Studio illegale

Un travolgente romanzo che si tuffa nelle straordinarie e incasinate vite che affollano il mondo degli avvocati d’affari. Studio illegale è un romanzo firmato Federico Baccomo “Duchesne” nato dalle pagine di un blog molto cliccato in cui l’autore prende proprio il bizzarro nome di Duchesne. Uno degli esordi letterari italiani migliore di questi anni sia a livello di copie vendute sia per l’apprezzamento della critica, premiato con una brillante trasposizione cinematografica, Studio illegale è prima di tutto un ritratto veritiero e satirico delle esistenze e delle piccole tragedie umane che popolano un ambiente professionale particolare come quello degli avvocati. Andrea Campi è un giovane professionista impiegato in un importante studio legale della Milano bene ed è impegnato a risolvere grosse beghe societarie di colossi industriali. Se la sua vita professionale procede bene e senza ostacoli, quella privata è un vero disastro o più semplicemente non esiste più. Il mestiere di avvocato d’affari lo impegna la maggior parte del tempo. E dalle cenette romantiche che aveva con la sua fidanzata ora è costretto a tristi pranzi solitari a base di sushi o pizza fredda. Andrea si sente il protagonista di un film americano, niente a che vedere però con l’eroe romantico dei legal thriller dipinti dalla firma di Grisham, più semplicemente è un affarista costretto ore e ore davanti a una gelida macchinetta del caffè. All’improvviso però neppure il lavoro sembra andare troppo bene: un affare si fa delicato e il disastro economico per la sua società sembra imminente. Questo costringerà il protagonista a rivedere tutto: vita, colleghi, lavoro, amicizie e persino l’amore. Ironico, caricaturale e acclamato anche da Beppe Severgnini come uno dei libri italiani più belli, Studio illegale è cinico, tremendamente impietoso, ma tremendamente vero. In un mondo fatto di cravatte, giacche a doppio petto e riunioni attorno a un tavolo ovale, spunto il lato umano, quello vero e quello dipinto da Federico Baccomo.