La strada del davai di Nuto Revelli edito da Einaudi

La strada del davai

Editore:

Einaudi

Data di Pubblicazione:
17 novembre 2010
EAN:

9788806206116

ISBN:

8806206117

Argomenti:
Storia d'Italia, Storia del 20. Secolo dal 1900 al 2000
Disponibile anche in E-Book
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Descrizione La strada del davai

Ufficiale degli alpini in Russia, protagonista della Resistenza nel cuneese, Revelli si è battuto per dar voce ai dimenticati di sempre: i soldati, i reduci, i contadini delle campagne più povere. Questa è la testimonianza delle storie vere e tragiche di cui furono protagonisti gli alpini della Cuneese sul fronte russo: lo sfacelo di un esercito, la tragedia di uomini gettati allo sbaraglio, beffati e traditi, che pure riscoprirono in sé le profonde ragioni della dignità del vivere. "La strada del davai ("avanti, cammina!" in russo) non mi ha fatto dormire - ricorda Mario Rigoni Stern - non perché i fatti raccontati mi siano nuovi, ma per la verità atroce che continua nella vita dei sopravvissuti, e per la luce in cui sono messe queste testimonianze".

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I racconti degli ex internati in RussiaDi M. Renzo-13 maggio 2023

Nel corso della seconda guerra mondiale la nostra spedizione in Russia a fianco dellalleato tedesco si concluse tragicamente con una ritirata; in mezzo alla neve e a un freddo polare i nostri soldati patirono le pene dellinferno e tanti morirono lungo il tragitto, mentre pochi riuscirono a ritornare a casa; altri, catturati dai russi, iniziarono invece un percorso di immani sofferenze che ne falcidiò una buona parte e solo un numero veramente esiguo poté tornare in patria nei mesi successivi alla fine del conflitto. Nuto Revelli, che visse lesperienza della ritirata riuscendo a tornare a casa per poi diventare partigiano dopo l8 settembre del 1943 e che della sua esperienza scrisse un diario (Mai tardi) volle dar voce ai superstiti dei gulag sovietici, intervistandone tanti e riunendo queste testimonianze in questo libro, La strada del davai, dove davai vuol dire vai avanti ed era ciò che le guardie russe gridavano agli italiani prigionieri che in lunghe marce forzate cercavano di arrivare alle stazione dove li attendevano i treni per portarli nei campi di concentramento in Siberia. Ci sono pertanto tante storie quanti sono gli intervistati e nella sostanza si assomigliano un po tutte, visto il comune destino; quel che varia però sono i singoli accadimenti e il modo di vedere quanto accaduto da parte degli interessati. Si tratta di voci che parlano di fame, di membra congelate, di corpi trascinati nella neve, di morti lasciati lungo il cammino, di tanti che decedevano ogni giorni nei carri bestiame che portavano i prigionieri ai gulag. Quindi ciò che sostanzialmente fa la differenza è il punto di vista di questi attori loro malgrado; tutti però concordano sulla straordinaria disponibilità del popolo russo, sempre pronto ad aiutare i nostri e sullassenza di malvagità delle guardie dei campi di concentramento, circostanze non da poco visto che noi eravamo i nemici. Per completare le testimonianze della tragica ritirata cè nel volume una seconda e ultima parte, più contenuta, dedicata a quelli che, come lautore, sono riusciti a uscire dalla sacca in cui erano stati rinchiusi dalle truppe sovietiche. Benché si possa parlare di fortunati, anche per loro si è trattato di unesperienza devastante, di cui porteranno il segno tutta la vita. Il lavoro di Revelli non deve essere stato proprio facile, perché si è trattato di collazionare i risultati di tante interviste, ma per ognuna quel narrare della propria esperienza in prima persona finisce con il coinvolgere il lettore che ritrae limpressione di avere davanti il narratore, arrivando in alcuni casi a percepire quella sofferenza che ancora riemerge a distanza di diversi anni e che non è solo per quella patita direttamente, ma anche per gli amici, per i tanti che non ce lhanno fatta e sono rimasti sepolti in terra russa. Imperdibile.