Il settimo figlio

Non che le saghe non mi piacciano, quando nascono come tali nella mente del loro autore e sono strutturate su più volumi fin dal principio. Quello che non sopporto è che senza alcun preavviso la storia termini lasciando tre quarti degli spunti in sospeso in funzione di un possibile sequel. Di gradevole lettura per le descrizioni abbastanza realistiche di quella che poteva essere la vita in una comunità di frontiera e per i riferimenti ad una storia americana alla rovescia che tuttavia sono probabilmente più godibili per chi alle elementari ha studiato vita morte e miracoli di George Washington e Thomas Jefferson che a chi come noi, si è nutrito di Camillo Benso Conte di Cavour e Fratelli Bandiera... Le avventure del giovane Alvin si leggono con facilità, quasi sembra di ritornare alle letture della nostra infanzia, le pagine scorrono veloci... anche troppo! A cinquanta pagine dalla fine la vicenda è ben lungi dall'essersi sbrogliata... a trenta di comincia a sentire nella scrittura una certa urgenza di annodare in tutta fretta i fili principali, a dieci ci si accorge che è un'impresa impossibile. Alla fine si gira l'ultima pagina e... tutto qui? Carino, ma certamente non finito. Tutti i personaggi sono rimasti a mezzo in quel che stavano facendo, di alcuni non si è ancora spiegato il ruolo, la lotta tra bene e male che costituisce il filo conduttore non solo non è risolta -sarebbe chiedere troppo!- ma non è ancora chiaro chi o che cosa stia da una parte e chi dall'altra. Come ho già detto il tutto sembra in attesa di un sequel ancora in fase di costruzione... basandosi sul principio che, in mancanza di certezze su quale potrà essere il prossimo passo, è meglio lasciare aperte più porte possibili!