Il privilegio di essere un guru di Lorenzo Licalzi edito da Fazi

Il privilegio di essere un guru

Editore:

Fazi

Collana:
Tascabili
Data di Pubblicazione:
17 gennaio 2008
EAN:

9788881129041

ISBN:

8881129043

Pagine:
191
Formato:
brossura
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Trama Il privilegio di essere un guru

Un simpatico e presuntuoso dongiovanni che impiega tutte le energie e ogni minuto libero dal lavoro di infermiere per conquistare più donne possibili. Andrea Zanardi ha i suoi territori di caccia e i suoi infallibili sistemi: si aggira per il mercato con la calcolata goffagine di un single imbranato, abile a intenerire i cuori di floride casalinghe prodighe di consigli sulla spesa; è un entusiasta no global quando si tratta di sedurre una fotografa free lance durante gli scontri del G8 di Genova. L'impresa più ardua di Andrea inizia il giorno in cui incontra Maria, fanatica di prodotti biodinamici e cultrice di filosofie orientali: dovrà abbracciare alberi zeppi di resina per far sentire loro il suo amore e partecipare a una tre-giorni meditativa con un guru.

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4 di 5 su 1 recensione

Il privilegio di essere un guruDi v. Federico-29 luglio 2011

Veramente interessante, vi si intrecciano ben 3 storie singole ma che poi si intersecano. E di diverso godimento. La prima è un fuoco di fila di battute sulla vita sessuale del povero Andrea. Poi c'è la parte centrale, un po' lunghetta, della sua storia con Maria. E c'è la parte finale, intollerabilmente pallosa con il Giappone ed il suo zen. Continuo comunque a tenere sotto controllo questo irregolare scrittore ligure, di provenienza psicologica, che, pur con appunto alcuni abbattimenti della tensione narrativa, continua mediamente a tenermi in allegria con le sue storie (rimando sempre a quel bellissimo racconto sul povero scrittore cui viene a rompere le scatole il postino di "C'è posta per te"! ) . Anche qui, come detto in testa, la prima parte è godibile, ed anzi stavo pregustando tutto un romanzetto, easy, ma basato sul rapporto tra un uomo e le sue conquiste amorose (e le prime citazioni sembrano quasi essere fatte apposto per me, soprattutto per il fascino che esercito, ah ah) . Poi si incaponisce di una ragazza alternativa, tutta dedita alle meditazioni orientali et similia (e qui un po' si sente troppo lo psicologo che viene fuori, sia per il lato di interesse che queste pratiche possono avere, sia per la critica di fondo che Licalzi, anche correttamente, ne fa) . E qui comincia ad arenarsi, a perdere la rotondità della pedalata, come direbbe un ciclista. Certo si gode ancora un po' delle strampalate tirate di orientalismo da primo sguardo che Andrea propina a destra e sinistra (ma perché chiamarlo Zanardi come il grande personaggio di Paz? ) . Per finire con quella parte che non vedevo l'ora terminasse, sulla visita in Giappone e sull'incontro con il monaco Zen. Certo, tutto trattato con ironia, ma con una troppo elementare visione che ne scopre i meccanismi ed i risvolti, lasciandoci poco interesse ad una trama che alla fine si rivela più banalotta del previsto. Certo anche nelle parti successive c'è del buono in punta di penna, soprattutto nelle tirate gastronomiche di Ditasudice il grande paninaro. Ma nel complesso il peso finale scivola verso una sufficienza più di stima che di contenuto. Da leggere in primavera, mentre si riposano le stanche membra in un agriturismo alle bocche del Magra.