Dallo scudetto ad Auschwitz. Vita e morte di Arpad Weisz, allenatore ebreo di Matteo Marani edito da Aliberti

Dallo scudetto ad Auschwitz. Vita e morte di Arpad Weisz, allenatore ebreo

Editore:

Aliberti

Collana:
I lunatici
Data di Pubblicazione:
1 gennaio 2007
EAN:

9788874242009

ISBN:

887424200X

Pagine:
207
Formato:
brossura
Argomenti:
Storia d'Europa, Calcio
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Descrizione Dallo scudetto ad Auschwitz. Vita e morte di Arpad Weisz, allenatore ebreo

Chi è stato Arpad Weisz? E per quale motivo uno dei grandi personaggi degli anni 30 è caduto nell'oblio, al punto da non conoscerne, oggi, neanche il nome? Da queste domande nasce e si sviluppa il viaggio-inchiesta alla scoperta del trainer che ha vinto lo scudetto con l'Inter nel 1929-30 - il primo della Serie A come la conosciamo ora - e di altri tre titoli nazionali col grande Bologna. Oltre al Trofeo delle Esposizioni, la Champions League dell'epoca, conquistato contro i maestri del Chelsea. Era il 26 ottobre 1938 quando il protagonista di questo libro si dimise da tecnico del Bologna che aveva portato a dominare il calcio in Italia. A lui, Arpad Weisz, ebreo purosangue, e ai suoi famigliari, non fu più permesso di vivere in Italia dalle leggi razziali promulgate da Mussolini. Il 10 gennaio 1939, insieme ad altri profughi, si rifugiò in Francia passando dal valico di Bardonecchia. Da Parigi si spostò in Olanda, nella cittadina di Dordrecht, dove per quasi due anni fece l'allenatore prima di essere deportato in un lager senza ritorno.

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Auschwitz non ama il calcio.Di c. monica-26 luglio 2011

Arpad gioca a calcio in Italia, e' dotato ma un infortunio lo lascia in panchina e diventa allenatore. In Italia, dove il calcio fa storia, Arpad, ebreo ungherese, cambia tattica di gioco ed ecco i successi, entra nei vertici del campionato italiano di calcio. Il Bologna vince due scudetti consecutuvi, lancia giocatori del calibro di Meazza, Arpad e' un allenatore di talento e il calcio e' tutta la sua vita. La stampa ne parla, a Bologna, dove vive lo amano tutti, i tifosi, i giocatori i vicini di casa. Ma la guerra e' alle porte e Mussolini emana le sue ignobili leggi razziali, agli ebrei e' proibito tutto e Arpad deve lasciare il suolo italiano, e' indesiderato. Arpad e' in fuga continua dalle persecuzioni e dalla morte che lo insegue, si rifugia in una zona apparentemente tranquilla, ma e' in trappola, arriva la Gestapo, Arpad deve andarsene con la sua famiglia. Paga il biglietto del treno per il viaggio e salgono sui carri bestiame che li trasportano ad Auschwitz. Arpad e' stato dimenticato dalla sua Italia, dalla sua Bologna, dalla sua amata squadra, dai suoi tifosi. Arpad ha aconseguito numerosi successi calcistici nella sua vita, ma ora e' il fischio finale, la partita e' finita, Arpad ha perso la sua partita contro Auschwitz.