Una storia semplice di Leonardo Sciascia edito da Adelphi

Una storia semplice

Editore:

Adelphi

Edizione:
24
Data di Pubblicazione:
29 Gennaio 1990
EAN:

9788845907296

ISBN:

8845907295

Pagine:
66
Formato:
brossura
Disponibile anche in E-Book
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Descrizione Una storia semplice

"Una storia semplice" è una storia complicatissima, un giallo siciliano, con sfondo di mafia e droga. Eppure mai - ed è un vero tour de force - l'autore si trova costretto a nominare sia l'una sia l'altra parola. Tutto comincia con una telefonata alla polizia, con un messaggio troncato, con un apparente suicidio. E subito, come se assistessimo alla crescita accelerata di un fiore, la storia si espande, si dilata, si aggroviglia, senza lasciarci neppure l'opportunità di riflettere. Davanti alla proliferazione dei fatti, non solo noi lettori ma anche l'unico personaggio che nel romanzo ricerca la verità, un brigadiere, siamo chiamati a far agire nel tempo minimo i nostri riflessi - un tempo che può ridursi, come in una memorabile scena del romanzo, a una frazione di secondo. È forse questo l'estremo azzardo concesso a chi vuole "ancora una volta scandagliare scrupolosamente le possibilità che forse ancora restano alla giustizia".

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Recensioni degli utenti

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3 di 5 su 14 recensioni

Semplice fin troppoDi c. lorenzo-28 Aprile 2012

A costo di essere controcorrente nel mio commento dirò che questa vicenda semplice, per quanto ben congegnata, lo è forse fin troppo e se l'avesse pubblicata qualsiasi altro autore che non si chiamasse Sciascia sarebbe stata probabilmente bollata come un onesto racconto criminale ma nulla più. C'è il crimine, sicuro, la denuncia di certi mali della società e delle concessioni della giustizia ma manca, a mio avviso, il furore tipico della prosa di Sciascia che in quest'opera è carente della sua solita incisività.

La banalità del maleDi C. Heiko-20 Febbraio 2012

E' una storia semplice come la banalità del male, quella che Sciascia ci narra in maniera essenziale e lineare, scorrevole e veloce. Eppure ci sono più contenuti in questa manciata di pagine che nei tanti libri che appesantiscono la borsa e non ci lasciano alcun bagaglio. Ne usciamo con una coscienza precisa di che cosa significhi la mentalità mafiosa. Da leggere assolutamente.

Una storia sempliceDi L. Giuseppe-26 Settembre 2011

Già dal titolo è evidente l'intento parodistico, per chi conosce Sciascia e la complessità delle sue opere, il racconto, perché trattasi di racconto lungo e non di romanzo, è invece estremamente complesso. Tutto ciò che a prima vista sembrerebbe di un'estrema semplicità è invece un gomitolo ingarbugliato, dove personaggi della giustizia e religiosi sono uniti da un unico filo conduttore che è quello della criminalità organizzata, insomma di quell'organismo distruttore, frutto di connivenze e di indifferenze, che è la mafia. Del resto chi non vede, o meglio chi vede e non parla, riesce ad avere vita lunga, e così un testimone avrà dei vuoti di memoria del tutto provvidenziali che non gli impediranno tuttavia di collaborare con la polizia per pervenire alla soluzione di un pluriomicidio, anche per potersi così scagionare, in quanto lui stesso sospettato, ma che riconosciuto il capobanda, personaggio dalla doppia vita ed estremamente influente, eviterà di svelarne il nome, eclissandosi alla svelta, fuggendo da quel mondo di costante tensione in cui l'onesto finisce con l'essere sempre la vittima. Veramente indovinati i personaggi, fra i quali emerge per atavico intuito il brigadiere, in eterno dissidio di classe con il commissario, e il professor Franzò, che in realtà interpreta il punto di vista Sciascia in un dialogo di alto livello proprio con il sottufficiale. Una storia semplice fu pubblicato postumo, dopo la morte dell'autore, come lasciò scritto anche nelle volontà testamentarie. Ma esso stesso, cioè questo racconto, è un lascito, quasi un'ammonizione per i posteri sul lento disgregarsi delle istituzioni corrose dal cancro mafioso, al punto da diventarne strumento di conservazione fino a esserne esse inglobate.

Una storia sempliceDi P. Leandro-8 Agosto 2011

Mi è piaciuto anche se secondo men on ha la profondità delle solite opere di Sciascia, sessanta pagine di botta e risposta tra l'Arma dei Carabinieri e il Corpo di Polizia nella risoluzione di un caso semplice'; l'indolenza diffusa e la disparità di punti di vista tra le due Istituzioni, crea in realtà un amplificarsi della storia che si ingarbuglia, monta incontrollata e ingigantisce a valanga. Cosicché un caso auspicato semplice diventa quel romanzo' che tutti avrebbero voluto evitare a spese di un malcapitato cittadino. Ironico e amaro; divertente e impietoso; lucido e grottesco. Sciascia riesce, in poche pagine, a fornire un quadro veritiero e scoraggiante di una Giustizia irraggiungibile e illusoria: una triste denuncia della realtà (non solo) siciliana. Un bel racconto, non c'è che dire, ma senza il respiro del romanzo!

Una storia sempliceDi I. Alice-21 Luglio 2011

Piccolo gioiellino di appena cinquanta pagine, magari da leggeretra un romanzo e l'altro. Il titolo riassume benissimo la storia, perfette sono queste 55 pagine (effettive) scritte con un linguaggio semplice come il titolo, arricchite da un tocco di sicilianità non dialettale ma nella costruzione delle frasi. I personaggi sono appena sfumati, ma sufficientemente caratterizzati da acuire il rimpianto per non vedere dedicato loro un romanzo, anche breve, piuttosto che un racconto di poche pagine. Ma è giusto così, un piccolo giallo che vive sulla rarefatta quotidianità di brigadieri, carabinieri e polizia, possiede un'atmosfera normale, non tensiva, ma un'atmosfera che riempie ad ogni parola e offre un finale che non invidia niente anche ai più celebrati thriller contemporanei. E' l'ultima ciliegina posata su un dolce buonissimo, una lettura consigliata a chiunque abbia un'oretta scarsa da dedicare a un piccolo capolavoro del genere.

Una storia sempliceDi C. Giuseppe-28 Aprile 2011

Sciascia è sempre riuscito, in poche pagine, a srotolare trame intricatissime. Anche in questo romanzo non si smentisce e, in sole 57 pagine, denuncia quella parte marcia della Sicilia da lui sempre biasimata: mafia, droga, omertà, codardia. Come al solito non può mancare colui, questa volta nelle vesti di un brigadiere dei carabinieri, il quale non accetta tutto ciò e prova, da solo, a cambiare le cose.