I sussurri della morte di Simon Beckett edito da Bompiani

I sussurri della morte

Editore:

Bompiani

Collana:
Tascabili
Traduttore:
Silvestri A.
Data di Pubblicazione:
30 giugno 2010
EAN:

9788845264986

ISBN:

884526498X

Pagine:
454
Formato:
brossura
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Trama I sussurri della morte

All'interno del bungalow, la vittima giace nuda, supina su un tavolo, legata mani e piedi, con evidenti ferite d'arma da taglio, inferte quando, forse, era ancora in vita. La temperatura all'interno dell'edificio supera i 43 gradi. Una sedia davanti al corpo fa pensare che l'assassino abbia assistito allo spettacolo degli ultimi attimi di vita della vittima. Ma un particolare risulta incoerente: l'avanzato stato di decomposizione del corpo induce a pensare che il decesso sia avvenuto da almeno 6 giorni. Eppure il bungalow risulta affittato solo da 4 giorni. Le uniche impronte sulla scena, inoltre, risalgono a un certo Dexter, morto sei mesi prima. Almeno così registra l'anagrafe. È chiaro che l'assassino non solo è molto astuto e non lascia tracce; non solo è molto cattivo; è anche, scientificamente, molto preparato. Dopo "La chimica della morte" e "Scritto nelle ossa", continua la saga di David Hunter. Stavolta lo scenario è la Body Farm di Knoxville, nel Tennessee, l'unico laboratorio al mondo dove si utilizzano autentici cadaveri umani per studiarne il processo di decomposizione all'aperto. E stavolta Hunter conduce l'indagine con il suo maestro, Tom Lieberman. Insieme affrontano una nuova, sconcertante avventura nel regno del male e della scienza.

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1 di 5 su 1 recensione

I sussurri della morteDi O. Federico-6 agosto 2011

Malissimo, veramente, non mi aspettavo di riceverne una simile delusione, devo premettere che nei confronti di questo libro avevo delle aspettative altissime, dal momento che i due precedenti lavori di Beckett (in particolare "La chimica della morte") sono state, per mio gusto personale, fra le miglior letture thriller che io abbia mai fatto. Beckett era (o è?) autore esemplare capace di tutto ciò che io cerco in un libro di questo genere: trama lineare con occhio strizzato al giallo, intramezzi dedicati ai pensieri in prima persona dell'assassino, frequenti botte di suspense capaci di mantenere sveglia l'attenzione del lettore lungo tutta la storia, atmosfere inquiete, ambientazioni affascinanti, personaggi ben approfonditi da ogni punto di vista e colpi di scena al punto giusto. Insomma, semplicità, tensione e tanta, tanta paura. Paura che io, appunto, speravo di ritrovare anche in questo romanzo... E invece qui siamo lontani anni luce da La chimica della morte. Ottimo l'inizio (per l'ambientazione montanara e la macabra scena del ritrovamento del cadavere nel bungalow) e discreto il finale (nonostante alcune descrizioni a metà tra lo splatter e il surreale, che più che spettacolarizzare fanno scappare qualche risata). Ma in mezzo c'è tutto un minestrone. Una serie di omicidi ognuno dei quali pare rimbalzare sull'altro in maniera confusionaria, nessun indagine definita, nessuna scena capace di creare quella suspense, quella tensione, quell'inquietudine che tanto avevo amato nelle letture precedenti. Niente di niente. Solo un canovaccio sfilacciato che sembra essere stato buttato lì con lo scopo di crare un lavorone invano. Perfino il personaggio del dottor Hunter, colpito da un'apatia cronica e senza fondo, risulta noioso e antipatico. Si salvano due fra i punti forti di Beckett: lo stile, scorrevole ma mai semplicistico, e alcune ambientazioni. E il risultato finale è una sufficenza. Ma, quanto al resto, caro Simon, dobbiamo forse pensare che la tua creatività narrativa si sia esaurita col primo romanzo? Speriamo di no.