Storie della terra di Prydain di Lloyd Alexander edito da Nord

Storie della terra di Prydain

Editore:

Nord

Traduttore:
Guarnieri A.
Data di Pubblicazione:
1998
EAN:

9788842910299

ISBN:

8842910295

Pagine:
833
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Trama Storie della terra di Prydain

Hen Wen ha tutte le caratteristiche di una normalissima scrofa, e il giovane Taran, se è per questo, non si distingue in nulla da un qualsiasi altro guardiano di porci. Tuttavia quando Hen Wen scompare, rapita da emissari del Signore di Annuwin, l'oscuro padrone delle Tenebre, è evidente che qualcosa di straordinario sta per succedere. Taran vede così appagata la sua aspirazione di diventare un eroe, ed è costretto ad iniziare un viaggio attraverso la Terra di Prydain, che sazierà tutta la sua sete di avventure.

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5 di 5 su 1 recensione

Un classica della letteratura fantastica Di S. Davide-9 ottobre 2012

L'americano Lloyd Alexander (Philadelphia 01924-2007) rimane sconosciuto ai più in Italia, eppure egli può a buon diritto essere ascritto tra i più geniali e influenti autori del fantastico della letteratura moderna, nonché l'unico scrittore che, a mio avviso, seppe rielaborare le tematiche introdotte da Tolkien in maniera brillante originale. La sua migliore opera sono senz'altro le "Cronache di Prydain", un ciclo di romanzi fantasy ("Il libro del tre""Il calderone nero""Il castello di Llyr""Taran il Girovago", "Il sommo re") qui raccolti in unico tomo (con l'eccezione della raccolta di racconti "The foundling", mai tradotta in italiano, che costituisce tuttavia una sorta di prequel a sé stante). In questa vicenda affascinante ed avventurosa, Alexander introdusse molti di quelli che in seguito divennero topoi dell'immaginario collettivo, ampiamente scopiazzati e riadattati da molte opere successive, letterarie e non (basta citare due esempi, quali "Star Wars" per il cinema e "Harry Potter" per la letteratura). Il tema di cui Alexander è da ritenersi il padre fondatore è quello del giovane protagonista, privo di particolari qualità se non di buon animo, che sceglie di intraprendere la lotta contro le forze avverse. Attualmente, questo tema vi apparirà come un cliché arcinoto, più volte ritrito e privo di spessore; ma quando negli anni '60 Alexander per la prima volta INVENTO' questo cliché, lo seppe animare di vita propria con una verve ed un'originalità strabilianti, proiettando direttamente le pulsioni della vicenda nell'animo del lettore. La vicenda del libro è ambientata a Prydain, un mondo immaginario che però ricorda molto il Galles descritto nelle leggende celtiche. Alexander si ispirò infatti al corpus del Mabinogion - il più importante testo della mitologia gallese - per quanto riguarda nomi ed ambientazioni, un po' come fece Tolkien con l'epica anglosassone e scandinava. Prydain, una sorta di terra mitologico-medievale, è governata dal Sommo Re Math, figlio di Mathonwy, appartenente alla nobile casata dei Figli di Don, giunti dalla Contrada d'Estate, oltremare (una terra immortale che ricorda la Valinor di Tolkieniana memoria) per difendere la razza umana da Arawn (il dio dell'oltretomba della mitologia gallese) , il sinistro e crudele Signore della Morte, che dal suo tenebroso reame di Annuvin minaccia ridurre in schiavitù tutta Prydain. Ai suoi ordini vi sono numerosi seguaci corrotti dalle sue arti malefiche, ed i più temibili sono i Figli del Calderone, invincibili morti viventi risvegliati dal Calderone Nero. In questo quadro cominciano le vicende di Taran, un giovane orfano allevato da Dallben, il più grande mago di Prydain, e da Coll, un contadino con un passato di glorioso guerriero. Taran sogna di compiere eroiche gesta in battaglia, ed è frustrato dalla propria sorte, che lo vede relegato alla mansione di "Assistente Guardiano di Maiali", costretto ad accudire Hen Wen, una piccola scrofa con poteri profetici. Tutto cambia quando Hen Wen fugge improvvisamente, proprio mentre il Re dalle Lunghe Corna, braccio destro di Arawn, sta radunando un esercito per assoggettare Prydain una volta per tutte. Taran è così costretto a mettersi in viaggio, avendo, in modo inaspettato, l'occasione di vivere quella che non è che la prima di una serie di avventure, durante le quali farà nuovi incontri, stringerà amicizie e imparerà che il significato del vero eroismo risiede nel sapersi sacrificare per gli altri, non per sé stessi, spontaneamente e senza aspettarsi ricompense. Alexander tesse così un invito rivolto ai giovani -e non solo- di tutto il mondo, ad un'etica dove anche il più piccolo di noi ha il dovere di prendere posizione contro il male e gli orrori del mondo, che, a dispetto di quanto si possa pensare, non potranno mai trionfare dinnanzi alla ferrea opposizione della virtù umana. Una tematica che raggiunge il suo compimento nell'ultimo romanzo della saga, "Il sommo re", il più duro ed intenso, ma a mio avviso, proprio per questo, anche il più bello e profondo. Potreste avere il presentimento che "Storie della terra di Prydain" non sia altro che un'ennesima scopiazzatura dei libri di Tolkien, e che riproponga il medesimo ritornello ritrito da anni dalla letteratura fantasy; vi posso dire che non è così: qualche occasionale richiamo a Tolkien c'è, ma Alexander è senz'altro un autore profondamente originale, il quale ha saputo introdurre temi innovativi nell'immaginario dei giovani e dei lettori di tutte le età, rivestendoli di un'aura leggendaria e indimenticabile. Indubbiamente si può parlar dunque di questo libro come di un classico della letteratura fantastica.