Il secolo cinese. Storie di uomini, città e denaro dalla fabbrica del mondo di Federico Rampini edito da Mondadori

Il secolo cinese. Storie di uomini, città e denaro dalla fabbrica del mondo

Editore:

Mondadori

Data di Pubblicazione:
11 aprile 2006
EAN:

9788804554158

ISBN:

8804554150

Pagine:
350
Formato:
brossura
Disponibile anche in E-Book
Acquistabile con o la

Descrizione Il secolo cinese. Storie di uomini, città e denaro dalla fabbrica del mondo

Federico Rampini, attraverso una collezione di storie di vita quotidiana, ritratti di nuovi potenti e uomini comuni, racconti di viaggio in città come Shanghai, Hangzhou e Hong Kong, ci apre le porte della nuova superpotenza. Ne percorre le rotte più remote, dai villaggi contadini ai margini dello sviluppo, ai luoghi in cui si stanno compiendo opere di ingegneria di dimensioni mai tentate prima dal genere umano. Incontra i nuovi capitalisti, "i comunisti più ricchi del mondo", i registi cinematografici e gli artisti che lottano contro la pesante censura attuata dal partito unico. Entra nei laboratori e nelle università e ci svela il senso delle scelte politiche di una nazione che non fa più mistero delle proprie ambizioni neoimperiali.

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4 di 5 su 4 recensioni

Troppo frammentario e superficialeDi G. Luigi-15 maggio 2012

Nulla da criticare a Rampini, il suo stile fluido e competente che si abbina perfettamente con i temi economici esaminati. Solo che veramente poco è deicato all'evasione, ovvero la molla che generalmente ci invoglia leggere. Dunque dopo dieci capitoli di "xiun xi men, chin lai cho e le loro poco emozionanti scalate al monte della avidità e del potere", proprio ho perso la volontà di proseguire.

Un nuovo tipo di economiaDi M. Valerio Alberto-20 aprile 2012

Federico Rampini ci racconta un mondo misconosciuto, sulla quale vi è molto da scoprire e da comrprendere, per noi occidentale. Il giornalista di Repubblica ci spiega un nuovo tipo di economia, para-capitalista, che fa però parte di un governo comunista, seppur un comunismo alla cinese intriso di nazionalismo maoista. Il nuovo Impero economico che dominerà il mondo al posto dei vecchi USA.

Ottima analisi della Cina di oggiDi G. Giovanni-22 luglio 2010

E' un'opera interessantissima che sfata molti luoghi comuni sulla Cina e che riesce ad evidenziare le ragioni culturali prima ancora che economiche del suo successo sulla scena mondiale. All'interno si rimarrà sorpresi nel leggere alcuni aneddoti e descrizioni della Cina di oggi. Lo stile di Rampini è chiaro, scorrevole e stuzzica la curiosità. Un libro che si legge d'un fiato.

UNA NUOVA SUPERPOTENZADi P. Tullio-9 febbraio 2009

Una sintesi storica, sociologica ed economica di un grande Paese. L'autore ci descrive una Nazione di cui si parla molto ma dellla quale, purtroppo, non si conosce abbastanza. Anzi, fino a poco tempo fa se ne conoscevano solo gli aspetti negativi: la miseria, la mancanza di democrazia, lo sfruttamento del lavoro a basso prezzo e tanti altri luoghi comuni che ne deformano la vera realtà. Certo, in tutto questo ci potrà essere anche del vero, ma ci sono pure delle verità che non si possono più tacere né ignorare. Infatti, da Paese universalmente riconosciuto come sottosviluppato, la Cina si presenta con tutta l'autorità che merita, come candidato a superpotenza industriale. Il suo straordinario sviluppo non ha precendenti al mondo: da oltre vent'anni si trova in continua crescita a tassi superiori al 10% all'anno, come nessun'altra Nazione al mondo. Ora che c'è la crisi sembra che si limiterà ad una crescita del 6-8%. Sembra poco? Ad ogni modo, si tratta di una lettura piacevole, facile e certamente non noiosa. Confesso che dall'autore tendenzialmente di sinistra, o che almeno non frequenta l'ambiente d'inclinazione apertamente liberale - scrive su LA REPUBBLICA - non mi aspettavo tanta coerenza. Invece, vi si possono trovare numerosi indizi che mettono sotto chiara accusa il modello totalitario socialista; anzi, in numerosi casi elogia a più riprese la via realista e pragmatica intrapresa dai Cinesi per raggiungere il progresso che permetterà loro di recuperare i decenni persi durante il periodo più tragico in cui Mao non lasciava spazio a chi aveva le idee più chiare sul mondo del mercato libero ed aperto. Ed i risultati, oggi si osservano i grandi cambiamenti: le privatizzazioni, l'apertura dell'economia, metropoli modernissime e gioventù totalmente aggiornata. Per coloro che continuano a parlare della Cina, senza una minima cognizione di causa, può essere un'eccellente opportunità, perché quest'opera costituisce veramente un'utile strumento, ricco di dati, ma anche di numerose curiosità per il diletto di chi legge non solo per appagare la propria curiosità, ma per divertirsi. Federico Rampini osserva come la Cina, prima di chiudersi su se stessa era sempre stata il centro tecnologico mondiale, fra le Nazioni più avanzate al mondo. La sua decadenza, iniziata con l'isolamento, è stata accelerata dall'arrivo degli Europei che l'avevano invasa,dominata e sfruttata. Nelle sue conclusioni egli ci ricorda come, in fondo, non c'è niente da sorprendersi, se la Cina in breve supererà l'Europa per affiancarsi alla superpotenza dell'America. Infatti, per millenni la Cina ha dominato le tecnologie e la parentesi del suo declino si è chiusa, con l'abbandono del socialismo con le sue assurde politiche pianificate. Ora, essa si conferma al mondo intero, come concreto esempio al quale molti altri Paesi, che non hanno ancora rinunciato al principio di "credere per vedere", si potrebbero benissimo ispirare a questo modello. La sua rinascita, iniziata con la morte di Mao Dzedong, le sta restituendo l'importanza che ha sempre avuto in passato, prima di essere conquestata dall'imperialismo europeo. Non si deve dimenticare che aveva inventato da molto tempo la carta, i caratteri mobili, la porcellana, la polvere da sparo eccetera e perfino le armi da fuoco - che hanno pemesso poi a Ghengis Kahn di conquistare mezzo mondo -, la bussola, il timone le sue tecniche di navigazione con cui il suo famoso (ma poco noto) ammiraglio Zheng He ha raggiunto le coste americane, 70 anni prima di Cristoforo Colombo. L'autore menziona questo fatto solo di passaggio, ma per i più curiosi potrebbe essere un indizio utile per leggere il saggio che dedica a questo straordinario evento l'inglese Gavin Menzies.