La storia di Miriam Makeba di Miriam Makeba, Nomsa Mwamuka edito da Gorée

La storia di Miriam Makeba

Editore:

Gorée

Data di Pubblicazione:
6 novembre 2009
EAN:

9788889605615

ISBN:

8889605618

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Miriam Makeba, una vita come sulle montagne russeDi B. Riccardo-6 gennaio 2010

Il nastro della memoria impatta subito con l'apartheid. Nel 1955 l?auto su cui viaggia si scontra con quella di una famiglia di bianchi. Il personale dell'ambulanza, bianco, soccorre i bianchi e neanche guarda i feriti neri: uno di loro, il comico Vitkor Mkize, morirà. Il primo marito la picchia a sangue e sarà la madre di Miriam a cacciarlo con la dovuta energia. La carriera artistica sta decollando, in Europa e negli Usa si stupisce di attirare gli sguardi perché, da africana, appare «diversa» da tutto. Negli Stati Uniti, nel ?59, si sente accettata e, con gratitudine, «impara» moltissimo da gente come Sarah Vaughan, Marlon Brando, Harry Belafonte, suo mentore che le insegna a camminare «a testa alta». «Alta? Sono solo 1,52», scherza lei. Ma quando lui vuole che lei si stiri i capelli, Miriam salverà la pettinatura afro e verrà imitata: i diritti degli afroamericani passano anche di lì. Nel 1960, prima africana incoronata dallo showbiz americano, la raggiunge negli Usa l'amatissima figlia Bongi, poi la notizia della morte della madre, ma il regime sudafricano le ritira il passaporto vietandole il rientro per 30 anni. All?Onu si scaglia contro l?apartheid. Ma quando le asportano l?utero per un cancro, «lo consideravo il mio essere donna», si abbatte. Reagisce, guarisce, canta dappertutto, ma quando scopre non le pagano i diritti d'autore per il successo mondiale di Pata Pata giustamente s'infuria. Dopo il divorzio nel ?66 dal trombettista sudafricano Hugh Masekela, con il nuovo marito e attivista politico nero afroamericano Stokely Carmichael nella Guinea indipendente, la cantante inizia un'altra nuova vita. Fiera di essere portavoce dei paesi africani in lotta, sarà la figlia, in un documentario, che la battezzerà «Mama Africa». Sempre in tour, sa interpretare «foneticamente» parola per parola un brano anche in una lingua a lei ignota: quando si dice orecchio musicale puro. Seguono altri discese e risalite. Divorzia, il nipotino di tre anni le muore in braccio, nel 1985 la figlia Bongi perde un figlio in grembo, impazzisce e muore drammaticamente, un dolore che quasi uccide Miriam. Sola, disperata, senza denaro, sgradita anche in Guinea, Miriam si risolleveràmin Europa combattendo l'apartheid con le sue canzoni vietate in Sud Africa dagli anni 60 finché, l'11 febbraio 1990, assiste a una svolta storica in tv: Nelson Mandela esce di prigione, lei piange incredula per la felicità. Il 10 giugno 1990, con passaporto francese, vola tremante verso casa. La attendono flash, fiori, balli, commozione, giornalisti. Miriam ha però un imperativo: chiedere perdonoalla madre per non averla accompagnata alla tomba e racconta un dolore intimo e sconfinato la foto che la riprende sul sepolcro. Riparte un'altra delle sue mille vite. Solo che, non essendo ricca perché ha tallonato poco i diritti d'autrice, Miriam avverte Nomsa Mwamuka che canterà fino alla morte. Infatti a Castelvolturno in Campania, il 9 novembre 2008, a 76 anni, MamaAfrica si accascia alla fine di un concerto contro la Camorra e per Saviano lasciando il sipario proprio come forse desiderava. (Stefano Miliani, L'Unità)