La regina di VivaMè di Giulio Lobina edito da Gruppo Albatros Il Filo

La regina di VivaMè

Collana:
Nuove voci
Data di Pubblicazione:
12 novembre 2012
EAN:

9788856760231

ISBN:

8856760231

Pagine:
94
Formato:
brossura
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Trama La regina di VivaMè

Capricciosa, vanitosa e prepotente: la regina di VivaMé fa girare la testa a tutti, con i suoi pazzi editti che bandiscono dal regno la felicità. Chi la contraddice è messo alla gogna, chi non rispetta le sue leggi appeso per i piedi; così sta il povero birbante, che ha avuto l'ardire di sfidarla e vincerla al gioco del "se fossi", ma che per quanto confinato continua, insolente, a infastidirla. Povera regina! Tutto può comandare e tutto può avere, ma nulla può contro il cuore, contro l'amore cacciato e rimasto dietro la porta, lì fermo, in attesa che si apra uno spiraglio... e che la poesia, la giustizia, la saggezza e la bandita felicità, tornino ad animare il regno di VivaMè. Una favola originale, ricca di ironia e indizi sparsi qua e là a rievocare, anche nel lettore adulto, ricordi e sentimenti sopiti.

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5 di 5 su 1 recensione

La Regina di VivaMè vola a teatro! Di L. Giulio-6 gennaio 2013

La Regina di VivaMè vuole essere un insegnamento. Vuole restituire al lettore bambino o anche al lettore un po' più grandicello una visione della realtà da un punto di vista diverso. Il birbante, vero protagonista della storia, guarda il mondo a testa in giù e dice sempre il contrario di ciò che uno vuol sentirsi dire. Anche se da lui ci si aspetta il pieno rispetto delle regole. Ho inserito allora qualche elemento a me molto caro: il gioco degli scacchi, l'insegnamento ai bambini, il rischio delle lauree con lode del "sapere" e non del "saper fare", i ricordi infantili delle fiabe antiche con castelli e regine e quei desideri nel cassetto d'ognuno di noi dai quali ci allontaniamo perchè pensiamo sempre "a cosa vogliamo fare da grandi" e poco "a chi vogliamo essere da grandi". Ecco, La Regina di VivaMè nasce con questo folle desiderio di ricordare che seppure ognuno di noi sia al centro e il centro del proprio mondo, esiste una società culturalmente diversa, in movimento, in continua evoluzione con la quale dobbiamo avere a che fare. Concretamente, non solo nell'astrattezza dei Valori. Nel Regno di VivaMè, proprio per questo tutto ciò che è astratto non esiste. O meglio, esiste solo se capovolto. Solo se lo si guarda al contrario. Perchè ciò che è concreto è il contrario di ciò che è astratto. C'è persino uno spunto sul tema dell'Immigrazione a me molto caro. E' la surreale essenza della bellezza. I difetti, o quelli che a molti paiono tali, che diventano parte integrante della realtà e i vizi che sono, anch'essi completamento delle virtù. L'essere umano non è perfetto. E non lo sarà mai. E l'individuo, da solo, non si arricchisce di gioia. Se ci dimentichiamo degli altri siamo perduti. Ho voluto utilizzare alcuni termini dimenticati: "Poffarbacco! ", "birbante", "burlone"... E anche qualche termine inventato come "bambagioso", che da l'idea di qualcosa di morbido come il cotone. Ho tracciato una linea filosofica della distinzione tra i tre poteri dello stato, alla Monteschiè (che scrivo proprio così perchè i bambini lo scriverebbero così!) e ho voluto anche raccontare come la Felicità non sia in ciò che facciamo per mestiere o per dovere, ma sia proprio nel pensiero che ci cattura quando ci riposiamo. In quel raccontarci costantemente che l'Amore è nel cuore e se uno Ama, non Ama mai per convenienza, ma perchè il suo cuore gli chiede questo. Del futuro nessuno sa nulla. Io non so cosa sia successo nel Regno di VivaMè quando Giagio ha richiuso il libro nel baule. Non so nulla. Ma so che, conclusa quella storia ho iniziato a scrivere di nuovo e con ancor più passione e desiderio, perchè la prosa, specialmente quella che immagino rappresentata a teatro, raccontata ai bambini con voci diverse, costumi di scena, paesaggi ed effetti speciali, partecipazione dei bambini nella commedia stessa, mi fa apprezzare ancor più la vita di tutti i giorni. Persino l'impegno politico che porto avanti. Mi sembra qualcosa di buono e se così è voglio continuare a scrivere. Mi piace ricordarmi di quel messaggio di Exupery, altrettanto importante come "L'essenziale è invisibile agli occhi". Il pilota che riposa tra la Sardegna e la Corsica, nel mare, dedicò il Piccolo Principe ad un suo amico. Ma chiede scusa ai bambini di questo e si giustifica dicendo: A Leone Werth, quando era bambino. Bambini lo siamo stati tutti. Dunque tutti abbiamo visto il mondo sottosopra. E forse proprio per questo tutti l'abbiamo visto nella sua bellezza. VivaMè è l'io che si rispetta e rispetta il mondo. La Regina e il birbante sono i due volti delle persone. Sono quella mediazione tra il dovere e il piacere, tra stoicismo ed epicureismo che, ad un'attenta lettura possono fondersi nei due volti della medaglia "umanità". VivaMè è ciò che uno o una deve dire prima di intraprendere qualsiasi cammino e qualsiasi azione. E' la carica per una buona giornata e per un buon lavoro. Non per esaltarsi ma per riconoscersi nel mondo. E' come dire: "Io valgo" e per questo rispetto gli altri perchè anche gli altri valgono quanto e come me. E' un nuovo inizio!