiesta cosa può aver spinto l'autrice a scrivere una storia tanto dura, e a inserire il suo racconto unicamente tra i criminali di un mondo corrotto e distorto, dove conta solo il potere e, dove per denaro si commerciano armi e gas letali, e si tradisce e uccide senza farci caso. L'indagine sui personaggi invece è scarna. Volutamente superficiale, mostra degli individui che abitano un pianeta dove sono sconosciuti anche i più comuni sentimenti umani. Nessuno tra loro sembra avere un'anima, non s'intravede neppure una scheggia di normale buonsenso. L'incertezza e il disagio che questo genera, meriterebbero un chiarimento che, a quanto pare, non ha interessato l'autrice. Anche il finale spezzato, improvviso, senza speranza, sebbene inquietante e fascinoso, lascia dei dubbi.

La Talpa, La Verità Rivelata è un romanzo pubblicato nel 2013 da Atmosphere libri. La difficoltà di un giudizio critico su quest'opera un po' satirica un po' poetica, nasce dal suo incipit evasivo e dalla sua voluta ambiguità. Il testo inizia seguendo la narrazione del romanzo di Quintin Contreras, il gatto scrittore di nazionalità argentina, pubblicato da Newton Compton nel 2010. L'autrice trasferisce Guya e Guillaume, due personaggi secondari dell'Amore Costa Caro, nel nuovo racconto che ha però tutt'altra impostazione e consistenza. La complessità del romanzo si rivela fin dalle prime pagine, quando si confondono fra loro aspetti divertiti e brillanti che si alternano con momenti dove il cinismo e l'arroganza diventano l'elemento portante, il motivo della trama che, fra sprazzi di luce e di ombra, contrappone i valori del bene e del male. Fra questi due aspetti contrastanti si muove un attore più forte degli altri che colpisce con la sua carica di verità: l'autorità del cuore di donna. Guya e Geneviève, le protagoniste assolute di questa vicenda, diverse eppure entrambe eroiche, mostrano senza riserve un estremo coraggio nel proteggere chi amano da quei traffici che, in questo racconto, per gli uomini sono solo giochi di potere. Gli uomini del romanzo, infatti, quasi tutti soggiogati al potere, sono ritagli di una guerra senza fasti, nera, maligna, dove si vendono armi e fiale con gas nocivi, dove non ci si fa scrupolo ad ammazzare o a tradire. L'elemento originale del romanzo è, in ogni caso, l'eccentrica complicità dell'autore con i suoi protagonisti. La linea narrativa, che si regge costantemente e volutamente sopra i toni drammatici, non si ferma a dare giudizi morali, o a condannare, neanche quando le circostanze lo richiederebbero. La trama funziona comunque, mantiene costante l'attenzione, e la curiosità non è scontata. Valida è l'ironia, che colora certi momenti e aggiunge gradazioni inaspettate. L'opera ha un tono originale, divertito e profondo, stabile e poetico. Interessante la scelta di alternare i punti di vista (interno con Guya ed esterno nei capitoli con protagonista Geneviève). Ad accompagnare la complessa intelaiatura di questa storia, ci sono gli splendidi paesaggi del Madagascar, quelli duri del Kazakistan, Cap Ferrat, Lagrasse, e i paesaggi del passato, ancora più sensuali dei primi, con i colori antichi dell'infanzia e della spensieratezza.