Prigione chimica di Barbara Nadel edito da Hobby & Work Publishing

Prigione chimica

Data di Pubblicazione:
2007
EAN:

9788878515512

ISBN:

8878515515

Pagine:
311
Formato:
brossura
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Descrizione Prigione chimica

L'ispettore Ikmen e il dottor Sarkissian della polizia di Istanbul si conoscono dai tempi dell'infanzia e, a dispetto delle differenze etniche e religiose, si stimano sia sotto il profilo professionale che sotto quello umano. Niente di strano, quindi, che si ritrovino a investigare a stretto contatto di gomito sulla morte violenta di un ragazzino. Eppure, fin dall'inizio, qualcosa sembra andare per il verso sbagliato. L'omicidio non ha movente. Il cadavere presenta gli arti atrofizzati. L'autopsia fa emergere una grande quantità di una sostanza chimica rarissima. L'unico testimone oculare si è reso irreperibile. Un misterioso "burattinaio" invia a Ikmen una serie di ninnoli in cristallo, allontanandolo dalla verità...

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Recensioni degli utenti

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2 di 5 su 2 recensioni

Prigione chimicaDi g. marco-5 luglio 2011

Un buon giallo ma che presenta notevoli difetti sia a livello di trama che di stile. Un'autrice che fa agitare per pagine e pagine senza costrutto i suoi poliziotti e si trastulla con la questione armena, preoccupandosi però di non urtare la sensibilità di nessuno - probabilmente per salvare le edizioni in turco del romanzo. Tolta l'interessante ambientazione nella Istanbul di oggi, la simpatica, seppure scontata, resa dei problemi personali dei singoli poliziotti, rimane solo un giallo prevedibile, lento e piuttosto noiosetto.

Prigione chimicaDi S. Lucia-10 aprile 2011

In questo caso nella storia io non ci sono mai veramente entrata, son rimasta ai margini, e dai margini l'ho vista scorrere sotto i miei occhi. Chi è il misterioso adolescente probabilmente armeno, trovato morto in una vecchia casa nei pressi del palazzo Topkapi? La squadra dell'ispettore Ikmen della polizia di Istanbul indaga, affiancata dal medico legale armeno, e alla fine troverà la soluzione. Che non è nè mostruosa nè raccapricciante, nè ispirata più di tanto alle raffinate torture ottomane, come vorrebbe dare a bere il risvolto di copertina. Un giallo banale, troppo parlato, scritto da un'autrice inglese che forse sa di medicina legale ma che certo non sa nulla di procedure di polizia (stiamo cercando un misterioso gentiluomo armeno che conduce da dieci anni in locazione un immobile di pregio: possibile che non ci sia un contratto di affitto scritto? Che non ci sia una denuncia alla pubblica autorità? Possibile che la polizia turca non sia in grado di fare un rastrellamento serio, coinvolgendo la comunità armena, per rintracciare questo individuo? Possibile che i poliziotti si limitino ad interrogare il fruttivendolo del palazzo di fronte? Ma per favore!). Un'autrice che fa agitare per pagine e pagine senza costrutto i suoi poliziotti e si trastulla con la questione armena, preoccupandosi però di non urtare la sensibilità di nessuno - probabilmente per salvare le edizioni in turco del romanzo. Tolta l'interessante ambientazione nella Istanbul di oggi, la simpatica, seppure scontata, resa dei problemi personali dei singoli poliziotti, rimane solo un giallo prevedibile, lento e piuttosto noiosetto.