Quaderni peruviani di Braulio Muñoz edito da Gorée

Quaderni peruviani

Editore:

Gorée

Traduttore:
Menichella C.
Data di Pubblicazione:
6 novembre 2009
EAN:

9788889605608

ISBN:

888960560X

Pagine:
448
Formato:
brossura
Disponibile anche in E-Book
Acquistabile con la

Trama Quaderni peruviani

Il romanzo narra la storia di Antonio Alday Gutiérrez che, dopo aver attraversato il Rio Grande, il fiume-frontiera con gli Stati Uniti, tenta di costruirsi una nuova vita come Anthony Allday. La narrazione segue su due linee principali: da una parte la giovinezza di Alday nella Lima degli anni '70, dall'altra la vita di Allday negli Stati Uniti, dove lavora come guardiano di un centro commerciale in una cittadina della Pennsylvania che, non a caso, si chiama Lima. Il protagonista, al suo arrivo negli Stati Uniti, nel tentativo di eliminare ogni traccia delle proprie origini, inventa due vite parallele: per la famiglia è un imprenditore di successo, per gli amici statunitensi è un ragazzo di buona famiglia emigrato dal Perù in cerca di fortuna. La lotta tra le due identità fittizie si rivela in tutta la sua drammaticità nei frammenti del diario che il protagonista scrive tra il 1983 e il 1994, nei quali emergono la solitudine dell'emigrato e l'evocazione di un passato difficile da eliminare e che si ripresenta nel personaggio del dittatore Azar (caso, in spagnolo) che sembra voler a tutti i costi far convergere le due vite di Alday-Allday.

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5 di 5 su 1 recensione

Il mentitore clandestinoDi B. Riccardo-6 gennaio 2010

Cosa succede nella mente e nel cuore quando si emigra, lo sa bene Braulio Muñoz, scrittore ispanico che vive negli Usa: cambiamenti di abitudini - modo di mangiare, di atteggiarsi, di vestire - e difficoltà di integrazione, non soltanto linguistica. Il suo romanzo Quaderni peruviani racconta il disperato mondo degli immigrati illegali negli Usa. il protagonista, Antonio (Toño) Alday Gutiérrez, è uno dei tanti che fuggendo dalla miseria hanno traversato il Río Bravo, sul confine messicano, con un piccolo fagotto attaccato al collo, sentendo quelle acque fredde come una sorta di battesimo. Ma l'arrivo sull'altra sponda non è un vero approdo: da qui viene la necessità di nascondersi, insieme con la paura di essere individuato dalla Migra, la squadra di polizia che si occupa dei clandestini. Una vita di lavoro in nero e fragili rifugi, da cui Toño sembra uscire con una semplice trovata, trasformando il suo nome in Tony Allday: una lettera in più aggiunta al cognome originario, un semplice slittamento dell'accento. il resto pare venire da sé. E lui, che in Perù era stato un attorucolo da strapazzo, si mette d'impegno a imparare l'americanità dai film, imitando il personaggio di Mundy il ladro, interpretato da Robert Wagner in Operazione ladro; oppure copiando in modo esatto la voce e il sorriso sardonico di Clark Gable. Lezione appresa in modo perfetto, come il protagonista dimostra nella stupenda scena del colloquio di assunzione per un posto di guardia notturna di un grande centro commerciale, in una località che curiosamente si chiama Lima, Delaware County, Pennsylvania. Ovviamente la bugia iniziale non basta a metterlo al sicuro, deve essere puntellata da altre menzogne. Ma Tony Allday è pronto a mentire a tutti: al datore di lavoro, al padrone di casa, alle donne che si innamorano di lui. Per ognuno ha una versione diversa del proprio trovarsi negli Stati Uniti, dipingendo se stesso di volta in volta come esule volontario per motivi politici o per divergenze insanabili con la ricchissima famiglia d'origine. Mente anche ai parenti lontani, dando di sé l'immagine dell'emigrante fortunato che all'estero ha messo insieme un'immensa fortuna. Una trama intricata di storie per una miriade di splendidi personaggi: il coraggioso imbianchino Alex, il manager omosessuale Tom, la materna bibliotecaria di Providence, la volitiva Betty, l'inquieta Hannah, la sognatrice Rosaura, l'artista Cosme ... Storie che dalla vita reale vanno a finire sulle pagine di quattro quadernetti, che il protagonista scrive - impastando le sue due lingue - come se la vita potesse essere un romanzo a lieto fine. Forse questo scrivere è per lui un modo come un altro di fare i conti col proprio passato, perché all'inizio Tony desidera sinceramente di poter appartenere a entrambi i mondi, il Sud povero e il Nord opulento; di poter conquistare l'uno senza perdere l'altro. Ma col passare del tempo quel desiderio si affievolisce: fino a essere percepito da lui soltanto come una delle tante possibilità scartate, un bulto in meno, un peso morto in meno, nel suo viaggio verso la rinascita nordamericana. Infatti, dopo avere ottenuto il lavoro di guardiano notturno, abbandona a poco a poco l'abitudine di scrivere, lasciando l'ultimo quaderno praticamente in bianco: «Era diventato distratto. Aveva abbassato la guardia. Aveva creduto ciecamente che l'acciaio blu della Smith & Wesson calibro 38 facesse di lui un vero americano, e che quindi fosse fuori pericolo». La Nemesi però è in agguato, nata dalle sue stesse bugie. E nella stanchezza febbrile del pomeriggio interminabile in cui si svolge la vicenda del romanzo, la tragedia riporta Tony alle proprie ombre interiori, all'antico nome peruviano e alla lettura dei quattro quaderni, per ricordare la propria lingua materna, rimpiangere, maledire le trame del Azar, cioè del caso. E Braulio Muñoz è bravo a portare il protagonista, e con lui i lettori, a comprendere che nessuno di noi dovrebbe atteggiarsi troppo spesso a vittima impotente. La verità ultima è che siamo noi a scegliere «il nostro sudario e il nostro abito da torero». Le circostanze possono essere di aiuto o d'intralcio, ma non determinano mai le nostre azioni. Il potere dell'Azar non spiega tutto. (Laura Pariani, Il Sole 24 Ore)