Storia della bruttezza edito da Bompiani

Storia della bruttezza

a cura di

U. Eco

Editore:

Bompiani

Data di Pubblicazione:
20 ottobre 2010
EAN:

9788845265280

ISBN:

8845265285

Pagine:
455
Formato:
brossura
Argomenti:
Filosofia: estetica, Semiotica, semiologia
Acquistabile con la

Descrizione Storia della bruttezza

Questo libro fa seguito al precedente "Storia della bellezza". Apparentemente bellezza e bruttezza sono concetti che si implicano l'uno con l'altro, e di solito s'intende la bruttezza come l'opposto della bellezza tanto che basterebbe definire la prima per sapere cosa sia l'altra. Ma le varie manifestazioni del brutto attraverso i secoli sono più ricche e imprevedibili di quanto comunemente si pensi. Ed ecco che sia i brani antologici che le straordinarie illustrazioni di questo libro ci fanno percorrere un itinerario sorprendente tra incubi, terrori e amori di quasi tremila anni, dove gli atti di ripulsa vanno di pari passo con toccanti moti di compassione, e al rifiuto della deformità si accompagnano estasi decadenti per le più seducenti violazioni di ogni canone classico. Tra demoni, folli, orribili nemici e presenze perturbanti, tra abissi rivoltanti e difformità che sfiorano il sublime, freaks e morti viventi, si scopre una vena iconografica vastissima e spesso insospettata. Così che, incontrando via via su queste pagine brutto di natura, brutto spirituale, asimmetria, disarmonia, sfiguramento, in un succedersi di meschino, debole, vile, banale, casuale, arbitrario, rozzo, ripugnante, goffo, orrendo, insulso, nauseante, criminoso, spettrale, satanico, repellente, sgradevole, grottesco, abominevole, odioso, indecente, immondo, spaventoso, abbietto, spiacevole e indecente, il primo editore straniero che ha visto quest'opere ha esclamato: "Come è bella la bruttezza".

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Recensioni degli utenti

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4 di 5 su 6 recensioni

Un saggioDi C. Michele-9 maggio 2012

Probabilmente non avrei mai comprato questo libro. Ma, spesso, anche i regali inattesi possono donare piacevoli sorprese. Non un libro ma un saggio sul significato del brutto e delle sue espressione artistiche nel tempo. Saggio arricchito da splendidi dipinti e dalla meravigliosa penna di Eco. Davvero piacevole.

Il brutto e il belloDi b. martina-3 agosto 2011

Il titolo mi ha convinto ha comprare il libro: è importante conoscere la storia della bruttezza perché la bellezza esiste solo in rapporto al concetto di bruttezza. Il libro è ricco di immagini che passano dall'antichità alla contemporaneità tra arte, cinema e letteratura. Molto interessante e da abbinare alla Storia della bellezza.

Bruttezza piacevole da vedereDi D. Paola-6 luglio 2011

Anche la bruttezza diventa piacevole se illustrata da Umberto Eco. La bruttezza illustrata in tutte le sue sfumature e sfaccettature... Bruttezza come stregoneria, falsita' , volgarita' , morte, paura, terrore ed altro. Vastissima la iconografia tra demoni, folli, orribili nemici e presenze perturbanti, deformita' rivoltanti e morti viventi... Anche piacevole da vedere.

Storia della bruttezzaDi C. Omar-7 aprile 2011

Brillante esposizioni su come è stata vista la bruttezza nell'arco di molti secoli. Interessante le parti sul "brutto sadico" e sui libertini francesi. Carente per quanto rigurda la storia dell'inquisizione. Un connubio di immagini, citazioni e testi per un'illustrazione semplice e alla portata di tutti di un argomento così tabù, eppure così intrigante.

BruttezzaDi R. Cindy-4 aprile 2011

Cos'è la bruttezza? Il semplice opposto della bellezza? E come è possibile definire, allora, in termini generali l'una e l'altra? Umberto Eco ci guida attraverso la storia, il significato e l'interpretazione della bruttezza. Bellissima, invece, la copertina.

Storia della bruttezzaDi S. Micaela-12 novembre 2010

Un buon lavoro di taglio divulgativo del concetto di brutto nel pensiero occidentale, dai greci in poi, con un discreto lavoro iconografico alle spalle. Essendo per l'appunto un testo di divulgazione, Eco passa in rassegna il brutto nelle varie epoche e nelle sue varie manifestazioni per accenni, dando un quadro d'insieme abbastanza generico ma rimandando a testi ben più corposi per un approfondimento del tema. Nonostante in generale sia un lavoro abbastanza ben fatto, ha una serie di pecche che non me l'hanno fatto apprezzare molto. Nella sezione dedicata al brutto osceno, Eco adduce come motivazione per non antologizzare i sonetti di Pietro Aretino la motivazione che sarebbero troppo al di là del comune senso del pudore. Ma non si pone assolutamente il problema nella sezione dedicata al sadico ed alla crudeltà, in cui vengono antologizzati brani di tortura che lasciano ben poco all'immaginazione. Perciò non capisco, le torture su uomini e animali sono accettabili per il comune senso del pudore mentre invece quando si parla di sesso se ne parla con risolini da educanda? O forse il signor Eco glissa sui sonetti di Pietro Aretino per non scontentare Santa Madre Chiesa, visto che nei sonetti si narra tra l'altro di accoppiamenti tra monaci e suore, che dovevano essere abbastanza frequenti da essere diventano un canone della letteratura da Chaucer in poi? In entrambi i casi non è un atteggiamento che depone molto a favore del rigore scientifico del testo.