Quando abbiamo smesso di pensare? Un'islamica di fronte ai problemi dell'Islam di Irshad Manji edito da Guanda

Quando abbiamo smesso di pensare? Un'islamica di fronte ai problemi dell'Islam

Editore:

Guanda

Traduttore:
Giusti A.
Data di Pubblicazione:
30 settembre 2004
EAN:

9788882467630

ISBN:

8882467635

Pagine:
249
Formato:
brossura
Argomento:
Islam
Acquistabile con la

Descrizione Quando abbiamo smesso di pensare? Un'islamica di fronte ai problemi dell'Islam

Una lettera aperta ai musulmani, ma anche ai non musulmani. Una lettera di una credente fortemente critica. Una lettera che pone domande, riflessioni: perché siamo tutti ostaggi della questione israelo-palestinese? Chi è il vero colonizzatore dei musulmani, l'America o l'Arabia? Se il Corano narra che le mogli del Profeta portavano il velo, questo significa che necessariamente tutte le donne sono costrette a portarlo? L'autrice mette in dubbio le interpretazioni più diffuse, andando verso ciò che definisce "il lato autenticamente progressista" dell'Islam. Un libro in cui riflessioni ed esperienze di vita vissuta si alternano a ricordi d'infanzia e ai viaggi, soprattutto quello in Israele.

Fuori catalogo - Non ordinabile
€ 12.50

Recensioni degli utenti

e condividi la tua opinione con gli altri utenti
4 di 5 su 2 recensioni

Quando abbiamo smesso di pensare?Di E. Ahmad-15 novembre 2010

La prima volta che ho sentito parlare di Irshad Manji è stato per via di un suo articolo di qualche anno fa su Internazionale. In piena epoca di libri sull'islam, sullo scontro di civiltà, sulle colpe dell'occidente, e sull'integralismo, questo libro è completamente diverso. E imprescindibile per cominciare a farsi un'opinione al di fuori degli opposti stereotipi. Quando abbiamo smesso di pensare? Un'islamica di fronte ai problemi dell'Islam è scritto come una lettera aperta ai musulmani, ma è rivolto anche ai non musulmani. Una lettera aperta ai musulmani da una musulmana. Credente. Donna. Femminista. E dichiaratamente omosessuale. Una lettera fortemente critica, ma di una critica costruttiva, propositiva, che parla in maniera aperta della necessità di riforma dell'Islam e del confronto. Tutto questo dall'interno dell'Islam, nello spirito di una tradizione di pensiero chiamata ijtihad, che è quella che ha prodotto la fioritura del pensiero dell'Islam classico e che è stata spazzata via dall'integralismo. Una lettera che pone domande tutt'altro che scontate: perché i musulmani si trovano ad essere ostaggi della questione israelo-palestinese? Chi è il vero colonizzatore dei musulmani, l'America o l'Arabia? Se il Corano narra che le mogli del Profeta portavano il velo, questo significa che necessariamente tutte le donne sono costrette a portarlo? Un libro molto concreto e circostanziato, ma anche molto ironico, spiritoso, propositivo. Molto interessante proprio perché scritto da una persona credente, senza sterili contrapposizioni tra il laicismo e la religione. Mi ha fatto pensare a Marjane Satrapi non solo per il tema, ma per l'ironia, l'intelligenza, e i personaggi femminili che di cui parla, prima di tutti la madre e la nonna.

ISLAM MODERATO E RADICALEDi P. Tullio-20 marzo 2009

Sono un incurabile sostenitore delle diversità e dei valori che proporzionano; infatti, tutti gli individui nascono e crescono in momenti, ambienti e luoghi particolari; sviluppano esperienze con sensibilità e sentimenti specifici che permetteranno di vedere, concepire ed interpretare la realtà in maniere sempre del tutto differenti, anzi, uniche. Nella loro convivenza, affrontando problemi, ostacoli e conflitti diversi, cercano e trovano risposte e soluzioni distinte; allora, nascono lingue, culture, tradizioni, gastronomie ed identità tipiche, ognuna delle quali costituisce un insieme di "complementi" compensatori delle lacune che caratterizzano ogni singola collettività, Nazione ed etnia. Così, nella loro opportuna e necessaria interazione tutti apportano un contributo allo sviluppo continuo di nuove conoscenze peculiari che arricchiscono tutto il patrimonio cognitivo dell'umanità intera. Per cui, tutti abbiamo molto da imparare e tutti possono insegnare qualcosa; pertanto, lo scambio di idee, prodotti, servizi e pure - se non proprio soprattutto - di geni, è oltremodo importante. Quando ho appreso di questo saggio, mi sono affrettato a leggerlo e non mi ha deluso. In un'epoca in cui troppi son soliti a fare di ogni erba un fascio, attribuendo non solo ai Musulmani la fama dei pochi - seppur chiassosi - fanatici fondamntalisti, ma anche a chi la natura ha riservato tonalità di pelle troppo scure da confondersi come legittimi Italiani di "razza ariana", volentieri riconosco qui l'utile contributo alla migliore comprensione di chi può sembrare troppo diverso ai nostri occhi occidentali. Dal momento che vi si cerca di ridimensionare certi preconcetti, raccomando questo interessante libro di facile e scorrevole lettura, utile a restituirci pure un po' di serenità. Aiuta a meglio capire che anche fra chi pratica l'Islam esistono individui ragionevoli ed in fondo, non tanto diversi dalla nostra maggioranza moderata. Irshad Manji è una nota giornalista musulmana canadese; dirige un inconsueto ed abbastanza irriverente programma televisivo in cui difende apertamente il proprio diritto alle sue preferenze omosessuali; scelta che riguarda solo la sua vita privata, naturalmente, sulla quale possiamo benissimo divergere, senza poterci aggiudicare il discutibile diritto di censurarla. Già il titolo rivela e preannuncia un po' il contenuto del testo, in parte contraddicendo ciò che si attribuisce agli Islamici; sorprende soprattutto come le critiche ivi esposte siano così palesemente espresse con coraggio da una donna che, però, ancora difende in pubblico la propria fede, vivendo in un ambiente predominantemente cristiano. Tuttavia, non esita a criticare l'integralismo islamico, mentre della dottrina dogmatica osa mettere a nudo aspetti ambigui, questionando perfino certe interpretazioni dello stesso Corano e, senza timore, scarica molte responsabilità di tale fanatismo, sull'ortodossia saudita che definisce come "Islamismo Beduino". Redime, dunque, la grande maggioranza dei non militanti Musulmani ed Arabi (che non sono la stessa cosa) e descrive con ampia bibliografia, come certi archetipi si sono cristallizzati, evidenziando pure che non tutti i musulmani sono fermi al Medio Evo. Cerca di spiegare, in fine, come sono numerosi i credenti che pensano ed aspirano alla modernità e coltivano l'individualismo; infatti, non sono rari coloro che alzano la voce con ardore, manifestando il proprio anticonformismo in rapporto al fondamentalismo radicale; pur essendo in minoranza, gli intolleranti mantengono le redini, gettando ombra sulla maggioranza ahimè ancora troppo silenziosa. Auguriamoci, quindi, che l'iniziativa di una donna oltremodo anticonformista e moderna, possa costituire un fecondo seme capace di germogliare, generando lo sviluppo di una mentalità moderna che gli Islamici possano meritare per integrarsi al resto del mondo globalizzato, senza necessariamente rinunciare alle utili diversità che fanno del nostro globo un magnifico mosaico di culture, tradizioni, verità, aspetti e colori così speciali.