La sinfonia del cervello di Elkhonon Goldberg edito da Ponte alle Grazie

La sinfonia del cervello

Collana:
Saggi
Traduttore:
Blum I. C., Zago F.
Data di Pubblicazione:
13 maggio 2010
EAN:

9788862201285

ISBN:

8862201281

Pagine:
432
Formato:
brossura
Argomento:
Neuroscienze
Acquistabile con la

Descrizione La sinfonia del cervello

Questo libro parla del cervello, l'organo misterioso che è parte di noi, che fa di noi ciò che siamo, che ci dona le nostre preziose facoltà. In particolare, si tratta della più ampia e aggiornata disamina esistente su uno dei suoi più grandi misteri irrisolti: i lobi frontali. Si sa che queste ampie aree cerebrali sono per il cervello quello che il direttore è per l'orchestra; che svolgono le funzioni più avanzate e complesse; che a loro sono legate l'intenzionalità, la determinazione e l'attività decisionale, e che raggiungono uno sviluppo significativo solo negli esseri umani. Forse sono proprio loro a renderci umani. Parlando dei lobi frontali, questo libro parla della consapevolezza di sé e degli altri; di talento e successo; di creatività; di differenze tra uomini e donne. Ma anche della civiltà e della storia, delle analogie fra l'evoluzione del cervello e lo sviluppo delle strutture sociali complesse; e quindi di maturità e di responsabilità sociali. E naturalmente di sviluppo cognitivo, di apprendimento e di invecchiamento, di come potenziare le funzioni cognitive e proteggere la mente dal declino. Scritto da uno fra i maggiori neuroscienziati del mondo, reso ancor più piacevole da aneddoti e racconti di casi clinici, questo è un viaggio appassionante alla scoperta di un cervello sempre più complesso e stupefacente, in un mondo altrettanto complesso e stupefacente.

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4 di 5 su 1 recensione

La sinfonia del cervelloDi R. Pasqualina-27 settembre 2011

Il rapporto tra neuroscienza e filosofia è al centro di questa monumentale trattazione di Goldberg e mi ci sto appassionando portato a frequentare questi territori dai problemi in cui vado imbattendomi nella ricerca didattica: il rapporto tra apprendimento e insegnamento efficace (soprattutto quando di mezzo ci sono le tecnologie! ) , tra memoria e attenzione (i ragazzi che non si concentrano, non sanno più il significato dell'impegno... ) , il peso della rappresentazione della conoscenza in funzione dell'apprendimento (o Powerpoint o morte) . Partito da qualche lavoro divulgativo di Boncinelli e da un classico come L'errore di Cartesio di Damasio vero spartiacque teorico nella storia recente della ricerca neuroscientifica -, mi sono poi interessato ai lavori di Semir Zeki (professore di neuroestetica allo University College di Londra) , occupandomi di recente di un bellissimo libro di Elkhonon Goldberg, La sinfonia del cervello. Goldberg è un lettone (Riga, 1946) che fu allievo del grande Luria all'Accademia delle Scienze di Mosca e che ora insegna Neurobiologia al New York Medicine College. Il libro è affascinante, tutto costruito attorno alla metafora del cervello come una grande orchestra i cui diversi elementi trovano nei lobi frontali il loro direttore. Da essi dipendono tutti i cosiddetti processi esecutivi, ovvero quelle operazioni di secondo livello (intenzionalità, determinazione, attività decisionale complessa) che garantiscono all'uomo, in quanto soggetto pensante, una posizione evolutiva a parte rispetto a tutti gli altri animali (anzi, forse sono proprio questi processi a renderci umani come Goldberg suggerisce) . Nella lettura la mia attenzione è stata richiamata da una distinzione che mi è sembrata molto importante. Nello spiegare come il nostro cervello risolva problemi, il neurologo distingue due tipi di strategia: il VDM e l'ADM. Il VDM (Veridical Decision Making) è proprio di quelle situazioni in cui vi è di certo una soluzione vera e tutte le altre sono false. Invece l'ADM (Adaptive Decision Making) consiste nel mettere a punto una strategia di soluzione per un problema che di per sé non ne prevede una certa. Dal punto di vista didattico, chiaramente, le cose stanno molto diversamente nei due casi. Il VDM presuppone che vengano presentati agli studenti compiti deterministici: di fronte a un compito di questo tipo sono chiamato ad operare secondo algoritmi che mi hanno fatto precedentemente apprendere. Il sapere che si promuove è procedurale, solo procedurale. L'ADM, invece, chiede che i problemi presentati siano complessi e ambigui: in questo caso non basta applicare, viene richiesto di immaginare soluzioni possibili, confrontarle tra loro, valutarne l'efficacia, esercitare la propria libertà di scelta nell'orientarsi su una piuttosto che sull'altra. Ora, mentre la vita quotidiana è normalmente basata sull'ADM, curiosamente il nostro sistema educativo è improntato quasi esclusivamente al VDM. L'aggiornamento dei sistemi didattici e la tanto discussa innovazione potrebbero essere messia tema da qui.