Storia delle idee del calcio. Uomini, schemi e imprese di un'avventura infinita di Mario Sconcerti edito da Baldini + Castoldi

Storia delle idee del calcio. Uomini, schemi e imprese di un'avventura infinita

Collana:
56
Data di Pubblicazione:
29 gennaio 2014
EAN:

9788868525408

ISBN:

8868525402

Pagine:
190
Formato:
brossura
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Descrizione Storia delle idee del calcio. Uomini, schemi e imprese di un'avventura infinita

Ogni epoca, ogni fase del calcio, quasi ogni partita hanno risposte diverse perché il calcio è tutto fuorché un gioco esatto. Si muove sotto la spinta di sentimenti e soprattutto di idee. L'autore ha pensato che un modo nuovo di raccontare il calcio fosse raccontare la storia di queste idee, capire come sono nati e che conseguenze hanno avuto sul campo quei piccoli colpi di genio che di volta in volta hanno cambiato il gioco e l'hanno avvicinato a una scienza. Dal sistema di Chapman alle grandi innovazioni di Viani, Rocco ed Herrera, dal calcio olandese contrapposto a quello all'italiana, all'arrivo della tecnologia con le sue macchine e le preparazioni personalizzate, fino alla rivoluzione di Sacchi e al calcio multietnico di oggi. Mario Sconcerti guida il lettore attraverso un viaggio nelle idee di un secolo, raccontando l'evoluzione del calcio e di come sia riuscito a diventare il gioco di tutto il mondo.

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3 di 5 su 2 recensioni

Un buon acquistoDi D. Donato-27 settembre 2011

362 pagine divise in tre grandi capitoli, ma è un libro che si fa leggere. Oggi del calcio si sa tutto. Ogni suo aspetto sembra quasi scontato. Il libro di Sconcerti, scritto "di notte e da giornalista, non da scrittore", va in profondità, spiega cosa c'è alla base di tutte le più grandi costruzioni calcistiche. E' uno studio meticoloso, supportato da dati e statistiche. Interessante e acuto, non delude le attese del lettore

Storia delle idee del calcioDi l. alice-12 aprile 2011

Il libro si legge molto bene, e' scorrevole e ogni pagina ti invita alla successiva. Mario Sconcerti gioca a fare un po' il Gianni Brera del XXI secolo, da qualche anno a questa parte: per chi non segue il calcio, parlato e scritto, alludo al tentativo di emulare uno dei maestri del giornalismo del '900, capace di mescolare cultura alta e bassa, geografia, storia e costume fingendo di parlare soltanto di ventidue individui che si muovono attorno a una palla che rotola. Emulare il gran lombardo è difficile per tutti, ed il toscano Sconcerti lo sa bene, come penso sappia che per capacità di sintesi, mescolanza di stili e cultura, fra gli allievi di Brera il più dotato è forse Gianni Mura, in forza a "Repubblica": assieme giornalista sportivo, critico gastrominomico, giallista, polemista e quant'altro. Sconcerti, dalla sua parte, ha il fatto di saper comunicare molto bene, e di saper leggere con estrema efficacia il calcio, nella sua tecnica, nel suo stile, nei suoi schemi, in altre parole nelle sue "idee". Questa storia delle idee del calcio è dunque un riesame teorico di circa centotrent'anni di storia sportiva, nella prospettiva - abbastanza originale e certamente intrigante - di vedere, nel filtro dei "sistemi di gioco", lo specchio dell'etos popolare, variabile nei tempi e nei luoghi. Esiste una relazione fra il multiculturalismo brasiliano e la generosità dei suoi campioni, la varietà degli stili di gioco dei verdeoro, la loro frequente vocazione a perdere partite già vinte? C'è qualche rapporto fra il liberalismo olandese, la presenza di una cultura ebraica aperta al mondo dei quartieri di Amsterdam e l'invenzione del "calcio totale" degli anni '60 e '70? Quali sono le ragioni storiche e culturali all'origine del complesso fenomeno del "calcio all'italiana", in apparenza difensivista, sparagnino, ma al dunque frutto di una tattica accortissima e dello studio maniacale di un avversario che, in partenza, si ritiene sempre più forte di noi? Sconcerti è bravo a porre gli interrogativi, acuto nel fornire delle possibili risposte, analitico nello spiegare l'evoluzione di certi fenomeni, abile nel sintetizzare il tutto senza quasi mai stancare il lettore. Se non ha il talento sconfinato di Brera, è sufficientemente modesto e intelligente per ammetterlo, ed altrettanto intelligente da andare oltre gli schemi del giornalismo sportivo tradizionale, facendo del calcio una chiave di lettura della storia. Quanto sia corretta lo dirà il singolo lettore: ma l'idea è affascinante, coraggiosa... Degna del miglior "calcio totale".