Strisce nel cielo di Gerhard Durlacher edito da Iperborea
Alta reperibilità

Strisce nel cielo

Editore:

Iperborea

Traduttore:
Errico G.
Data di Pubblicazione:
29 gennaio 1995
EAN:

9788870910483

ISBN:

8870910482

Pagine:
124
Formato:
brossura
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4 di 5 su 1 recensione

Perchè si sono dimnenticati di noi?Di t. raniero-17 luglio 2010

Affinchè il mondo non dimentichi. Affinchè non riaccada. Sono questi i due imperativi che guidano i sopravvissuti della Shoa, mentre si accingono a raccontare il loro inferno nei Lager, ad Auschwitz. Dare voce a milioni di persone che non sono state fortunate come loro: raccontare quindi per tutti quelli che non ce l'hanno fatta. Combattere i propri fantasmi che periodicamente riemergono con forza da un passato oscuro, facendo propri i versi di Coleridge: "Da allora sempre,/ad ora incerta,/quell'agonia ritorna;/e finchè l'orrida storia non è detta, questo cuore mi brucia dentro." Far conoscere il degrado fisico e morale disumanizzante cui si è stati sottoposti durante la discesa agli inferi (se dovesse esistere un inferno sula terra, il suo nome sarebbe Auschwitz). Per queste e per tante altre cose occorre raccontare il proprio calvario nei LAGER ! Nel caso di G. Durlacher, che solo dopo circa quarant'anni è riuscito a dar voce al proprio "orrido" passato, una spinta determinante è stata la lettura di due testi di storia contemporanea, rispettivamente di Laqueur e Gilbert, che affrontavano un problema alquanto spinoso riguardante la conoscenza che il mondo intero poteva avere sullo sterminio, mentre era ancora in atto, e su come reagì alla notizia della morte di sei milioni di ebrei durante la seconda guerra mondiale. Che cosa avrebbero potuto fare i vari governi e le competenti Istituzioni per impedire che il genocidio avesse dimensioni così spaventose? Perchè, pur sapendo, non furono bombardati i crematori di Auschwitz-Birkenau, dove ogni giorno perivano migliaia di persone? Effettivamente, questo fu bombardato, ma solo nella zona industriale, nel campo satellite di Monowitz-Buna, tanto che l'autore, testimone del fatto, dirà: "Perchè hanno colpito le ciminiere delle fabbriche e non quelle dei crematori? Perchè lo sterminio di milioni di ebrei ha potuto continuare senza che nessuno intervenisse? Perchè si sono dimnenticati di noi, là in alto?" Queste le domande del sedicenne Durlacher, che attraverso un racconto sobrio e asciutto, inframmezzandolo con note di carattere storico, dà vita ai propri ricordi. Ecco, allora, aprirsi squarci profondi sui bombardamenti di Rotterdam, in Olanda, dove la famiglia di Durlacher si era riparata nel 1937 per sfuggire alle persecuzioni naziste in Germania; l'arresto ad Apeldoorn, sempre in Olanda, e poi la deportazione a Westerbork, campo di transito olandese. Poi, ancora, la voce della memoria dell'autore si dirige a Theresienstadt e da lì ad Auschwitz, l'inferno in terra. Infine, in altri campi di lavoro dove finalmente verrà liberato e curato dai russi. Io credo che questo libro possa costituire uno stimolo a letture ulteriori che cerchino di dare risposte concrete sul perchè, come dice lo stesso autore, "nelle ore più buie, prima e dopo la liberazione, il mondo era rimasto sordo e muto".