Servi. Il paese sommerso dei clandestini al lavoro di Marco Rovelli edito da Feltrinelli

Servi. Il paese sommerso dei clandestini al lavoro

Editore:

Feltrinelli

Collana:
Serie bianca
Data di Pubblicazione:
9 aprile 2009
EAN:

9788807171772

ISBN:

8807171775

Pagine:
222
Formato:
brossura
Argomenti:
Discriminazione sociale, Reportage e raccolte giornalistiche
Acquistabile con la

Descrizione Servi. Il paese sommerso dei clandestini al lavoro

L'universo dei clandestini al lavoro. Una situazione drammatica fatta di violenze e soprusi da parte di caporali e datori di lavoro italiani che fanno leva sulla ricattabilità della forza lavoro clandestina per sequestrare loro documenti, trattenere le misere paghe concordate, il tutto condito da insulti e violenze quotidiane, con la collaborazione attiva di piccoli malavitosi locali. Uno scenario che mai compare sui quotidiani nazionali e che invece rappresenta la dorsale nascosta di un'Italia truce e violenta: l'altra faccia del mito "italiani brava gente". Dalle campagne siciliane e del foggiano, fino ai cantieri edilizi e agli ortomercati del Nord, da questo libro emerge una fotografia brutale del nostro paese. Marco Rovelli si è mischiato con i clandestini, bevendo insieme a loro il tè, e comunicando, facendosi raccontare le loro storie finora inascoltate: dal loro racconto emerge anche il volto crudele del nostro capitalismo, ritornato in alcune aree e comparti a forme ottocentesche di sfruttamento. Non manca un capitolo sulla condizione degli immigrati nel comune di Rosarno: sfruttati senza diritti, vittime di una continua "caccia al nero" e di attacchi da parte di alcuni giovani rosarnesi che hanno portato alla violenta protesta del 7 gennaio 2010.

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5 di 5 su 1 recensione

La vita dei migranti in ItaliaDi P. Mario-9 marzo 2012

Semplicemente, un libro che dovrebbe essere introdotto nelle scuole. Da leggere per capire qual è la realtà dei migranti in Italia, una realtà fatta di soprusi quotidiani, di sfruttamenti, di paghe misere e a volte inesistenti. Per capire che il reato di clandestinità è un modo per far scomparire le persone e per renderle ancor più assoggettabili. Rovelli lo aveva già fatto con 'Lavorare uccide' e prima ancora con 'Lager italiani' : restituire le storie attraverso la letteratura. Questa volta volta, però, il coinvolgimento suo sembra moltiplicato dall'empatia nei confronti delle persone alle quali dà voce; chi legge ne rimane scosso e con un profondo invito a riflettere sull'uso delle parole e sul rapporto tra un noi e un loro, sempre più labile.