Spavento di Domenico Starnone edito da Einaudi

Spavento

Editore:

Einaudi

Collana:
Supercoralli
Data di Pubblicazione:
13 ottobre 2009
EAN:

9788806194772

ISBN:

8806194771

Pagine:
290
Formato:
rilegato
Disponibile anche in E-Book
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Trama Spavento

Sono stato un uomo giovane, ho vissuto con pienezza e allegria, prima o poi dovrò morire. È questo il pensiero naturale e spaventoso al centro del nuovo libro di Domenico Starnone. Un pensiero che rimbalza di testa in testa, da un personaggio all'altro, dettando gesti e comportamenti, muovendo la vita e la sua "spoglia dolciastra", la letteratura, in direzioni diverse. Perché se di fronte alla morte la letteratura e i suoi infiniti giochi sfarinano, se la scrittura mette la vita "sotto spirito come le ciliegie", la paura di morire può diventare vero oggetto di racconto. Lo scrittore che inventa la storia e l'uomo che è al centro di quella storia, Pietro Tosca, sceneggiatore sessantanovenne che sente che "sta cominciando la vecchiaia vera" e forse qualcosa di peggio. Lo avverte dalla "sindrome del corpo sfiduciato", e poi da un segno che ha la forza di una rivelazione: qualche goccia di sangue nell'urina. Mentre intorno a lui la vita scalcia, soprattutto nella piccola cerchia dei giovani pronti a rubarsi le idee a vicenda, a imporsi nel mondo con un'autentica e inguardabile furia di vita, Tosca forse sta per morire. E all'idea della morte reagisce inventandosi una strategia di elusione. Ma all'improvviso lo scrittore che sta scrivendo questa storia si ammala anche lui. Sdraiato nel suo letto di ospedale continua a scrivere, e più scrive più sanguina.

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4 di 5 su 2 recensioni

SpaventoDi F. michele-24 luglio 2011

Libro che è geometricamente diviso in due parti tra loro simmetriche. Le due storie procedono parallele: lo scrittore ricoverato in ospedale che cerca di distrarsi completando la sua storia e il racconto stesso che si inceppa e si intrica con la realtà. E si alternano e si intrecciano i diversi tempi e modi di vivere la paura della morte, dalla negazione e fuga fino allo sprofondare nella sofferenza con compiacimento lamentoso. La narrazione è tenuta sul filo dell'autoironia di cui Starnone è sempre capace e descrive con acutezza quel garbuglio di lucidità e autoinganno, di misura e teatralità di cui siamo fatti tutti. Ma esisterà poi un modo per addestrarsi alla fine? Forse la saggezza può stare nel sapersi liberare dai propri desideri e contraddizioni, dagli affanni e dal logorio delle passioni e sottrarsi così gradualmente al mondo? "Ma no. Meglio tenermi fino all'ultimo tutto e il contrario di tutto, come avevo sempre fatto. Desiderare. Godere della folla di esperienze nominabili e innominabili. "Io" è questo, un turbinio di incoerenze che elabora tecniche per fingere una coesione. Mi inventerò qualcosa, via, quante storie: ce la fanno tutti, ce l'hanno sempre fatta tutti, ce la farò anche io a morire".

mortuarioDi F. Antonio-25 dicembre 2009

Il più provocatorio dei libri di Starnone che continua sul suo doppio percorso - inaugurato con Prima esecuzione - di scrittura e metascrittura. Qui affronta il tema ostile per eccellenza: la malattia, con correlate morte e vecchiaia. Vagamente mortuario, ma ormai da anni Starnone è stilisticamente il maggiore scrittore italiano