Saggio sulla lucidità di José Saramago edito da Feltrinelli
Alta reperibilità

Saggio sulla lucidità

Editore:

Feltrinelli

Traduttore:
Desti R.
Data di Pubblicazione:
3 Maggio 2013
EAN:

9788807882159

ISBN:

8807882159

Pagine:
304
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Trama Saggio sulla lucidità

Cosa succede a un paese se alle elezioni i cittadini decidono in massa di votare scheda bianca? Quali ingranaggi vengono sollecitati fino alla rottura, quali contromisure andranno messe in atto? Se lo chiede José Saramago con questo straordinario romanzo, avvincente come un giallo e penetrante come un'analisi (fanta)politica. L'ipotesi più accreditata è che ci sia un legame fra questa "rivolta bianca" e l'epidemia di cecità che, solo quattro anni prima, si era diffusa come la peste. Gli indimenticabili protagonisti di "Cecità" fanno quindi ritorno, per condurci in un viaggio alla scoperta delle radici oscure del potere. Un viaggio che ci fa gettare uno sguardo nuovo e spietato sui meccanismi del mondo nel quale esercitiamo (o crediamo di esercitare) ogni giorno la nostra libertà.

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4 di 5 su 12 recensioni

Scheda biancaDi C. Michele-4 Maggio 2012

"Saggio sulla lucidità" è, in un certo senso, la continua di "Cecità". Ma lo si può benissimo leggere come un libro a sè. Si incontrano alcuni protagonisti già conosciuti nel precedente romanzo, ancora una volta in un paese non meglio identificato. Saramago dipinge una situazione paradossale: durante una tornata elettorale tutti votano scheda bianca... Un invito del nobel portoghese a ribellarci ai governi che hanno fatto a pezzettini la democrazia.

Il continuo di CecitàDi L. Michele-29 Marzo 2012

E' il proseguio di "Cecità". Se in quello venivano messi a nudo i lati più miserabili della natura umana, in questo libro si viene a contatto con i meschini retroscena dell'attività politica. La fatica di leggerlo (i periodi lunghissimi sono molto impegnativi per i miei poveri occhi) è ampiamente ricompensata dall'ironia, dalla freschezza e originalità dei contenuti, dagli spunti di meditazione, dal finale sconcertante quanto non inatteso. Un libro da leggere.

Saggio sulla luciditàDi B. Salvo-10 Agosto 2011

Ambientato nello stesso mondo di Cecità, si pone come ideale seguito di quella vicenda, ci troviamo nello stesso luogo in cui, quattro anni prima, un'epidemia misteriosa di cecità aveva afflitto temporaneamente tutti gli abitanti tranne una donna. Si potrebbe quasi definire questo romanzo "una continuazione" di Cecità per la presenza di alcuni personaggi in comune e soprattutto per il suggerimento dell'autore stesso che dopo Ensaio sobre a cegueira intitola questo libro Ensaio sobre a lucidez. In realtà il ritmo e l'atmosfera dei due romanzi sono profondamente diversi: quanto quello era pieno di pathos, di cadenze incalzanti da thriller, di terrore e orrore che lasciavano col fiato sospeso ad ogni pagina, questo è freddo, distaccato, chirurgico, cronachistico. La politica può essere una cosa lurida e i politicanti ne sono la peggior espressione, questo il grande Nobel portoghese ce lo ha ripetuto variamente e non solo nella sua narrativa (vi ricordate la sua frase Até quando, Berlusconi, abusars da nossa pacincia, contenuta nel Quaderno? ) . Immaginate cosa può accadere se improvvisamente dai risultati di una qualunque elezione vengano fuori un numero impressionante di schede bianche, una maggioranza "bulgara" (come si diceva una volta, quando questa espressione aveva un senso) di dissenso muto e non per questo meno indignato, in barba ai partiti di centro, di destra e di sinistra. Il governo in tutti i suoi componenti, dal capo di stato al presidente del consiglio e via via ministro dopo ministro, appare attonito e anziché dimettersi o interrogarsi sulle motivazioni dell'avvenimento si chiude a riccio invocando un attentato alla democrazia. Sono pagine che potrebbero suonare ridicole se non stessimo vivendo giornate di disorientamento popolare, di confusione e di sbigottimento davanti al malcostume e all'incredibile disprezzo per la giustizia, la correttezza, la morale e la democrazia stessa. Vedere forse non è più tragico che essere ciechi, perché si assiste alla follia della politica, ai giochi di potere, agli intrallazzi e agli imbrogli, ai sotterfugi, alle insinuazioni, alla sopraffazione, all'uso scriteriato delle armi e della forza. Non tutti i politici nel romanzo sono esseri negativi, ci sono anche le minoranze, i cani sciolti che si rivoltano contro il sistema e la sua forza oppressiva, ma non ci sono molte speranze che Saramago ci lascia, chiudendo l'ultima pagina di questo romanzo: Ho imparato in questo mestiere che chi comanda non solo non si ferma davanti a ciò che noi definiamo assurdità, ma se ne serve per intorpidire le coscienze e annullare la ragione.

Urne vuoteDi T. Alessandro-15 Luglio 2011

Geniale partitura romanzesca, che tocca l'attualità del rapporto tra istituzioni, loro rappresentanti e loro elettori: cosa accadrebbe se nessuno andasse a votare? Quale il senso ed il valore del gesto dell'urna? Si può riformare la vita d'un popolo lasciando da parte chi ne vuol incarnare la storia? Saramago, com'è solito, delinea con tratto chiaro questioni oscure. Meritando sicuramente lettura.

Uno scrittore interessato ai lettoriDi R. Rosa-9 Aprile 2011

Una delle peculiarità di questo autore è che non usa la punteggiatura ed è ovvio che per chi è abituato a leggere in un certo modo possa incontrare delle difficoltà. Questo, però, non toglie il fatto che Saramago sia uno scrittore di spessore. In questo testo si rivolge a esseri pensanti e li spinge a fare delle riflessioni molto profonde. Assolutamente consigliato.

Consigliato!Di C. Alberto-25 Marzo 2011

Per chi ha letto e amato Cecità leggere questo libro è un obbligo in quanto rappresenta il seguito della vicenda. Stessi protagonisti, stessa città senza nome di un Paese senza nome, racconta lo scontro tra il Potere e una popolazione che ha ritrovato il senso dell'etica ha ricominciato a "vedere" lucidamente come la società civile sia perfettamente in grado di autogovernarsi usando il buon senso e la solidarietà. Ovviamente le conseguenze saranno drammatiche. Un tema molto attuale, spunto per un dibattito davvero intelligente sull'utilità o meno di continuare la partecipazione politica della collettività.