La riabilitazione dei pazienti operati per neoplasie primitive dell'osso di Maria Grazia Benedetti, Alessandro Zati, Elisabetta Mariani edito da Timeo

La riabilitazione dei pazienti operati per neoplasie primitive dell'osso

Editore:

Timeo

Data di Pubblicazione:
10 aprile 2017
EAN:

9788897162629

ISBN:

8897162622

Pagine:
119
Formato:
brossura
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Descrizione La riabilitazione dei pazienti operati per neoplasie primitive dell'osso

Mancava davvero un libro come questo. I tumori sono spesso visti come qualcosa di estraneo al paziente, qualcosa che “gli cresce dentro” e che quindi può essere estirpato chirurgicamente. In realtà, a differenza di un trauma o di una infezione, il tumore nasce da noi e fa parte di noi, della nostra realtà biologica. Il tumore è scritto anch’esso nei nostri geni e nella nostra capacità di reagire a stimoli ambientali, così come un figlio sfortunato fa pur parte di una stessa famiglia con fratelli fortunati.
Il tumore è una malattia e conferma la visione del filosofo e medico francese Georges Canguilhem che vedeva nella patologia non una “diversità dalla normalità ideale” ma un giudizio umano di valore. Patologico non è ciò che è raro e nemmeno ciò che, raro o frequente che sia, danneggia o uccide il singolo. Il tumore e la morte fanno parte della natura come i terremoti e le alluvioni. Patologico è ciò che noi umani decidiamo di non volere perché genera valori negativi, ovvero disabilità o perdita di salute biologica.
In questa scelta di valore sta la visione del tumore non come corpo estraneo accidentalmente cresciuto nel corpo ma come malattia che toglie salute alla persona così che l’intervento chirurgico deve essere inteso non come un sole guaritivo circondato da satelliti palliativi, bensì come una tappa, difficile e critica quanto si vuole, ma pur sempre una tappa del lungo percorso verso il recupero di salute: il vero obiettivo. Nel caso di alterazioni di organi di relazione come quelli motori o sensitivi, recuperare salute significa soprattutto recuperare capacità di interazione con il mondo attraverso percezione, mobilità, comunicazione e quelle che in generale oggi chiamiamo “abilità”. Questa è una visione davvero alternativa, eppure molto più adeguata alle necessità dei singoli e della collettività, rispetto a quella che vede nella ri-abilitazione la sorellastra Cenerentola, una fase concettualmente secondaria e comunque logicamente e cronologicamente subordinata, rispetto alla escissione chirurgica. Giustamente gli Autori richiamano nella introduzione che “Idealmente, il progetto riabilitativo dovrebbe essere impostato già prima dell’intervento chirurgico, nella fase cosiddetta di “pre-abilitazione”, ma questo in genere non accade mai… . Il tipo di intervento dovrebbe essere discusso con il chirurgo in modo tale da definire tutte le attività riabilitative da avviare precocemente nella fase post-chirurgica per anticipare eventuali deficit postoperatori prevedibili (lesioni nervose, possibile linfedema…)”.
Questo vale per qualsiasi intervento su patologia non traumatica dell’apparato locomotore e del sistema nervoso, anche negli interventi su condizioni molto focali e benigne come le protesizzazioni di anca e ginocchio in artrosi. A maggior ragione questo dovrebbe valere per le condizioni nelle quali lo scopo della chirurgia non è soltanto assicurare la sopravvivenza ma anche o soprattutto produrre le migliori condizioni funzionali possibili. “Avere un tumore osseo o muscolare” rappresenta un quadro unitario, un “essere malato di tumore” nel quale coesistono incertezze prognostiche, comorbidità, peculiarità psicologiche e di contesto familiare, individualità negli obiettivi scolastici e lavorativi. Purtroppo la visione riduzionista e quindi “modulare” del percorso verso la “abilità”, visione centrata monarchicamente sulla tappa chirurgica, ispira l’immaginario medico e dei pazienti e, naturalmente, anche l’organizzazione sanitaria.
Per fortuna questo libro racconta una storia diversa. Questo è un grande merito se si considera che l’àmbito ortopedico appare il più coerente con la visione riduzionista-determinista della Medicina come pura biologia umana: nulla più di ossa e muscoli calza con la visione dominante dell’uomo-macchina iniziata nel ‘600 con il modello sperimentale e che ha raggiunto i suoi apici in Isaac Newton per la Fisica e in Claude Bernard per la Medicina. Nulla più del tumore solido di ossa e muscoli richiama l’idea di “corpo estraneo localizzato” che genera negli ingranaggi un guasto localizzato e quindi riparabile con un intervento soltanto focale e ciò nonostante guaritivo.
Maria Grazia Benedetti e i suoi collaboratori enfatizzano invece proprio l’importanza di Cenerentola, di una fase fortemente relazionale della terapia, centrata sulla persona nel suo complesso che viene guidata a riacquisire abilità. Il percorso è sempre lo stesso e segue le tappe di analgesia, recupero di mobilità e di controllo segmentario e abilità in attività di vita quotidiana. Tuttavia è molto specifica la sua declinazione concreta in terapie fisico-motorie. Infatti occorre tenere in considerazione la realtà biologica individuale indotta dal tumore e dai diversi rimedi chirurgici. Il libro ci ricorda dunque che Medicina Fisica e Riabilitativa non è medicina alternativa: è medicina scientifica anche se non si riduce a medicina biologica. D’altro canto fra suoi motivi di fascino la Medicina Fisica e Riabilitativa ha proprio questo bilinguismo: essa ha le sue radici nella biologia degli organi, nel mentre rami e frutti stanno nel comportamento della persona. Non a caso il libro inizia con una tassonomia
dei tumori e termina con le scale comportamentali applicabili alla disabilità indotta da tumore. Un libro come questo rende onore non soltanto ai suoi Autori e collaboratori ma anche al grande Istituto Ortopedico Rizzoli di Bologna. È evidente che, pur rappresentando una eccellenza mondiale nel campo della ortopedia oncologica, l’Istituto non ha mai trascurato il ruolo della specifica fase riabilitativa.
Le condizioni cliniche affrontate nel testo sono fortunatamente rare ma non eccezionali. Chiunque operi nel settore riabilitativo prima o poi incontrerà questo tipo di pazienti. La sintesi offerta da questo libro sarà dunque per tutti noi non soltanto fonte di riflessione e arricchimento culturali, ma anche una guida pratica di estrema utilità.CAPITOLO 1: EPIDEMIOLOGIA DEI TUMORI MUSCOLO-SCHELETRICI
- EPIDEMIOLOGIA
CAPITOLO 2: DIAGNOSI, STADIAZIONE E PRINCIPI DI TRATTAMENTO
- DIAGNOSI
- STADIAZIONE
- CLASSIFICAZIONE E PRINCIPI DI TRATTAMENTO
CAPITOLO 3: RIEDUCAZIONE NEI PAZIENTI OPERATI PER NEOPLASIE PRIMITIVE DELL’APPARATO MUSCOLO-SCHELETRICO
- INTRODUZIONE
- CONCETTI GENERALI DI RIABILITAZIONE IN ONCOLOGIA ORTOPEDICA
- LE TECNICHE RICOSTRUTTIVE DELL'ARTO INFERIORE E I PROTOCOLLI RIABILITATIVI
- LE TECNICHE RICOSTRUTTIVE DELL'ARTO SUPERIORE E I PROTOCOLLI RIABILITATIVI
CAPITOLO 4: SCALE DI VALUTAZIONE DELLA MENOMAZIONE, DELLA DISABILITÀ E DELLA PARTECIPAZIONE

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