Trama Prima della pioggia di settembre
È un inizio d'estate, un'estate calda che profuma di pane appena sfornato e risuona del tintinnare di campanelle. Un piccolo paese stretto «saldamente nelle mani di Dio» accoglie Nanni al suo arrivo dalla città. Durante il suo soggiorno il giovane giornalista cagliaritano, impegnato in un'inchiesta sullo sviluppo economico dell'entroterra, si trova ad assistere a misteriosi rituali che sembrano avere radici molto lontane nel tempo. All'ombra della Croce Santa che domina la piazza del paese si mescolano credenze religiose, tradizioni popolari e antichi culti pagani. Sopraffatto dal fascino di danze ancestrali ballate sulla terra nuda, Nanni si spingerà oltre i limiti della prudenza.
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Recensioni degli utenti
Prima della pioggia di settembre-21 febbraio 2011
Non mi è piaciuto questo libro. Stile davvero arzigogolato e confuso. Una sofferenza. Insipido, incolore, mi ha lasciato come mi ha trovato. Ambientata nella magica terra di Sardegna, tra riti ancestrali fondati su culti pagani, che la Chiesa respinge e la gente vuole invece portare avanti, come affermazione della tradizione antica di un popolo che ha sempre vissuto a stretto contatto con tutte le manifestazioni della natura, nemica e implacabile ma anche madre, la storia sembrerebbe voler prendere le pieghe di un giallo, in cui l'investigatore è un giornalista, Nanni Arthemalle, alle prese con una serie di reportage sulla crescita economica dei paesi dell'entroterra cagliaritano. In realtà il libro è uno strumento per non dimenticare le antiche tradizioni sarde, fatte di "sinnus", segni che rappresentano in forma scritta suoni arcaici e che costituirebbero l'alfabeto di una antichissima lingua sarda, di "brebus", che sono delle invocazioni alle forze misteriche della natura, gli "aremigus".