Riva scultore

Un'ampia monografia, dedicata a Ugo Riva (Bergamo, 1951), ne ripercorre il lavoro scultoreo, piuttosto insolito – come ricorda Elena Pontiggia in un testo del volume – nel panorama artistico contemporaneo. Le sculture di Riva infatti, per lo più realizzate in terracotta policroma, oltre a coagulare molte reminiscenze storiche, che vanno da Arturo Marini a Canova per risalire addirittura a una certa produzione quattrocentesca, appaiono animate da due aspetti apparentemente contradditori: da un lato infatti sembrano proporre un espressionismo crudo e anche drammatico, riconoscibile nelle anatomie interrotte, appena accennate in alcuni casi e troppo esibite in altri. Dall'altro lato, nelle stesse statue, sembra esservi un ripensamento classico, che si manifesta nella citazione di figure allegoriche, miltologiche e religiose, nel bisogno di collocare le figure in un architettura – sia essa una nicchia o una colonna.Questo dissidio interiore rende la scultura di Riva testimone della fragilità umana, in grado di registrare il clima di inquietudine e contraddizione in cui vive l'uomo. I numerosi saggi, scritti da noti studiosi e critici d'arte, sono accompagnati da un ricco apparato illustrativo e completati da un regesto biografico.Autori dei testi: Timothy J. Standring, Wolf G. Thiel, Attilio Pizzigoni, Vittorio Sgarbi, Elena Pontiggia, Mario De Micheli, Sergio Zavoli, Ugo Riva, Donald Kuspit, Gérard Xuriguera, Flavio Arensi.