Sozaboy. Il bambino soldato di Ken Saro-Wiwa edito da Dalai Editore

Sozaboy. Il bambino soldato

A cura di:
I. Vivan
Traduttore:
Piangatelli R.
Data di Pubblicazione:
13 luglio 2010
EAN:

9788860737663

ISBN:

8860737664

Pagine:
291
Formato:
brossura
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Trama Sozaboy. Il bambino soldato

A Dukana, un villaggio ai confini del mondo dove vive il giovane Mene, nessuno sa niente di niente: tutti sentono alla radio di un governo che è cambiato e di cui conoscono solo funzionari e poliziotti, uomini corrotti che si pappano mazzette per ogni cosa. Mene conosce la giovane Agnes, con più tette che anima, e la vuole sposare, e tutto sembra andar bene finché non si comincia a parlare di nemico, di casini nella nazione, finché non arrivano sozasoldati a requisire cibo e reclutare gente. Per un giovane fare la guerra è una gran cosa, bisogna cacciare il nemico perché nel Paese manca il sale, e lui deve proteggere la giovane moglie. E così Mene diventa Sozaboy, veste l'uniforme e va al fronte. La perdita di innocenza di un mondo e lo scardinamento di gerarchie e ordini naturali attraverso gli occhi e le parole di un ragazzo che crede che la follia che lo investe abbia un senso, fino a scoprire dolorosamente il contrario. Il capolavoro di Ken Saro-Wiwa ispirato alla guerra del Biafra che devastò la Nigeria dal 1967 al 1970. Prefazione di Roberto Saviano.

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Recensioni degli utenti

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4 di 5 su 3 recensioni

Sozaboy. Il bambino soldatoDi C. Lello-24 luglio 2011

Fa onore a parecchi critici italiani che si siano accorti della bellezza e della struttura di tale scritto. La struttura del romanzo è efficacissima, fateci caso: progressiva. Una costruzione lenta e implacabile, come un gioco di Lego. Solo che 'Sozaboy'non è un gioco, e che i pezzi non sono affatto colorati, ma marciti dalla morte. Ken Saro Wiwa costruisce il romanzo strutturalmente perfetto perchè ci porta per mano attraverso un mondo, e aggiunge gli elementi in modo che l'occhio non l'avverta, ma la testa sì. E così, come un ago sottile, il lettore attraversa la vita di Mene, ragazzino ignorante e innocente che parla solo uno stentato rotten english. Una vita tenera segnata dall'inganno e dall'illusione. Osservate i canti dell'esercito; affilate lo sguardo sul primo incontro di questo ragazzo con il suo fucile e poi... Arrivate fino al Nemico. Perchè voi non scoprirete MAI -come Mene, del resto- chi esso realmente sia. Qui non c'è un Nemico. Ogni cosa è nemico. Ogni uomo è nemico. In una realtà in cui tutti i meccanismi del diritto saltano non c'è vita vera, perchè l'agenda la dettano solo l'oppressione e la violenza. Entrambe geometriche e metodicamente affilate. Nulla vi dico della fine, ma riflettete sul fatto che la medesima sorte tocco' ai reduci del Vietnam. Capirete così che questa di 'Sozaboy'è la possibile storia di ogni luogo. E che la letteratura della grande Africa merita molto di piu' dello spazio risibile riservatogli sporadicamente.

SozaboyDi p. raffaele-6 aprile 2011

Quel genere di libro che i lettori cercano sempre, ma che raramente riescono a trovare: avvincente, corposo, da prendere e non mollare fino alla fine. Libro molto paticolare questo di Ken Saro Wiwa, dove l'ingresso nel girone infernale della guerra avviene lentamente, oserei dire quasi in maniera dolce. Molto diverso da quanto accade ad esempio nella storia narrata da Enanuel Dongala "Johnny Mad Dog", dove l'orrore della guerra e l'insano ed irresponsabile comportamento della comunità internazionale sono sempre presenti dalla prima all'ultima riga e non è mai possibile trovare un momento di requie. Qui, nella storia di Ken Saro Wiwa, addirittura all'inizio la guerra sembra un qualcosa di sospeso tra un mito raccontato ed un'occasione per il protagonista di crescere e di effettuare quel passaggio dalla vita adolescente alla vita da uomo. Ma non se ne percepisce l'aspetto violento o la compenente di morte e di sopruso, di inutilità e vuotezza che l'accompagnano. L'essere soldato e la guerra sembrano una reale occasione di riscatto e di crescita del protagonista e di tutta la sua comunità di riferimento. Ma lentamente lo scenario cambia e con esso il protagonista che effettivamente diventa uomo, nel senso più pieno del termine. Diventa uomo perchè prende coscienza, sulla sua pelle, di ciò che una guerra effettivamente è, non solo morte e distruzione, ma anche totale mancanza di riscatto per la sua gente che ne rimarrà completamente annientata. Così con un linguaggio semplice, quasi elementare, Ken Saro Wiwa ci mostra la "dolcezza" dell'orrore, di cone si può scivolare lentamente nel baratro senza avere la possibilità di fermarsi, poichè sul ciglio non c'era l'appiglio, ma solo qualcuno che spingeva.

SozaboyDi O. Paolo-30 ottobre 2010

l'ho adorato e divorato. grazie ad una scrittura originalissima (e nel rotten english dell'originale dev'essere ancor più spettacolare) e ad un protagonista impossibile da non amare nel suo essere un candido nigeriano che prende parte ad una guerra (la guerra civile nigeriana del '67) di cui non sa niente, e nella quale la distinzione tra amici e nemici è assolutamente labile e comunque incomprensibile per lui, il sozaboy. il tutto attraverso un mondo dove la corruzione (economica e morale) domina in maniera terrorizzante. una bella sorpresa, sia per il romanzo che per la scoperta di un personaggio che non merita l'oblio.