Raccattacadaveri

E così finalmente, cinquant’anni esatti dopo la sua prima pubblicazione, e quarantacinque dopo la sua unica fugace apparizione in traduzione italiana (per Feltrinelli, nel 1969), torna uno dei grandi capolavori della lette ratura di tutti i tempi. Lasciatevi convincere, per una volta, direttamente dall’editore – in genere poco incline all'aggettivazione sopra le righe – ad assaggiare questo romanzo strabordante, caustico, grottesco. Per chi già conosce l’avvolgente prosa di Onetti, sarà un piacere imbattersi ancora una volta nel suo personaggio maestosamente meschino, Larsen, detto anche Raccatta cadaveri o più semplicemente Raccatta (ma per conoscere l’origine del soprannome dovrete inoltrarvi almeno per cento pagine nel romanzo). Attraverso una narrazione eccentrica ma assai godibile, Onetti ci riporta nella sua Santa María (una delle più riuscite invenzioni letterarie, a metà fra Montevideo e Buenos Aires, che molti lettori ancora cercano inutilmente su Google Maps). Qui vediamo il prete, le mogli e i benpensanti del paesino in una situazione che sembra anticipare di pochi anni la famosa «Bocca di Rosa» di De Andrè, quando la comunità si mobilita per organizzare una crociata contro Raccattacadaveri e il suo rocambolesco sogno di aprire un bordello a Santa María. Chi vincerà?