Storie che danno da pensare
- Editore:
Adelphi
- Collana:
- Piccola biblioteca Adelphi
- Traduttore:
- Bernardi E.
- Data di Pubblicazione:
- 31 ottobre 2007
- EAN:
9788845922282
- ISBN:
8845922286
- Pagine:
- 169
- Formato:
- brossura
Descrizione Storie che danno da pensare
Miniaturista per eccellenza, sensibile, attento e nel contempo spiritoso, Walser riesce a comporre in modo assolutamente disinvolto e involontario gioielli di prosa perfetti, ciascuno dei quali possiede la rotondità e la purezza di una poesia. Così scriveva Stefan Zweig, e il suo giudizio non potrà che essere condiviso dal lettore di "Storie che danno da pensare", raccolta di prose - divagazioni letterarie, bozzetti, apologhi - composte tra il 1906 e il 1912, durante il "periodo berlinese". Sono pagine dense e leggere al tempo stesso, in cui qualsiasi oggetto d'osservazione, per un istante, può apparire sotto una luce di rara intensità: dall'Artesiana di van Gogh alle ballerine russe, dall'ingresso dei pantaloni nella moda femminile alla cucina. Walser ci parla della natura onirica del teatro, e anche la sua prosa assume la sostanza dei sogni. Ci trasporta nella vita berlinese del primo Novecento, contemplata con l'occhio avido dell'immigrato dal microcosmo elvetico: "Qui nella metropoli si percepisce bene come vi siano ondate di intelligenza che passano impetuose sopra la vita di una società, pari a un lavacro". Occhio al quale non potranno sfuggire i tipi umani, fissati per sempre in ritratti irresistibili come quello di Kutsch, lo pseudoartista: "Ha sempre paura che qualcuno possa farsi bèffe di lui, ma ci sono certe persone che si possono ritrarre fedelmente solo facendosi beffe di loro".
Recensioni degli utenti
Esercizi di scrittura-22 aprile 2012
E' una raccolta di prose brevi. Questi racconti li ho letti con grande godimento e ammirazione. Mi sono parsi singoli ritratti capaci di imprimersi nell'immaginazione e di permanere nella memoria attraverso pennellate lucide e essenziali. Questi racconti sono frammenti di prosa perfetta. Ogni pagina è penetrata da un'ironia acuta che deriva dallo sguardo a volte disincantato altre volte complice e ancor più spesso visionario di Robert Walser.