Romolo il grande di Friedrich Dürrenmatt edito da Marcos y Marcos
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Romolo il grande

Collana:
Le foglie
Traduttore:
Rendi A.
Data di Pubblicazione:
15 giugno 2006
EAN:

9788871684437

ISBN:

8871684435

Pagine:
145
Formato:
brossura
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Trama Romolo il grande

Roma, V sec. d.C. L'Impero romano è allo sfascio. Romolo Augusto sembra disgustato dai fasti del passato, sembra quasi compiacersi della marcia trionfale che accompagna la calata dei germani verso Roma, sotto la guida di Odoacre. Nelle casse imperiali non c'è un centesimo. Romolo non sembra curarsene. Se ne sta alla larga da Roma, e si dedica serenamente, nel proprio podere, all'allevamento dei polli. Invano, il ricchissimo Cesare Rupf, eccelso fabbricante di calzoni, offre a Romolo un'occasione d'oro per salvare l'Impero: propone milioni di sesterzi e sloggio immediato dei barbari in cambio di Rea figlia dell'imperatore - e di una salvifica "fusione" fra impero romano e Superditta Cesare Rupf. Romolo, incredibilmente, rifiuta.

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Recensioni degli utenti

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5 di 5 su 2 recensioni

Testo ausiliario per il liceo classicoDi B. Claudia-28 giugno 2018

Fatto molto bene. Ambienta nel contesto storico, oltre a studiare le caratteristiche del personaggio. Il testo era per mia nipote che lo ha letto volentieri, nonostante fosse stato richiesto dall'insegnante.

Romolo il grandeDi m. gianna-18 novembre 2010

Con graffiante e divertita ironia, Durrenmatt descrive la fine dell'Impero Romano condannato dal suo stesso ultimo imperatore che ritiene non poter essere difendibile uno stato che ha assassinato, provocato guerre e oppresso popoli per secoli. L'impero potrà scomparire solo grazie all'inedia del suo ultimo imperatore, unico lucido osservatore della realtà che lo circonda. L'ironia è feroce: Durrenmatt all'inizio ci presenta un imperatore pigro e solo dedito alla pollicoltura ma che al terzo atto svelerà il suo progetto politico, gli uomini di potere della corte come ambiziosi ma incapaci, una moglie "madre della patria" dominata dall'ambizione, l'impero d'oriente imbalsamato da rigidi e ridicoli protocolli. Un testo all'inizio molto divertente, ma poi emerge chiaramente una dura e netta condanna contro tutti gli stati oppressori riassunta nella frase che l'imperatore dice alla figlia "Quando lo stato si prepara ad assassinare, si fa chiamare patria". Bello e assolutamente da leggere.