Il sogno del genoma umano e altre illusioni della scienza di Richard C. Lewontin edito da Laterza

Il sogno del genoma umano e altre illusioni della scienza

Editore:

Laterza

Traduttore:
Sampaolo M.
Data di Pubblicazione:
1 luglio 2004
EAN:

9788842073420

ISBN:

8842073423

Formato:
brossura
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Descrizione Il sogno del genoma umano e altre illusioni della scienza

Lewontin è semplicemente l'uomo più intelligente che abbia mai incontrato. Le sue conoscenze e l'ampia prospettiva umanistica -così rara tra gli scienziati-, la sua scrittura incisiva e attraente (ancora più rara!) ci danno il prezioso dono di accedere alle sue intuizioni, ai suoi ammonimenti, al suo speciale modo di vedere la vita. (Stephenj Gould) "Lewontin è il Voltaire dell'era del Gene assoluto. Oggi che la biologia diventa la nostra scienza dominante e il darwinismo la ricostruzione più accreditata della nostra evoluzione, questo è un libro necessario". (Clifford Geertz) "Lucide e basate su una profonda comprensione di molti settori, queste pagine sono stimolanti e provocatorie, di impressionante qualità e importanza". (Noam Chomsky)

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5 di 5 su 1 recensione

UN MITO RIDIMENSIONATODi P. Tullio-24 agosto 2009

Senza conoscere l'autore, mi sono lasciato sedurre da citazioni incontrate in altre letture ed ora, dopo aver avuto il piacere di leggere questo interessante saggio, sono ben lieto di commentarlo in modo positivo. Si tratta di una raccolta di recensioni, pubblicate dalla New York Review of Books, di alcuni saggi di un paio di autori più o meno noti, in cui questo illustre genetista mette in evidenza non solo la propria esperienza scientifica, mondialmente riconosciuta, ma anche le sueconcrete doti di erudizione, al di fuori delle sue specialità accademiche, lasciando in alcuni casi certi "monarchi" - o presunti tali - in abiti di scarsa copertura, se non addirittura nudi. Infatti, i media, in questi ultimi tempi, ci hanno proporzionato una vera valanga di fantasticherie sulle miracolose scoperte rivelate dal moderno studio dei geni in generale, ma in modo particolare più specifico sul progetto GENOMA. Tutti abbiamo seguito con enorme curiosità e spesso con altrettanta perplessità e non meno scetticismo, la nota questione della clonazione della famosa pecora Dolly; ebbene, molto prima che se ne scoprisse il completo fiasco, Lewontin ne aveva denunciato l'inutilità, spiegandone le ragioni scientifiche, in cui indica pure i limiti che la scienza affronta nella capacità di poter conoscere o determinare o predire certe caratteristiche ereditarie. La copertina stessa di questo saggio è già di per sé una specie di prefazione grafica dei temi di cui l'autore offre un'utile introduzione, presentata criticamente dai punti di vista del ricercatore. Egli non esita ad entrare in dichiarata polemica con alcuni suoi colleghi; ed in un linguaggio oltremodo chiaro, di facile lettura, accessibile anche ai non iniziati, espone i meccanismi che possono influenzare lo sviluppo dei geni, potendo questi riprodurre sorprendenti mutazioni che sorprendentemente molto diverse dalle aspettativa anche nel caso di cellule gemellari. Infatti, l'influenza dell'ambiente che spesso si confonde con l'ereditarietà, può causare altrettante importanti alterazioni: fenomeni che si manifestano presso nuclei di intere famiglie, troppo spesso, sono scambiati con valori di origine ereditaria, mentre in realtà sono generati dalla cultura, dalla tradizione in cui, per esempio, casi di determinati vizi si trasmettono attraverso la convivenza e certamente non geneticamente. Le sue analisi non si limitano ai dubbi che egli nutre su affermazioni di altri colleghi genetisti che egli considera pseudo-scientifiche; ma analizza anche le teorie che emergono,con una certa insistenza, dai preconcetti ideologicamente orientati di sociologi cosiddetti "politicamente corretti o scorretti". Non ha molta pietà e senza risparmiare critiche alle teorie sostenute dai soliti storiografi "impegnati" tanto da una parte che dall'altra - e che sovente sembrano avere la pretesa di poter sostituire i profeti stessi, attacca le diverse correnti. E' poco tollerante anche nei confronti di una certa sociologia genetica e dà enfasi ai suoi dubbi su tutta una serie di assiomi a proposito dell'ereditarietà di tare, come l'inclinazione alla delinquenza, all'alcolismo, al consumo di droghe, alla prostituzione ed altri preconcetti che a suo tempo, già il nostro fin troppo famoso quanto tenebroso "papa" della grottesca "antropologia criminale", Cesare Lombroso suggeriva, tanto di moda alla fine del XIX secolo. Le assurdità saranno altrettanto care al razzismo del suo tempo e che, ahimè, vediamo nuovamente rispolverate dai moderni razzisti occidentali di turno che non dissimulano la profetica pretesa di esaltare una superiorità razziale nei confronti di altre etnie, sull'ingenua base di abiti e tradizioni incompresi, troppo diversi dai nostri e che non sono in grado di tollerare e quanto meno di accettare per mere questioni culturali. In fine, dedica alcune critiche ai pregiudizi che individui, estranei alla ricerca, riservano alle nuove tecniche sviluppate in botanica e conclude con una critica all'incompresione di queste nuove tecnologie.