A sud del confine, a ovest del sole

Fino ad allora Hajime aveva vissuto in un universo abitato solo da lui: figlio unico quando, nel Giappone degli anni Cinquanta, era rarissimo non avere fratelli o sorelle, aveva fatto della propria eccezionalità una fortezza in cui nascondersi, un modo per zittire quella sensazione costante di non essere mai lì dove si vorrebbe veramente. Invece un giorno scopre che la solitudine è solo un'abitudine, non un destino: lo capisce quando, a dodici anni, stringe la mano di Shimamoto, una compagna di classe sola quanto lui, forse di più: a distinguerla non c'è solo la condizione di figlia unica, ma anche il suo incedere zoppicante, come se in quel passo faticoso e incerto ci fosse tutta la sua difficoltà a essere una creatura di questo mondo. Quando capisci che non sei destinato alla solitudine, che il tuo posto nel mondo è solo là dove è lei, capisci anche un'altra cosa: che sei innamorato. Ma Hajime se ne rende conto troppo tardi - è uno di quegli insegnamenti che si imparano solo con l'esperienza - quando ormai la vita l'ha separato da lei. Come il dolore di un arto fantasma, come una leggera zoppia esistenziale, Hajime diventerà uomo e accumulerà amori, esperienze, dolori, errori, ma sempre con la consapevolezza che la vita, la vita vera, non è quella che sta dissipando, ma quell'altra, quella che sarebbe potuta essere con Shimamoto, quella in un altrove indefinito, a sud del confine, a ovest del sole. Una vita che forse, venticinque anni dopo, quando lei riappare dal nulla, diventerà realtà. A sud del confine, a ovest del sole è un romanzo, scritto nel 1992, in cui emerge quella straordinaria capacità di sondare l’animo umano che rende Haruki Murakami uno dei più grandi scrittori dei nostri tempi. Tra le pagine di A sud del confine, a ovest del sole vi sono molti di quegli elementi che ricorrono di frequente nella prosa dello scrittore giapponese. C’è l’amore, soprattutto. Un amore profondo, doloroso e mai banale; c’è la musica, i grandi classici del jazz, Nat King Cole e Bing Crosby; e poi ci sono i dubbi, i conflitti interiori e i sentimenti di un uomo che ha raggiunto il centro temporale della propria esistenza e che rimane sospeso in un limbo emotivo, in bilico tra passato, presente e futuro. A sud del confine, a ovest del sole è la storia di Hajime. Lui è l’unico figlio di una famiglia che vive in un modesto alloggio di periferia. Nel Giappone degli anni Cinquanta, era insolito trovare famiglie con un unico figlio. Hajme si sente solo. Da qualche parte, nelle profondità del suo cuore, percepisce che la sua esistenza è incompleta. All’età di dodici anni conosce Shimamoto. Anche lei è figlia unica. E’ rimasta zoppa a causa della poliomelite. Lei si sente sola, esattamente come Hajme. I due iniziano a trascorrere assieme il loro tempo. Finalmente, entrambi percepiscono che quel senso di oppressione e solitudine sta svanendo. Sulle note dei dischi del padre di Shimamoto si sentono felici e completi. Tutto però finisce quando si iscrivono a scuole diverse e si perdono di vista. Ognuno di loro segue la sua strada fino a quando, a distanza di molti anni, succede qualcosa di impensabile. Haruki Murakami, con A sud del confine, a ovest del sole, consegna ai lettori una storia profonda e delicata, caratterizzata da un romanticismo struggente e malinconico.