Skippy muore di Paul Murray edito da I Libri di Isbn/Guidemoizzi

Skippy muore

Traduttore:
Ambrosi B. R.
Data di Pubblicazione:
29 aprile 2010
EAN:

9788876381713

ISBN:

8876381716

Pagine:
813
Formato:
brossura
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Trama Skippy muore

Daniel "Skippy" Juster e Ruprecht Van Doren sono compagni di stanza al Seabrook College di Dublino. Skippy è nella squadra di nuoto e passa le sue giornate attaccato al Nintendo, Ruprecht è un piccolo genio in sovrappeso con la passione per la matematica, le invenzioni e la speranza di comunicare, un giorno o l'altro, con gli extraterrestri. Una sera, in un locale, i due fanno a gara a chi mangia più ciambelle. Accade in un attimo: Skippy diventa rosso in viso, stramazza al suolo e muore in pochi minuti. Da questa fatale competizione prende il via una tragicomica avventura, fatta di piccole e grandi storie: primi amori che sbocciano con il lancio di un frisbee, spacciatori gelosi e fuori di testa, party di Halloween ad alto contenuto stupefacente, giovani professori in crisi esistenziale, preti potenti dal passato oscuro, e bizzarre teorie sull'esistenza di universi paralleli. Un romanzo di formazione atipico, in cui Paul Murray mostra il fragile confine che divide la realtà dalla finzione, l'amore dal tradimento, la vita dalla morte.

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Recensioni degli utenti

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4 di 5 su 5 recensioni

Lettura notevoleDi G. Luigi-13 maggio 2012

Un racconto ironico e toccante: ad ogni capitolo si corre il pericolo di ritrovarsi di fronte alla versione giovanile di se stessi, quella che ancora aspirava all'amore che rende necessariamente felici, al giusto o all'ingiusto, alla possibilità per tutti di un mondo alternativa. Ma si trova anche l'idea che se un altro mondo c'è allora dobbiamo cercarlo intorno a noi.

Bello!Di G. Anna-15 dicembre 2011

Mi è davvero piaciuto e lo consiglio... Anche come regalo, perchè la storia trascina il lettore, delinea i personaggi in modo preciso... Ed è davvero piacevole sebbene il formato non sia comodissimo

Skippy muoreDi C. Omar-7 aprile 2011

Solo per lettori esigenti e con molto tempo a disposizione. Ora, in verità, nonostante quello che dice la prima copertina, né "Il giovane Holden" né Donnie Darko c'entrano un granché con il romanzo, se non per il fatto che parlano di adolescenti. Ciò non sminuisce affatto il valore di quest'opera, che è una fresca, intensa e arrabbiatissima storia di giovani vite sulla soglia di un mondo che li schiaccia, li umilia e li mette di fronte a prove spesso inutili, corrompendo i loro ideali e la loro forza. In questo, e nell'ambientazione prevalentemente collegiale, "Skippy muore" ricorda semmai più "L'attimo fuggente", e come nel film il regista, anche qui l'autore è tutto dalla parte delle giovani "vittime", spinti dagli adulti ad entrare in competizione e primeggiare anche a spese del prossimo. I ragazzi del Seabrook College sono forse più rabbiosi, più violenti, più "moderni" degli studenti che declamavano Capitano Mio Capitano. Hanno le droghe, hanno il sesso, conoscono meglio, e maneggiano parimenti, gli umilianti strumenti degli adulti. Ma restano essenzialmente vittime di un ambiente che pari più rifiutarli che accoglierli, che li violenta nel corpo e nell'animo. Ottocento pagine sono tante, e sarebbe un miracolo se non ci fossero dei cali di tono, ma nel complesso questo romanzo riesce ad alternare magistralmente ironia e dramma, lasciandosi leggere con piacere intenso, qualche lacrima e tanto entusiasmo.

Skippy muoreDi R. Alice-22 febbraio 2011

Questo è uno dei libri più belli di tutti i tempi. Divertente ma nello stesso tempo toccante. Sembra leggero leggero, quasi una "storiella", di quelle che si leggono speditamente e che non richiedono che ci si soffermi più di tantoma se invece ci si sofferma un attimo, se si guarda appena sotto la superficie, è facile trovare un mondo di riflessioni, che riguardano un po' tutti noi, noi comuni mortali. Chi non si è mai sentito come quando Skippy viene baciato da Lori? Chi non si è mai sentito così disperato come Howard quando realizza la sua solitudine, quando si rende conto di quanto è forte la mancanza della persona che finora ci è stata accanto? Scorrendo le pagine si legge del rapporto tra genitori e figli (il padre di Skippy che erige una barriera emotiva nei confronti del figlio per riuscire a gestire la malattia della moglie, nonostante Skippy chieda attenzione piangendo, vulnerabile, o i genitori di Lori che, come milioni di altri genitori, sopperiscono ad una incapacità di fronteggiare le problematiche della figlia con regali e attenzioni materiali), della comunicazione adultoadolescente, ovvero una delle grandi difficoltà che hanno attraversato trasversalmente tutti i tempi (il colloquio tra Ruprecht e Howard nel locale delle ciambelle mi sembra alquanto emblematico e rappresentativo della difficoltà di dialogo e di comprensione reciproca, con una chiusura impenetrabile), ma anche di alcuni tratti caratteristici della società di oggi, del mondo occidentale, che ancora una volta ci fa dire che "tutto il mondo è paese". Accade così quando Farley parla della società che ci vuole in un certo modo, che ci "impone" di fare determinati acquisti, che perdiamo peso per essere più in linea con l'immagine che ci viene richiesta ("il cinismo di questo processo è incredibile. Ma nessuno se ne è preoccupato, e poi facciamo sproloqui sull'amore e sulla carità e tutti quei valori cristiani"). Infine l'episodio di abuso di un minore che coinvolge Padre Green mi ha riportato un po' alle notizie che fluttuano ciclicamente nei nostri telegiornali sugli scandali della chiesa: tentativi di "coprire" l'accaduto spostando l'attenzione su altro, dove l'importante è salvaguardare l'immagine ad ogni costo (nel testo chi vuole mantenere inalterata l'immagine della scuola definisce l'abuso "un errore di valutazione"). Ecco, tutto questo è Skippy muore (e forse anche di più) , un libro scorrevole, non eccelso nello stile, ma in grado di far riflettere il lettore, con punte di ironia divertenti, il tutto ambientato tra le strade di una Dublino che personalmente ho sempre amato tantissimo.

Skippy muoreDi B. Mark-8 novembre 2010

Apatici e appassionati, devianti e fragili, tossicomani e puri, audaci e inesperti, cinici e sognatori: sono un po' tutto questo, gli adolescenti di Paul Murray. Circondati da un contesto ipocrita: una scuola che vuole forgiarli per essere il meglio della futura top-class, che non è capace di ascoltarli ma solo di addestrarli, che nasconde sotto lo zerbino delle case e delle scuole lussuose che frequentano, i disagi e le grida di disperazione. In questo quadro, quasi a dipingere forte la forza vitale della loro età, non mancano pennellate di ingenuità: improbabili colloqui sul sesso, teorie scientifiche strampalate e confronti sull'altro sesso, immaginato romanticamente o usato strumentalmente. Si ride e si piange, in tutto questo, e la storia è bella e scritta bene. Un filo prolissa, forse, ma anche no. Chiuse le 800 pagine, alcuni personaggi continuano ad abitare la memoria, nitidissimi.