Il professore va al congresso di David Lodge edito da Bompiani

Il professore va al congresso

Editore:

Bompiani

Data di Pubblicazione:
21 febbraio 2002
EAN:

9788845251207

ISBN:

8845251209

Pagine:
412
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3 di 5 su 5 recensioni

Il professore va al congressoDi V. F.-25 maggio 2012

"Il professore va al congresso" è romanzo ben scritto che descrive in modo ironico la vita accademica. Soprattutto che ha frequentato per più o meno tempo l'ambiente accademico si troverà molti atteggiamenti classici dei deocenti universitari, con il risultato di trovarlo abbastanza comico. Rimane un buon libro con cui trascorre delle piacevoli ore facendo anche qualche risata.

GrossolanoDi E. Gennaro-21 maggio 2012

"Uno dei libri più esilaranti, che siano usciti negli ultimi cento anni" così scrive il buon Eco sulla copertina del romanzo. Dopo averne letto una buona parte ti viene il dubbio che Eco o non comprenda nulla di umorismo oppure ti abbia preso in giro con una menzogna; non speravo di trovarmi di fronte a un comico ma in duecento pagine non c'è alcuna situzione divertente, nè un sussulto; solo accademici mediocri in cerca di disperato compiacimento.

Il professore va al congressoDi M. Luigi-9 agosto 2011

Ottima narrativa, Lodge non si smentisce, ricca di ironia all'inglese, ambientato nel mondo ristretto degli accademici di letteratura inglese (il suo titolo originale è Small World, appunto) con le loro manie, la falsità, l'egoismo, la corsa alla cattedra più remunerativa anche se assolutamente inutile, la vanità, la competizione, tutti ingredienti sapientemente dosati e calibrati dal bravo e parzialmente autobiografico Lodge, conoscitore del mondo accademico in quanto parte di esso. Il libro è in realtà la continuazione di Changing Places A Tale of Two Campuses (in Italia tradotto con un austero Scambi, che perde per strada la voluta eco dickensiana di A Tale of Two Cities) di cui ripropone i personaggi principali, gli accademici Morris Zapp e Philip Swallow, questa volta un po' defilati rispetto al protagonista Persse McGarrigle, giovane professore irlandese che ha appena terminato un lavoro su T. S. Eliot. I riferimenti alla letteratura inglese sono tantissimi, solo in parte spiegati dalle note del traduttore; chi non conosce l'argomento potrà senz'altro gustare il libro, ma non coglierà metà delle battute e dei cenni. L'intreccio è divertente e strapieno di coincidenze (ovviamente appositamente inserite dall'autore, non ingenuamente disseminate come in un romanzetto dilettantesco) da far quasi pensare, in alcuni punti, a una di quelle commedie di Feydeau in cui i personaggi entravano e uscivano dalle porte giusto in tempo per non incontrarsi o creare degli equivoci. Un po' penalizzante è forse l'abbondanza dei personaggi, ognuno sicuramente rappresentante di una particolarità, vizio, stravaganza e difetto del mondo accademico, ma purtroppo non abbastanza delineati da restare impressi uno per uno in modo immediato. Le parti che personalmente ho trovato più divertenti (per deformazione professionale, suppongo) sono quelle in cui il traduttore giapponese del romanzo di Ronald Frobisher, Akira Sakazaki, si dibatte in mezzo a mille dilemmi sul significati di espressioni gergali che diventano risibili se interpretate letteralmente.

Il professore va al congressoDi B. Salvo-13 novembre 2010

David Lodge è un mostro. Dopo aver fatto l'accademico per anni, ha cominciato ad usare tutte le armi della critica che negli anni ha affinato per mettere la sua stirpe, quella dei docenti universitari, in un romanzo degno dei migliori umoristi. Il professore va al congresso è un romanzo con tanti livelli di lettura: è completamente irreale nei suoi colpi di scena e collegamenti come nel migliore dei romanzi cavallereschi, e allo stesso tempo assolutamente realistico come sa chiunque abbia avuto anche una minima esperienza di queste piccole comunità di 'esperti'; si prende gioco delle teorie critiche decostruttiviste come neanche il migliore Calvino e allo stesso tempo le piega all'esigenza del suo racconto, infarcisce il libro di citazioni letterarie e nomi parlanti e allo stesso tempo riesce a scrivere una storia del tutto godibile anche a chi sino a quel momento sia sempre stato del tutto estraneo all'ambito della critica letteraria. (ma come giustamente dice Eco nell'introduzione, forse qualcuno di noi aveva una minima idea di come funzionasse la gestione di una nave per la caccia alle balene nell'800 prima di aver letto moby dick? ) Insomma, merita.

DivertenteDi P. Bianca-12 luglio 2010

David Lodge ambienta il suo romanzo in un mondo accademico pieno di invidia e acrimonia. Da studenti universitari è molto piacevole leggere questo libro che punta il dito sulle debolezze degli insegnanti e li fa sembrare molto più uomini di quanto non sembrino dall'alto delle loro cattedre. Soprattutto perché a scriverlo è un docente inglese, che quel mondo lo conosce bene. L'ho letto perché in copertina era consigliato da Umberto Eco. Mi sono fidata. E ho fatto bene.