Suttree di Cormac McCarthy edito da Einaudi

Suttree

Editore:

Einaudi

Collana:
Super ET
Traduttore:
Balmelli M.
Data di Pubblicazione:
13 maggio 2011
EAN:

9788806207816

ISBN:

8806207814

Pagine:
560
Formato:
brossura
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Trama Suttree

Per vivere Suttree pesca pesci gatto nelle acque limacciose del fiume Tennessee. E sul fiume vive, in una baracca galleggiante ai margini della città di Knoxville, fra ratti reali e metaforici. Ci si è trasferito dopo aver abbandonato un'esistenza di privilegi borghesi e pastoie religiose; l'ha fatto per vivere. Ora nel suo nuovo mondo impara ciò che il fiume insegna: che nel tutto in movimento - quel flusso ora grigio, ora bruno, nero, marrone, color peltro, ardesia, inchiostro o carbonio della cloaca maxima - "il colore di questa vita è acqua" e perciò solo "le forme più primitive sopravvivono". Alcune di esse finiscono impigliate nelle sue reti di pescatore e, volente o più spesso nolente, Suttree deve tentare di portarle in secca, magari immergendosi con loro in liquidi a più alta gradazione. Prima fra tutte la forma di uno spassoso troglodita come Harrogate, giovane topo di campagna con una passione contronatura per i cocomeri e una determinazione tanto candida quanto feroce a trasformarsi in ratto di città. A fianco di questo novello Huckleberry Finn e dei suoi guai Suttree impara altri colori dell'infinito scorrere.

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Recensioni degli utenti

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3 di 5 su 4 recensioni

Mccarthy sei un genioDi L. Guido-15 maggio 2012

E' un romanzo bellissimo, un frammento di vita di un personaggio che ha saputo vivere ai limiti con un'eleganza e una ingenuità che a tratti lasciano attoniti. Personaggi sorprendenti, atmosfera rarefatta e a tratti visionaria, ironia intelligente e un cinismo che a volte fa male. Ritengo che McCarthy sia uno dei più grandi scrittori americani, senza ombra di dubbio.

ScontatoDi c. angela-22 settembre 2011

Non ho apprezzato affatto questo testo per diversi motivi: il testo presenta una storia che non lascia alcun tipo di spazio riflessivo, si presenta pedante e molto scontata, al contrario! Pertanto, leggendo si intravvedono già i risvolti senza il gusto di poter quantomeno ipotizzare diversi scenari possibili.

SuttreeDi l. alice-27 luglio 2011

Storia che si snoda lungo la grande storia del wesr americano, ha per protagonista un uomo solo e triste. No, Suttree non è disperato perché è cattivo. Non c'è mica bisogno di esser cattivi per essere disperati. Diceva san Tommaso che la tristezza è il desiderio di un bene assente. Per cui chi è triste crede comunque che esista un bene, e non smette di desiderarlo. Suttree invece ha smesso da tempo di credere che esista un bene, nel senso di un fine, di un senso nella vita. Non ci credeva già quando apriamo il libro, ma pagina dopo pagina la sua visione del mondo e del reale si incupisce sempre più, sotto il peso dei colpi del destino. Suttree non vive, si lascia vivere. Non che non sia attivo e non si dia da fare, anzi. Fa il pescatore, e non c'è giorno che non distenda le sue lenze nel fiume e non le vada a ritirare, e vive di quel poco che guadagna vendendo i pesci gatto ai pescivendoli del mercato di Knoxville. No, Suttree non vive nel senso che dalla vita non si attende nulla. Non ha progetti, prende quel che viene, il male come il bene (e di solito è male). Non ha rimpianti, solo rimorsi. E neanche a quelli dà molta importanza. Ubriacone e bevitore di latte e cioccolata; galeotto e rispettoso della polizia e della legge; senza un dollaro in tasca, eppure prodigo con amici e conoscenti; straccione e cadente, ma capace di pensieri e osservazioni da filosofo poeta, Suttree è un mistero di contraddizioni. Il suo passato ci è sconosciuto, e quel poco che si svela è male atroce. L'unica cosa che sappiamo, e che Suttree ci lascia come cifra della sua vita, quasi a mo' di epitaffio, è che solo Suttree è Suttree. Ma questa non è una conclusione, semmai una confessione d'ignoranza. Si chiude il libro, e di Suttree resta il mistero. Eppure fra disperazione, squallore e miseria, l'itinerario, seppure circolare, si è chissà come arricchito di quel nulla che ha trovato per strada. E come spesso accade con Mc Carthy, il nulla lascia il lettore commosso e perturbato. Ma comunque soddisfatto.

SuttreeDi a. marco-14 luglio 2011

Si conferma, oggi come oggi, il miglior scrittore di lingua inglese. Libro per uomini, libro per donne? Ma di che stiamo parlando? Un libro come questo è un libro per tutti e per ognuno. Negli sfigati di McAnally Flats Cormac ha voluto ritrarre l'umanità, e mi sembra che ci sia riuscito. E' vero che è un romanzo fatto di tanti episodi (anche se a ben vedere ci sono dei filoni ricorrenti, dei temi profondi che tornano); ma non è vero questo anche del Don Chisciotte? Insomma, non mi piace tanto usare questo termine, ma qui abbiamo un capolavoro di tutti e per tutti.