Il sangue dei vinti di Giampaolo Pansa edito da Sperling & Kupfer

Il sangue dei vinti

Data di Pubblicazione:
4 febbraio 2009
EAN:

9788860615152

ISBN:

8860615151

Argomenti:
Storia postbellica del 20. Secolo: dal 1945 al 2000, Indipendenza e liberazione nazionale, post-colonialismo
Acquistabile con la

Descrizione Il sangue dei vinti

La cornice in cui si inserisce la ricostruzione dei tanti eventi ripercorsi nel volume vede Giampaolo Pansa confrontarsi con Livia, una brillante funzionaria della Biblioteca Nazionale di Firenze, che a suo tempo aveva svolto ricerche sui fatti sanguinosi dell'immediato dopoguerra. Assieme a lei, l'autore si avventura su un terreno minato, socchiudendo porte che ancora oggi molti vorrebbero tenere sbarrate: l'accusa di revisionismo è sempre in agguato per chi, pur condividendo le stesse posizioni dei vincitori, vuole scrivere tutta intera la storia. Pansa non se ne cura e indaga nelle pieghe di episodi e circostanze che videro migliaia di italiani vittime delle persecuzioni e delle vendette di partigiani e antifascisti.

Fuori catalogo - Non ordinabile
€ 14.50

Recensioni degli utenti

e condividi la tua opinione con gli altri utenti
1 di 5 su 9 recensioni

La grande bugia di accreditarsi storico credibileDi G. Silvia-25 aprile 2012

Libro privo di quei riscontri documentali essenziali per una seria ricostruzione storica. I fatti narrati non sono falsi ma Pansa si preoccupa di omettere gli antefatti, nascondendo i nessi causa-effetto che permettono al lettore di comprendere la verità. Pansa inoltre nasconde che gli eventi narrati erano ampiamente noti e conosciuti, già denunciati da partigiani e storici il cui unico obiettivo era far luce sui fatti e non creare polemiche strumentali a beneficio della propria carriera...

EvitabilissimoDi C. Enrico Pasquale-11 novembre 2010

Pansa denuncia enormi limiti di conoscenza storica con un libro che si basa solo su dicerie, senza alcun riferimento storico provato. Spero si limiti a fare il giornalista senza la faziosità che pervade tutto il libro.

che faccia tostaDi d. nicola-10 novembre 2010

con che coraggio si ergono degli episodi a chiavi di lettura di un intero periodo e si scopre il fianco al peggior revisionismo storico italiano. un libro brutto, e sopratutto nello stile di scrittura

Bastava questoDi l. ferruccio-30 ottobre 2010

Se Pansa, su questo particolare argomento, si fosse limitato a scrivere questo primo libro, avrebbe fatto, a mio parere, opera meritevole, tale da giustificare il clamore e le polemiche che ne sono seguite. Avrebbe cioè evidenziato degli aspetti, oggettivamente presenti e negativi nel generale contesto positivo della guerra di Resistenza, che a tanti anni di distanza era giusto, a mio parere, porre ad un certo punto all'attenzione. Peccato, sempre ovviamente a mio parere, che abbia poi insistito sull'argomento con tanti (troppi) successivi libri che di fatto nulla aggiungevano d'importante, e che svilivano il tutto a gossip editoriale (peraltro su aspetti tragici).

"Un dilettante della storiografia"Di M. Valerio Alberto-14 ottobre 2010

In questo romanzo Pansa riapre uno dei più scottanti temi del novecento italiano: le vendette partigiane. Sono d'accordo sul fatto che la scelta del romanzo a quella del saggio non è stata la migliore, anche perché in questa maniera si perde un po' di serietà storica. Ritengo comunque utile il libro proposto perché ha riaperto temi "scottanti". Lo stesso Pansa comunque si autodefinisce "un dilettante della storiografia", non essendo uno storico accademico. Si poteva però fare di più.

Il lato oscuro della resistenza .Di p. anita-5 ottobre 2010

Pansa fa una cosa in sé condivisibile: mette in luce le vittime innocenti della resistenza. Tuttavia non si cada nell'errore di fare del revisionismo storico. Pessima l'idea di non adottare la forma del saggio, il risultato è uno pseudo-romanzo.