Shosha di Isaac B. Singer edito da TEA

Shosha

Editore:

TEA

Collana:
Teadue
Edizione:
5
Traduttore:
Biondi M.
Data di Pubblicazione:
24 febbraio 1992
EAN:

9788878192805

ISBN:

8878192805

Pagine:
222
Formato:
brossura
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Trama Shosha

Shosha è la compagna di giochi del piccolo Aaron Greidinger, figlio del rabbino della via Krochmalna, a Varsavia. A Shosha, che lo ascolta con la meravigliosa stupefazione dei semplici, Aaron racconta storie fantastiche, fiabe, storie d'amore che non oserebbe raccontare a nessun altro. Ma l'incanto si spezza. La prima guerra mondiale è alle porte, il padre di Aaron è costretto a lasciare la città... Tornato a Varsavia ormai adulto e deciso a diventare scrittore, Aaron si getta nella vita febbrile della capitale, frequentando i circoli artistici, partecipando ai fermenti politici e inseguendo le promesse d'amore di molte donne. E sarà proprio una di queste, per capriccio, a trascinare Aaron nei luoghi della sua infanzia, in via Krochmalna, nel ghetto. "Shosha" può essere letto in molti modi: come la parabola dell'ebreo sradicato, come la storia di un'educazione sentimentale, come il viaggio iniziatico di un artista, ma forse il modo più giusto è proposto dallo stesso autore. Alla domanda "Che storia è quella narrata in Shosha?" Singer rispose: "Una storia d'amore".

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4 di 5 su 2 recensioni

Letteratura yiddish Di b. alfio-27 febbraio 2012

E' molto bello e da nostalgia recuperare queste atmosfere. Il suo mondo è il mondo dei chassidim, in cui il folklore ebraico, la lingua yiddish e la mistica si uniscono e permeano ogni tessuto della comunità. Una lettura non facile per le argomentazioni filosofiche e religiose che vengono sollevate durante le discussioni tra intellettuali e occupano buona parte della storia frenandone un po' il ritmo narrativo. Singer è uno scrittore straordinario e le sue storie senza mai pronunciarsi in tal senso sono una denuncia nei confronti dell'olocausto.

ShoshaDi G. Giovanni-22 febbraio 2011

Mi è piaciuto - anzi, posso dire proprio di averlo amato. Il mondo di Singer è il mondo dei chassidim, in cui il folklore ebraico, la lingua yiddish e la mistica si uniscono e permeano ogni tessuto della comunità. La vita di questi pii ebrei immersa nei tempi e nei luoghi dettati dalla tradizione mistica si intreccia in questo breve romanzo con la storia stessa della Polonia, schiacciata all'epoca dei fatti da una parte dalla Germania di Hitler, dall'altra dalla Russia di Stalin. In tutto ciò, Shosha evidentemente assume un valore tutto particolare, allegorico rispetto alle vicende umane raccontate, il cui vero significato sta forse nella serena e rassegnata accettazione della propria sorte da parte di molti di questi chassidim, che lentamente si incamminavano verso la propria fine con la convinzione che, dopotutto, ciò rispondeva a logiche divine. Ma Shosha è morta prima della tragedia della Shoah mentre Aaron riesce a sopravvivere scappando in America, in un certo senso tradendo la sua stessa promessa di rimanere a Varsavia e aspettare la fine assieme a tutti gli altri ebrei. Forse Shosha è servita all'autore per dire proprio questo, per dire tra le righe che essere sopravvissuto alla Shoa non significa dopotutto essere ancora vivo, significa solo continuare a sopravvivere al e nel ricordo di ciò che è stato. In un certo senso, se Singer era ancora vivo quando scriveva questo romanzo, allora lo era anche Shosha.