Storie dalla città eterna edito da Sellerio Editore Palermo
Alta reperibilità

Storie dalla città eterna

Collana:
La memoria
Data di Pubblicazione:
26 novembre 2015
EAN:

9788838933998

ISBN:

8838933995

Pagine:
228
Formato:
brossura
Argomenti:
Racconti, ANTOLOGIE (ESCLUSE LE ANTOLOGIE DI POESIE)
Disponibile anche in E-Book
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Trama Storie dalla città eterna

C'è un drago al Corviale, il quartiere della periferia di Roma detto dagli abitanti "il Serpentone", un vero lucertolone, grande un intero appartamento, che terrorizza tutti. Con questa fiaba di Antonio Manzini si apre l'arazzo con cui sei scrittori raffigurano Roma. Racconti che si possono leggere anche seguendo la traccia fiabesca. La Stazione Termini, secondo Fabio Stassi, diventa un luogo magico e reale, che incanta "l'eterno andare solitario per il mondo". A Trastevere, racconta Chiara Valerio, scende un marziano che agisce in base al passato come noi facciamo in prospettiva del futuro, e vede oltre la luce visibile agli umani: si insinuerà misterioso nella vita di una ragazza. Giordano Tedoldi immagina un amore adolescente tra Monteverde Vecchio e il Vaticano, che esce dalle vecchie mura di un liceo clericale e si immerge nella libertà del colonnato del Bernini. Nel racconto di Gianni Di Gregorio, è lo squallore della periferia che diventa un balcone da cui osservare il globo: Roma caput mundi di tre "poracci" d'oggi che progettano una vita alla grande in un paradiso per pensionati miseri. Quella inventata da Giosuè Calaciura è un'avventura di barbari: una banda di ladri ragazzini si tira dietro un bambino "per bene" che sta diventando cieco, il quale per un giorno vede con i loro occhi una specie di città tardoimperiale, preda molle e meraviglia. Cinque scrittori, cinque visioni di una Roma diversa che raccontano luoghi, temi, visuali della stessa meravigliosa e contraddittoria città eterna. In Roma Fabio Stassi, Giordano Tedoldi, Chiara Valerio, Giosué Calaciura e Antonio Manzini scelgono una via unica e speciale della narrazione della capitale in cui si avventurano senza paura perché la grande e unica città, dove si scontrano il potere temporale con quello spirituale, è lo scenario perfetto per ogni racconto, per uno stato d’animo che muta e che ci lascia senza fiato. Pensando ai grandi del passato, da Pasolini a Moravia, Manzini offre il suo scorcio di Roma attraverso le varie tipologie umane che la abitano e li descrive intrappolati nello stesso luogo, costretti ad un ingorgo perpetuo in cui debbono starsi vicini, sebbene siano così diversi. Stassi sceglie invece un luogo ben preciso della città e un posto che è unico nel suo genere come la Stazione Termini dove ci si incrocia, ci si sofferma qualche ora, senza mai perdersi e senza mai ritrovarsi davvero. La Roma benestante e facoltosa viene invece raccontata da Giancarlo Tedoldi nelle vite di alcuni adolescenti che vivono tra Monteverde e il Vaticano e che bazzicano solo i luoghi “bene” della città. Giosuè Calaciura commuove e ci riporta ad un’umanità incredibilmente sofferente con la visuale della capitale dagli occhi di un bambino malato, costretto a letto, che Roma vorrebbe viverla e assaporarla momento dopo momento mentre Chiara Valerio ci racconta cosa vuol dire essere soli in una grande città, dove nessuno si conosce davvero, dove nessuno ti osserva e ti rammenta chi sei, attraverso le vicende di una donna che vive in un palazzo affacciato sul Tevere. Il fiume simbolicamente la trasporta via, attimo dopo attimo, pagina dopo pagina.

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Recensioni degli utenti

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3 di 5 su 1 recensione

Interessante e curiosoDi C. Guido-25 gennaio 2016

Ardita raccolta di racconti. Ardita per gli autori, così diversi fra loro, perché l'unico punto in comune è Roma. Curiosa perché raccoglie un normale racconto (Di Gregorio), un quasi romanzo o un inizio di romanzo (Valerio), una favola fantasy (Manzini),un racconto che si potrebbe adattare a qualsiasi città (Stassi), una favola tenera (Calaciura) e un racconto senza fine (Tedoldi). L'insieme risulta interessante ma lascia perplessi. Non so se consigliarlo, il gradimento va oltre i generi, risultando estremamente soggettivo.