Scritti corsari di P. Paolo Pasolini edito da Garzanti Libri

Scritti corsari

Data di Pubblicazione:
13 novembre 2008
EAN:

9788811697053

ISBN:

8811697050

Pagine:
255
Formato:
brossura
Argomento:
Studi culturali (Cultural studies)
Disponibile anche in E-Book
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Descrizione Scritti corsari

"L'invisibile rivoluzione conformistica di cui Pasolini parlava con tanto accanimento e sofferenza dal 1973 al 1975 non era affatto un fenomeno invisibile. Chi ricorda anche vagamente le polemiche giornalistiche di allora, a rileggere questi "Scritti corsari" può restare sbalordito. II fatto è che per Pasolini i concetti sociologici e politici diventavano evidenze fisiche, miti e storie della fine del mondo. Finalmente, così Pasolini trova il modo di esprimere, di rappresentare e drammatizzare teoricamente e politicamente le sue angosce... di parlare in pubblico del destino presente e futuro della società italiana, della sua classe dirigente, della fine irreversibile e violenta di una storia secolare." (dalla prefazione di Alfonso Berardinelli)

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Recensioni degli utenti

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4 di 5 su 10 recensioni

Pasolini giornalistaDi M. Valerio Alberto-17 aprile 2012

Gli scritti corsari di Pasolini sono una raccolta di articoli scritti nei convulsi anni '70 in cui l'autore mette in discussione i disvalori dell'Italia di allora, della modernità e del progresso che sembravano ormai dominare la politica, la società e la cultura nazionale. Oltre che poeta e regista, Pasolini con i suoi scritti corsari si è dimostrato un gran giornalista, a suo modo.

Scritti corsariDi O. Nicole-30 marzo 2012

La mente geniale del ben noto scrittore e giornalista di nuovo all'opera in questo capolavoro. Il titolo è molto semplice da comprende e fornisce esso stesso una sorta di anticipazione di quello che sarà il tema del libro. L'idea del corsaro deriva infatti dal fatto che l'autore raccoglie nella sua opera una serie di provocazioni che lancia alla società intera. Egli colpisce con l'aggressività di un corsaro e come quest'ultimo un minuto dopo scompare, senza lasciar traccia.

ProfeticoDi l. diego-4 marzo 2012

è un testo che racchiude il pensiero lucido e critico del miglior Pasolini intellettuale: la capacità di identificare alcuni tratti della società italiana come perenni e reiteranti lo rendono profeta di eventi futuri, molti verificatisi anche dopo la sua scomparsa. Questo fa un intellettuale: capisce la storia del proprio Paese e della propria gente nel mentre ed ancor prima che essa si realizzi. La capisce, la interpreta e non la giustifica mai. La politica ipocrita, la chiesa con i suoi eterni e ridicoli tabù, la sinistra inconcludente, la destra repressiva. C'è un'analisi per tutti e non c'è pietà per nessuno. Questo fanno gli intellettuali. Gli altri sono scrittori e basta.

Specchio di tempi che non ci sono piùDi b. alfio-27 febbraio 2012

Summa dell'avversione per la modernità di Pasolini e parimenti esaltazione per tutto ciò che a parer suo sono i sani valori di una volta. Di tutta la raccolta ho trovato più "formative" alcune osservazioni sulla chiesa e la politica che su altri argomenti; infatti molto spesso mi sono ritrovata a comprendere alcune sue "sentenze" ma non a condividerle. Di un certo interesse perchè tale visione è ancora molto diffusa, deprimente perchè confonde il caso Italia, con la sue paralisi e corruzioni, con il concetto stesso di progresso. Il risultato sono degli interventi sconnessi e contraddittori il cui contenuto è condivisibile in linea di massima, ma che peccano di leggerezza e superficialità appena sono puliti da quel lessico intellettuale e un po' spocchioso di cui spesso sono tinti.

Capolavoro assolutoDi B. gianluca-7 maggio 2011

L'opera dovrebbe, a mio avviso, essere di insegnamento obbligatorio nella scuola italiana. Ogni scritto corsaro è lungimirante, sagace, colto, spiazzante, a tratti irriverente: in una parola: CONTRO. Testo essenziale per la formazione intellettuale dei giovani, è altrettanto essenziale per capire i tanto complessi anni attuali.

Scritti corsariDi G. Giovanni-22 febbraio 2011

L'ho finito da due giorni e benché ancora a freddo provo a fare un breve commento. Il Pasolini degli Scritti corsari è un Pasolini che anela di ritornare in una dimensione storica che Calvino chiamò italietta, ovvero un'Italia pre-industriale e pre-capitalistica. Ma purtroppo, Pasolini non possedeva da una parte le capacità analitiche di un Gramsci, e dall'altra la conoscenza in termini antropologici dei popoli subalterni italiani di un Di Nola. Il risultato sono degli interventi sconnessi e contraddittori il cui contenuto è condivisibile in linea di massima, ma che peccano di leggerezza e superficialità appena sono puliti da quel lessico intellettuale e un po' spocchioso di cui spesso sono tinti. Il migliore giudizio sul Pasolini politicamente impegnato lo ha dato a parer mio proprio Alfonso Di Nola, tra l'altro i due erano pure amici, il quale scrisse a proposito dell'analisi della società di Pasolini "la sua diagnosi è carente, mistificata, non intenzionalmente, da un sentimentalismo romantico o post-romantico che si traduce in nostalgia e rimpianto". Forse Calvino aveva ragione, Pasolini in fondo rimpiangeva solo un'italietta provinciale e contadina.