Lo sguardo estraneo di Herta Müller edito da Sellerio Editore Palermo

Lo sguardo estraneo

Collana:
La memoria
Traduttore:
Rubino M.
Data di Pubblicazione:
3 dicembre 2009
EAN:

9788838924668

ISBN:

883892466X

Pagine:
59
Formato:
brossura
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Trama Lo sguardo estraneo

L'uomo dei servizi segreti lascia cadere la sua sentenza incongrua: gli incidenti stradali possono capitare". All'indomani la bicicletta e Herta sono investite. Lei non andrà più in bicicletta, i campi e le strade non le scorreranno più accanto e sotto. È solo il primo episodio di un racconto che intende esemplificare l'insediarsi dell'altro sguardo estraneo, quello della paura e della vigilanza: poi vengono gli episodi ulteriori, l'ustione ai capelli, l'adescamento dei profumi, le perquisizioni domestiche. Ma è anche, non so quanto deliberata, la metafora di un modo perduto d'essere, e dunque di pensare e raccontare e scrivere, in cui le cose scorrono, si succedono l'una all'altra piacevolmente e logicamente, seguono una musica continua. La scrittura di Herta è, al contrario, rotta e slegata (slegato è aggettivo decisivo, in lei), e non solo la scrittura, ma l'esistenza intera, le notti e i giorni. Sul suo spartito, il tempo è spezzato. Lo sguardo estraneo, nella varietà di nomi che l'hanno definito, è una solida categoria della letteratura e delle arti in genere: la battaglia di Waterloo vista con gli occhi di una cavalla ferita a morte, o il genere umano con quelli del vecchio trottatore pezzato Cholstomer, fino all'Effetto di straniamento teorizzato e praticato dal teatro di Brecht." (dalla Nota di Adriano Sofri)

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3 di 5 su 3 recensioni

Dagli abissi del totalitarismoDi V. Giacomo-6 marzo 2012

Breve racconto con alcuni pensieri dell'autrice per spiegare in cosa consista il suo "sguardo estraneo", causato da anni di dittatura, terribili. Il linguaggio usato dalla Muller, soprattutto nelle pagine dedicate allo sguardo estraneo, è ossessivo e ripetitivo, tanto da ricordarmi Bernhard. L'analisi è lucidissima e chiara. Lascia parecchi pensieri in circolo a depositare nuove conoscenze che peseranno sul mio sguardo futuro. Sono una cinquantina di pagine molto intense e che prendono allo stomaco. Il mio personale consiglio è leggere la nota di Adriano Sofri (presente nella mia edizione) dopo aver letto il testo della Muller.

Lo sguardo estraneoDi v. Federico-29 luglio 2011

Sarò anche un ignorante in letteratura, ma mi sorprende che quest'autrice abbia vinto il nobel. In alcune parti, alcune frasi prende, avvince, ti fa star lì come quando ti danno un pugno sulla spalla, ma forte, non da amico. In altre, vaga tra le parole, ne perdo il filo, non seguo più. Poi ogni tanto, sulla pagina destra compare un collage di parole e disegni (fortunatamente con la traduzione in calce che si sa che il tedesco non è proprio il mio forte). E lì sono proprio fuori. Lo leggo, non lo capisco e soprattutto non ne capisco il legame con il resto. Ci sono momenti che il resto, quello che almeno capisco, scorre, ne percepisco l'andare, lo sforzo di comunicare questa sensazione di vuoto che si aveva un dì al di là del muro. Perché poi, nel mio inconscio, ruota tutto lì. Alla vita insensata che si poteva vivere in un mondo insensato.

L'intenso sguardo non-familiare di HertaDi s. demetrio-6 luglio 2010

Breve testimonianza di Herta Muller (poche decine di pagine) ma tanto, tanto intensa ! Di come gli 'occhi', codardi e totalitari, di un 'apparato' possano far mutare lo 'sguardo' che ogni individuo libero ha di sè, della propria vita, delle proprie cose. Di come possa modificarsi tale percezione. Ecco dunque che 'lo sguardo' da familiare diviene 'estraneo', ossia non-familiare, non-consueto. Per sopravvivere. Il tutto accompagnato, secondo la ormai consueta interpretazione di Herta Muller, da versi che si susseguono incessantemente intrecciandosi con la prosa: un doppio piano di lettura. Da leggere.