Le rondini di Tunisi

In un incantevole villaggio di pescatori della Tunisia, a metà strada fra la moderna capitale e una zona turistica ricca e "occidentale", un omosessuale italiano si lascia coinvolgere nella vita quotidiana, a tratti drammatica, del suo amante e dei suoi amici adolescenti, fatta di semplicità, solidarietà e soprattutto di miseria. Si ritrova così testimone dell'intensa e avvincente storia d'amore fra Diana, una donna milanese, e un operaio del posto, e del profondo confronto fra la modernità e l'islam. Ma anche della disperata fuga di alcuni giovani, clandestini in cerca di libertà e fortuna. La casa di Amir è vuota da tempo: la sua famiglia è emigrata in Francia lasciandolo qui, nel villaggio di pescatori poco distante da Tunisi. E lui, che non sopporta di dormire solo, ha aperto le porte ai suoi amici. Quell'edificio in stile europeo, non finito ma accogliente, diventa la Maison des Fous, la casa dei folli, dove tutto è possibile per Ibrahim, Hosni, Tareq e il fratello Rashid, Moas, Zakher e Abdali che vi approdano, che sempre vi fanno ritorno. Tra queste mura bevono vino o birra, fumano hashish, si lasciano invadere dalla musica sparata a tutto volume, dormono, fanno sesso, si nascondono dalla polizia: guardano alla vita adulta che li aspetta. La Maison des Fous è anche il luogo in cui sognare di fuggire altrove, verso le possibilità promesse dalle immagini della tv satellitare e da ciò che accade nella zona turistica, primo baluardo di una vita pronta a offrire molto più dei duecento dinari al mese che il destino riserva a chi resta. Poi c'è Qassam, che ha superato lo smarrimento dell'adolescenza, il solo con un lavoro stipendiato in una famiglia di contadini; lui che cerca di costruirsi una casa sua, che vuole sposare la donna che ama, l'italiana che ha scelto di iniziare una seconda vita nella terra che lui non lascerebbe mai. Come le rondini migrano, si alzano in volo senza curarsi dei fucili dei contadini, così anche Ibrahim e compagniorganizzano la fuga dalla rassegnazione e nulla può fermarli, nemmeno la morte che aspetta in mezzo al mare. Il desiderio disperato di un futuro, un futuro qualsiasi, li proietta in un altrove che poco assomiglia a quello vagheggiato: la vita da clandestini, la galera, la precarietà trasformano questi giovani e i loro sogni. Qualcuno tornerà e verrà accolto dalle parole con cui qui si risponde al dolore: la vita è così. Altri invece non si arrenderanno e continueranno a cercare il loro posto altrove. Le storie di questi giovani sognatori rivivono nel racconto e nel ricordo dell'amante di Amir, l'italiano con gli occhi azzurri che per tutti è il Finlandese, che quel cammino l'ha percorso all'incontrario, per cercare proprio qui, tragli odori forti del suq, la luce chiara riflessa dalle case, la polvere delle strade, un senso nuovo. Ha trovato amore, amici, fratelli, a cui rendere omaggio con le sue parole.Alessandro Golinelli è nato a Pisa nel 1963. Ha pubblicato i romanzi Kurt sta facendo la farfalla (1995), Angeli (1996) e per il Saggiatore La felicità della signora (1997), Come ombre (1999), Basta che paghino (1992, 2000) e 6° (2002).“Da molto tempo le mie notti di sonno s'interrompono e assisto, stringendo le lenzuola alla pelle, a lunghi stralci vissuti, storie di cui conosco esattamente la fine. E so che solo all'epilogo riuscirò a riaddomentarmi. Ogni evento segue il suo percorso… perché i destini sono segnati, vogliono il loro ruolo nel mondo. Non nella mia vita: non parlano di me. Io sono un estraneo. Uno straniero. Qui mi chiamano il Finlandese.”