Signori bambini di Daniel Pennac edito da Feltrinelli
Alta reperibilità

Signori bambini

Editore:

Feltrinelli

Traduttore:
Mélaouah Y.
Data di Pubblicazione:
27 Dicembre 2012
EAN:

9788807880803

ISBN:

8807880806

Pagine:
188
Formato:
brossura
Disponibile anche in E-Book
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Trama Signori bambini

Recuperando la verve deliziosa e stralunata delle sue storie per l'infanzia, senza rinunciare al senso dell'intreccio narrativo, Pennac riemerge dal turbinante mondo della tribù Malaussène trasferendone tutta la vivacità e la tenerezza in questo romanzo. Durante una delle sue lezioni Monsieur Craistang, professore di francese, dà ai suoi allievi per punizione un tema per il giorno seguente: "una mattina ti svegli e ti accorgi di essere diventato adulto. Vai in camera dei tuoi genitori e scopri che sono tornati bambini. Racconta il seguito". Da questo spunto decolla un'avventura quasi disneyana in piena Belleville, intrappolata in tutte le contraddizioni della nostra difficile contemporaneità.

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3 di 5 su 11 recensioni

Il sentimento dell'infanziaDi b. anna-15 Febbraio 2017

Un professore sembra odiare il suo mestiere e non capire i bambini. I bambini lo vorrebbero morto, nel migliore dei casi. I genitori lo temono più di qualsiasi altra cosa al mondo. I tre bambini protagonisti incarnano la pluricoltura: un seconda generazione, un ebreo con madre non ebrea, un orfano di padre con madre che non può dimenticare il marito morto e cerca un altro amore in modo sbagliato. Tutti e tre sono solo poco più che bambini, hanno quasi 13 anni, anche se due di loro hanno già comportamenti da adulti. Il professore sembra disprezzare l'infanzia, considerarla un incomprensibile momento della vita. Tutti sembrano ricordarla con nostalgia, in realtà è solo un ricordo falso e falsato. Un libro di mestiere, a volte divertente e commovente.

Piacevole ma non troppoDi M. Preziosa-10 Luglio 2012

Scorrevole nella lettura, storia discretamente bella, ma non vi aspettate troppo o rimarrete delusi. E' un libro da prendere alla leggera, che va letto senza troppe pretese. La scrittura è abbastanza accattivante, i personaggi ben caratterizzati, la storia carina ma talvolta poco logica. Piacevole, ma di certo non imperdibile.

Punti di vista invertitiDi P. Francesca-29 Febbraio 2012

Spunto originalissimo per offrirci il punto di vista dei bambini sulla vita degli adulti. Tutti i bambini sognano di crescere prematuramente, di essere come i loro genitore e in questo romanzo ci accorgiamo che essere adulti con una mente da bambini è tutt'altro che semplice e l'esperienza dei 3 protagonisti si rivela essere abbastanza tortuoso. Pennac riesce anche questa volta a regalarci un romanzo piacevole che non manca di farci riflettere.

SIGNORI BAMBINI di DANIEL PENNACDi S. Giuseppe-23 Agosto 2011

Una dote che non manca a Pennac è l'originalità e infatti questo libronon fa eccezione! Scorrevole, piacevole, divertente, ma qui l'autore dosa bene anche sensibilità e delicatezza, con parti del testo toccanti e quasi commuoventi. La scrittura è fluida, il ritmo incalzante, la trama coinvolgente e appassionante.

OriginaleDi A. Laura-10 Agosto 2011

Un libro davvero originale, non banale e divertente. Scritto in modo un pò bizzarro, incalzante e curioso. Pennac in questo libro sa usare una insospettabile sensibilità e sa coinvolgere il lettore divertendo e commuovendo, appassionando alla lettura. Non amo molto lo stile di Pennac perchè mi pare che a volte i suoi romanzi si somiglino troppo l'uno all'altro, ma questo libro è originale e non banale

Signori bambiniDi M. Luigi-9 Agosto 2011

Di Pennac mi ha sempre infastidito lo stile poco scorrevole, molto veloce a scapito della chiarezza, non posso dire che siamo in presenza di un cattivo scrittore, o che i suoi temi di fondo siano noiosi, squallidi o scontati; solo che mi sembra uno di quei cantanti che scrivono sempre canzoni che si somigliano tra loro, tutte con la stessa tonalità, con gli stessi accordi, con parole simili. I personaggi di Pennac sembrano fatti un po' con lo stesso stampino, ognuno me ne ricorda un altro visto in un altro libro, Belleville è sempre Belleville e ribadisco quello che scrissi in occasione del ciclo Malaussène, io detesto il modo in cui Pennac vede la maggior parte (vorrei dire la totalità, ma non posso affermarlo) dei personaggi femminili. Mi pare che ci sia veramente poca differenza tra la donna pennachiana e la tabaccaia felliniana e si può dire che io non apprezzi molto questo tipo di icona, tanto per usare un eufemismo. L'idea dei bambini che diventano adulti e viceversa, quella del rovesciamento dei punti di vista, sì, può essere divertente e sbarazzina, il libro ha dei guizzi di ilarità, si sorride, però... A me resta in bocca quel senso di lieve teatralità e quella sottile aura di irrealtà che ho già riscontrato in Diario di scuola. Un libro, intendiamoci, dove Pennac parlava con cognizione di causa della sua pluriennale esperienza di insegnante delle scuole medie, ma con quell'entusiasmo un po' eccessivo come fosse un piazzista di aspirapolvere, quelli che vendono prodotti perfetti, dai mille accessori, i migliori sul mercato. Ecco la magagna, a me fondamentalmente i libri di Pennac sembrano favolette che finiscono lì, campionari di buonismo un po' naif, sfilate di esseri stravaganti e bizzarri che non possono essere presi sul serio perché è l'autore stesso a non farlo per primo. E termino come ho iniziato: ogni volta che leggo un libro di Pennac mi dico "basta, questo è l'ultimo". Poi ci ricasco perché forse spero di ricredermi. Chissà.