Smamma

Calzini sporchi, piatti buttati ovunque, musi imbronciati e poca voglia di studiare. Molti genitori si confrontano con i piaceri di avere per casa un figlio adolescente e Valentina Diana con Smamma lo racconta in modo ironico e divertente, facendo sentire decisamente meno soli i poveri malcapitati. Quel figlio splendido, dai riccioli d’oro e dai grandi occhi blu che fino al giorno prima ti guardava adorante, si trasforma all’improvviso in un mostro, in un insieme di svogliatezza e impertinenza che una madre fa difficoltà a riconoscerlo come suo pargolo. E allora ecco che il romanzo dell’esordiente Diana giunge perfettamente per raccontare l’adolescenza di oggi, con ilarità e dialoghi surreali di serate passate a tavola in cui la cena si trasforma in un estenuante tira e molla tra genitori e figli. E non credete alle amiche che vi raccontano di figli prodigio che passano i pomeriggi a studiare nella loro camera, lontani da telefonini e iPad, e poi escono sorridenti per confidare gioie, segreti e disperazioni alla mamma e al papà. Forse esistono questi esempi di ragazzi modello, ma secondo Valentina Diana sono frutto delle fervide fantasie dei genitori, talmente disperati da inventarsi una realtà parallela e sicuramente migliore. In Smamma la madre solare, disperata, ma a tratti divertita si deve confrontare con il suo contrario e così raccontarlo diventa come un mantra per scacciare la verità e sdrammatizzarla, perché in fondo tutti ci siamo passati in quel cumulo di confusione, malinconia e arroganza che è l’adolescenza e allora da genitori si attraversa il girone dell’inferno una seconda volta, ma per lo meno si ha l’ironia per guardarla con occhi diversi. Tra nevrotici colloqui con gli insegnanti in cui la tecnica migliore è il dribblaggio e il convinto concordare tra adulti depressi e momenti di rara e pura calma e bellezza, il romanzo di Diana è una guerra di universi contrapposti in cui chi lascia per primo vince di sicuro. Ma solo dopo aver letto tutto Smamma guarderete con occhi diversi i vostri figli e non vi sembreranno più dei mostri a tre teste, ma forse solo a due!