Il prete bagnante. E altri racconti inediti

Una potenza, come ci ha abituato nel corso della sua carriera. Prime prove letterarie per il futuro squartatore di prima classe del Collegio di Patafisica: siamo solo a pochissimi anni di distanza dalla pubblicazione dei romanzi brevi che l'avrebbero consacrato (non tra i contemporanei, comunque), ma nella scrittura pur fresca si percepisce -sarà un'impressione- ancora qualche "legatura". Non mi riferisco a pastoie della lingua, o nella scelta dei temi che sembrano anzi coraggiosi e molto proiettati in avanti. Mi sembra però che la forma del racconto breve (anzi brevissimo) impedisca davvero il decollo: molti dei brani rimangono -per quanto divertenti- poco più di semplici sketches, articoletti di satira da quotidiano di poco peso. I racconti che più mi sono piaciuti, assieme a quello che dà il titolo alla raccolta, sono "Ricreazioni culturali", "Uno sport particolare" e "Marthe e Jean" (che sembra tanto il sunto di un romanzo mai scritto che avrebbe potuto avere, questo sì, la sua bella sostanza).

Quindici racconti brevi, surreali, poetici e dissacranti. Ho amato particolarmente "L'assassino" e "L'impotente", due storie che da sole valgono l'intero libro.

Ci voleva questa raccolta per scoprire che il Maggiore e altri personaggi di Vian che ricompaiono di quando in quando da un racconto all'altro erano persone realmente esistenti. Bei racconti, allegri, tristi, grotteschi, crudeli, poetici. Ma continuo a preferire il Vian romanziere, e grazie all'ottima nota biografica alla fine del volume so anche con chi prendermela se Vian dopo L'arrache-coeur non ha più scritto romanzi.